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giovedì 30 agosto 2018

*Review Party: La piccola bottega di Parigi di Cinzia Giorgio

Cinzia Giorgio è ormai da tempo un'autrice italiana  affermata, apprezzata sia per i suoi saggi che per i suoi romanzi storici e romantici. Questa volta torna in libreria con "La piccola bottega di Parigi", la storia di una donna ancora in lotta con gli errori del proprio passato.
Seguite il Review Party per conoscere le opinioni di tutte le blogger partecipanti!


Genere: narrativa
Prezzo cartaceo: 10.00
Prezzo ebook: 2,99

Edito: Newton Compton


Quarta di copertina:


Corinne Mistral è un giovane avvocato che non perde mai una causa. Vive a Roma e lavora presso il prestigioso studio legale della famiglia del fidanzato. Si sta dedicando anima e corpo a una causa molto importante quando la raggiunge la notizia della morte di sua nonna e dell’eredità che le ha lasciato: un atelier di alta moda a Parigi, nel bellissimo quartiere del Marais. Corinne parte immediatamente, decisa a sistemare il più presto possibile la faccenda e tornare poi al suo lavoro. Ma, una volta lì, resta affascinata dalla straordinaria storia di sua nonna, una donna che lei ha potuto conoscere pochissimo e che è stata persino allieva e amica della grande Coco Chanel. Il ritorno a Roma è rallentato ulteriormente dalla presenza dell’esecutore testamentario: qualcuno che Corinne conosce bene, troppo bene… Che non si tratti di un incontro casuale?




Corinne sembra avere una vita perfetta, lavora in uno studio legale di prestigio, dove ricopre un'ottima posizione, e il suo fidanzato le ha appena chiesto di sposarla.
Una volta finita la serata, dopo aver pronunciato il primo sì, Corinne si ritrova con un anello di fidanzamento e tante lacrime. Colta da una tristezza inspiegabile. Massimo è il compagno ideale, un professionista stimato, un uomo dolce e comprensivo che non le ha mai fatto mancare nulla.
E allora perchè i suoi pensieri tornano a Leo, il suo primo amore di gioventù?
Negli stessi giorni, Anna, la nonna paterna di Corinne viene a mancare e lascia come esecutore testamentario proprio Leo. Corinne lo riconosce subito, forse con la memoria del cuore, dato che l'uomo ha subito una metamorfosi fisica non indifferente. Lo splendido adolescente con la bellezza di una divinità greca sembra sparito nel nulla, al suo posto c'è un quarantenne con la pancia, le occhiaie e la stempiatura. Solo gli occhi sembrano rimasti quelli di un tempo, di un azzurro che si fa fatica a dimenticare. Nonna Anna lascia alla nipote un'eredità pesante, una bottega a Parigi, sommersa di debiti, e un vecchio amore con cui fare i conti.
Corinne parte con Leo, senza confessare nulla a Massimo e piano piano (ri)conosce l'uomo che l'aveva introdotta all'amore, che le aveva fatto scoprire i crampi della gelosia e l'estasi della passione. Un uomo che l'aveva abbandonata per poi perdersi a sua volta, nella droga, nella vigliaccheria di chi aveva tutto con troppa facilità e non ha saputo conquistarsi nulla, a parte una moglie ricca che non ama. L'attrazione sembra accendersi di nuovo e costringe Corinne a voltasi indietro, a fare i conti con un passato pesante, di cui ha chiuso le porte troppo in fretta.
In questo percorso l'aiuteranno le lettere di nonna Anna, una giovane sarta italiana emigrata in Francia, che a Parigi ha conosciuto Coco Chanel, che ne ha subito il fascino e l'influenza, con la voglia di conquistarsi delle libertà che alle donne sembravano ancora precluse.
La piccola bottega di Parigi e Corinne seguiranno lo stesso sentiero, dalla crisi alla rinascita.

Onestamente, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso da questo romanzo.
Mi aspettavo una storia d'amore, che non c'è.
"La piccola bottega di Parigi" non è una storia d'amore, bensì la storia di una donna che non riesce ad affrontare la vita, a gioire del prossimo matrimonio, perché non ha elaborato il proprio passato. Un passato che credeva di essersi lasciata alle spalle, di aver chiuso a chiave insieme a vecchi diari.
E invece no, c'è voluta la morte della nonna e l'incontro con il primo amore per far capire a Corinne che i conti non quadravano, che alcune decisioni l'avevano portata sulla strada sbagliata.
La piccola Corinne, di cui leggiamo i diari, era infiammata da un amore adolescenziale, di quelli totalizzanti e accecanti. Un amore che è stato tanto idealizzato da diventare il simbolo della vera passione, spontanea e sincera, in confronto alla quale il rapporto con Massimo appare tiepido, sbiadito. Un'illusione che si scontra con il presente, in cui Leo ha perso l'avvenenza ma non l'egoismo, né la vigliaccheria.
Mi sono trovata a rabbrividire nel leggere alcuni dialoghi tra Leo e Corinne, lui volgare e untuoso, lei lei ancora parzialmente vittima dell'antico incantesimo. In molte occasioni ho incitato la protagonista ad alzarsi e lasciare l'ex lì da solo, come meritava, ma non mi ha dato ascolto. Forse perché doveva ancora arrivarci.
Per fortuna, ci sono le lettere della giovane Anna, che aiutano la nipote Corinne a rimettere nella giusta prospettiva l'eredità (e non solo...).
Anna non era soltanto una nonna abbandonata anni prima, era stata un'emigrante, un'umile sarta nella splendente Parigi, per poi diventare una custode del tempio della moda, l'atelier di Coco Chanel. Ecco, se c'è un personaggio che si erge sopra tutti gli altri, pur avendo un piccolo spazio nel romanzo, è proprio Coco Chanel. Ironica, sopra le righe, coraggiosa, appassionata, Coco sembra avere sempre la battuta perfetta e la lungimiranza utile a rimettere tutti i personaggi in carreggiata.
L'atelier di nonna Anna, una donna che ora Corinne vede con occhi nuovi, diventa anche il filtro attraverso il quale la protagonista può esaminare il proprio passato. Corinne inizia a capire la reale natura di Leo quando le consiglia di liberarsi dell' Atelier, in quel momento l'uomo idealizzato si incrina, per lasciar posto al vero Leo. Questo permette a Corinne di riflettere sui propri ricordi, di dissotterrarli e rileggerli, a mente fretta.
Ricuce gli strappi della propria vita, con la stessa abilità che nonna Anna metteva nel cucire un tailleur. E, finalmente smette di farsi soffocare dai segreti, per lasciar entrare chi l'ha amata davvero, i suoi genitori, i nuovi amici e... non posso dirvi di più!

"La piccola bottega di Parigi"insegna che non può esserci un futuro, se prima non si messo da parte il passato, che le proprie radici, familiari e personali, vanno coltivate per poi far fiorire il resto della vita.

Non lo consiglio a chi cerca il romanticismo zuccheroso, confortante, mentre lo segnalo a chi cerchi una storia più realistica, con una buona dose di dolore, di cadute e di rivincite.
Infine, lo consiglio anche alle amanti della moda a chi sogna di avere una borsa Chanel o non sa rinunciare al celeberrimo profumo numero 5. Se avete mai desiderato incontrare Coco Chanel e ricevere da lei qualche consiglio (di vita e di stile) questo è il romanzo giusto per voi!


4 commenti:

  1. Molto carino questo romanzo, una piacevole scoperta. E poi io non sono una molto zuccherosa!

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    1. A me piace molto lo zucchero, ma ogni tanto un sapore diverso non guasta!

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  2. E' piaciuto anche a me molto il percorso dal presente al passato, il dover guardarsi indietro

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  3. Sì, credo sia il tema centrale del romanzo.

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