Oggi abbandoniamo il mondo dei romanzi per dedicarci a un saggio sulle buone maniere "Non è per snob" di Lepoldina Pallotta della Torre, pubblicato da Mondadori, che ringrazio per la copia digitale.
Genere: Saggistica
Pagine: 408
Pagine: 408
Prezzo Ebook: 10,99
Prezzo Cartaceo: 20,00
Edito: Mondadori
Prezzo Cartaceo: 20,00
Edito: Mondadori
Quarta di Copertina
Molte persone, leggendo in copertina la parola «bon ton», si domanderanno che senso abbia nel nostro mondo moderno, tecnologico e globalizzato parlare ancora di etichetta. Ne ha eccome, non solo perché la buona educazione non passa mai di moda, ma anche perché le maniere, lungi dall'essere un vuoto insieme di regole fine a se stesse, sono uno strumento potente per «insegnare alle persone come comportarsi bene con il prossimo, istruendole nella gentilezza e nell'altruismo, con l'idea di poter così edificare un mondo migliore». Basta indagare un po' nella storia per capire che le buone maniere non sono mai state un rituale superficiale per aristocratici "d'antan" o, come dicono alcuni, «roba da snob». Al contrario, il vero snob non ha buone maniere, perché esse impongono prima di tutto di accogliere il prossimo e metterlo a suo agio. Ogni società in ogni epoca ha dovuto insegnare ai suoi cittadini il modo in cui comportarsi correttamente; da che mondo è mondo, il bon ton è sempre stato uno strumento prezioso per rapportarsi agli altri e vincere la nostra ansia sociale. Inoltre, come dice la guru dell'etichetta Emily Post, le maniere fanno parte della nostra personalità e dunque contribuiscono a definirla. Essere beneducati ci rende più eleganti, più altruisti e, di conseguenza, più graditi agli altri. Con queste premesse Leopoldina Pallotta della Torre ci introduce nel magico e sofisticato mondo del bon ton, soffermandosi su aneddoti e fatti storici, dall'antichità fino ai nostri giorni, e regalandoci trucchi preziosi per saperci comportare in ogni occasione. Dai saluti alla tavola, dal "dress code" all'ospitalità, seguendo i precetti di paladine delle maniere come Irene Brin e l'attualissima Sara Jane Ho, ci insegna l'arte dell'eleganza e della gentilezza. Non solo, in una società sempre più globale e aperta allo scambio tra culture diverse, è importante conoscere anche gli usi e costumi di paesi lontani, che a volte possono essere persino opposti ai nostri. Immancabile poi, per nativi e immigrati digitali, la parte conclusiva sulla "netiquette", per essere cortesi anche mentre si naviga sul web.
Le buone maniere mi hanno sempre affascinata.
Chi mi conosce sa che amo i romanzi storici, soprattutto i regency, e che uno dei motivi di questo mio grande amore è proprio l'etichetta. A volte, mi sembra paradossale che le protagoniste tentino a tutti i costi di fuggire dal protocollo, che si sentano ingabbiate dai riti delle visite di cortesia e dei ricevimenti, mentre io li trovo così suggestivi e... rassicuranti. Credo che uno dei grandi mali del nostro tempo sia proprio lo spazio sempre minore riservato all'educazione.
Insomma, una lunga introduzione per dirvi che adoro i manuali di buone maniere e che quando la Mondadori mi ha proposto questo saggio ne sono stata subito entusiasta.
Il volume di Leopoldina Pallotta della Torre affronta molti temi delle buone maniere: dall'ospitalità alla tavola, dalla conversazione all'abbigliamento. Le buone maniere, infatti, sono un tema trasversale che non si esaurisce in un ambito limitato, ma hanno a che fare con le varie sfaccettature della personalità e della socialità.
Credo che il punto cardine di questo libro, che lo rende diverso da molti altri dello stesso genere, è che l'autrice appartiene al mondo della diplomazia, forse uno dei pochi ambienti in cui le maniere sono ancora di importanza fondamentale per i buoni rapporti e in cui è necessario conoscere usi e costumi di ogni latitudine. Ciò che è cortese in Italia non lo è in Messico, come gli usi del Giappone non sono gli stessi del Sud Africa.
Chi mi conosce sa che amo i romanzi storici, soprattutto i regency, e che uno dei motivi di questo mio grande amore è proprio l'etichetta. A volte, mi sembra paradossale che le protagoniste tentino a tutti i costi di fuggire dal protocollo, che si sentano ingabbiate dai riti delle visite di cortesia e dei ricevimenti, mentre io li trovo così suggestivi e... rassicuranti. Credo che uno dei grandi mali del nostro tempo sia proprio lo spazio sempre minore riservato all'educazione.
Insomma, una lunga introduzione per dirvi che adoro i manuali di buone maniere e che quando la Mondadori mi ha proposto questo saggio ne sono stata subito entusiasta.
Il volume di Leopoldina Pallotta della Torre affronta molti temi delle buone maniere: dall'ospitalità alla tavola, dalla conversazione all'abbigliamento. Le buone maniere, infatti, sono un tema trasversale che non si esaurisce in un ambito limitato, ma hanno a che fare con le varie sfaccettature della personalità e della socialità.
Credo che il punto cardine di questo libro, che lo rende diverso da molti altri dello stesso genere, è che l'autrice appartiene al mondo della diplomazia, forse uno dei pochi ambienti in cui le maniere sono ancora di importanza fondamentale per i buoni rapporti e in cui è necessario conoscere usi e costumi di ogni latitudine. Ciò che è cortese in Italia non lo è in Messico, come gli usi del Giappone non sono gli stessi del Sud Africa.
L'autrice spazia, facendoci riflettere su quanto il rispetto dell'altro passi per la conoscenza della sue tradizioni. Una persona di buone maniere è una persona che è riuscita ad ampliare i propri orizzonti, che non impone necessariamente la propria cultura, ma si pone in una situazione di dialogo, che cerca sempre di mettere l'altro a proprio agio.
Ecco, se devo essere sincera, in alcuni punti questo volume mi ha messa un po' in crisi. Perché l'errore è sempre dietro l'angolo e gli usi sono così variegati e molteplici e, che temo il passo falso sia inevitabile, prima o poi.
Non di meno, ci sono pillole davvero interessanti, ad esempio non avrei mai detto che in Messico non ci si presenta mai in perfetto orario ad una cena. E nemmeno che gli orientali si insaponassero fuori dalla vasca da bagno.
La parte che mi è piaciuta di più, però, è senza dubbio quella dedicata alla tavola. Caspita, la forchetta ha una storia più interessante della mia! Non scherzo, dovete leggere la storia della forchetta.
E poi scoprire le differenze tra i vari tipi di tavole, divertentissimo e affascinante.
Punto dolente di questo libro, almeno secondo alcune recensioni in rete, è proprio il fatto che il punto di vista privilegiato è quello di una persona inserita nell'ambiente diplomatico, abituata ai grandi ricevimenti, cene formali e aperitivi molto frequentati.
Insomma, se volete comprare un volume di buone maniere per stupire Zia Assunta (cit. La Tata) o le quattro amiche del sabato sera... allora questo libro vi servirà fino a un certo punto, perché ce ne sono altri con focus diversi e più concentrati sulle nozioni di base o tecniche (come ci si presenta, in che ordine vanno posate e bicchieri...). Vi basti pensare che qui ci sono pagine intere dedicate alla servitù e alla necessità di istruire adeguatamente i camerieri prima di una cena, oppure all'ordine di ingresso in sala da pranzo.
La parte che mi è piaciuta di più, però, è senza dubbio quella dedicata alla tavola. Caspita, la forchetta ha una storia più interessante della mia! Non scherzo, dovete leggere la storia della forchetta.
E poi scoprire le differenze tra i vari tipi di tavole, divertentissimo e affascinante.
Punto dolente di questo libro, almeno secondo alcune recensioni in rete, è proprio il fatto che il punto di vista privilegiato è quello di una persona inserita nell'ambiente diplomatico, abituata ai grandi ricevimenti, cene formali e aperitivi molto frequentati.
Insomma, se volete comprare un volume di buone maniere per stupire Zia Assunta (cit. La Tata) o le quattro amiche del sabato sera... allora questo libro vi servirà fino a un certo punto, perché ce ne sono altri con focus diversi e più concentrati sulle nozioni di base o tecniche (come ci si presenta, in che ordine vanno posate e bicchieri...). Vi basti pensare che qui ci sono pagine intere dedicate alla servitù e alla necessità di istruire adeguatamente i camerieri prima di una cena, oppure all'ordine di ingresso in sala da pranzo.
Ciò non vuol dire che questo volume sia inutile per voi, come dice il titolo "Non è per snob". Le maniere non appartengono solo alle persone di un certo ambiente o di un certo ceto sociale, ma afferiscono a ognuno di noi, ci permettono di presentarci in modo adeguato alla situazione, di valorizzarci e di arricchirci tramite le esperienze altrui.
Se amate l'argomento allora "Non è per snob" sarà una perla da tenere nella vostra libreria o da regalare agli amici. Lo potete acquistare su amazon, con un click.
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