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lunedì 7 settembre 2020

Review Party: "Il duca e io" di Julia Quinn

Dopo avervi introdotti nell'epoca Regency, posso finalmente parlarvi del primo romanzo della serie Bridgerton di Julia Quinn. Ero davvero curiosa di leggere "Il duca e io", sono stata felice che Mondadori abbia scelto di ripubblicarlo nella collana Oscar Bestseller (e li ringrazio per la copia digitale).
Un motivo in più per seguire la serie è lo sceneggiato che arriverà nei prossimi mesi su Netflix. Vorrete mica farvi trovare impreparati?


Genere: Historical Romance
Serie: Bridgerton #1
Pagine:
Prezzo Ebook: 6,99
Prezzo Cartaceo: 14,00
Edito: Mondadori

Quarta di Copertina:

Londra, 1813. Simon Arthur Henry Fitzranulph Basset, nuovo duca di Hastings ed erede di uno dei titoli più antichi e prestigiosi d'Inghilterra, è uno scapolo assai desiderato.
A dire il vero, è letteralmente perseguitato da schiere di madri dell'alta società che farebbero di tutto pur di combinare un buon matrimonio per le loro fanciulle in età da marito.
E Simon, sempre alquanto riluttante, è in cima alla lista dei loro interessi.
Anche la madre di Daphne Bridgerton è indaffaratissima e intende trovare il marito perfetto per la maggiore delle sue figlie femmine, che ha già debuttato in società da un paio d'anni e che rischia di rimanere - Dio non voglia! - zitella.
Assillati ciascuno a suo modo dalle ferree leggi del "mercato matrimoniale", Daphne e Simon, vecchio amico di suo fratello Anthony, escogitano un piano: si fingeranno fidanzati e così saranno lasciati finalmente in pace.
Ciò che non hanno messo in conto è che, ballo dopo ballo, conversazione dopo conversazione, ricordarsi che quanto li lega è solo finzione diventerà sempre più difficile. Quella che era iniziata come una recita sembra proprio trasformarsi in realtà.
Una realtà tremendamente ricca di passione e coinvolgimento…


Con "Il duca e io" conosciamo, finalmente, i componenti della famiglia Bridgerton, una nidiata di idoli del ton, tutti rigorosamente dai capelli castani.
Lady Violet è arrivata al fatidico momento: quello in cui deve cominciare ad accasare le figlie.
Daphne è alla sua seconda stagione non ha ancora trovato un marito, ma ha ricevuto solo proposte poco entusiasmanti, ed è vista da ogni gentiluomo della buona società come un'amica con cui cui chiacchierare, ma priva delle attrattive che ispirano sentimenti romantici.
Almeno fino a che il Duca di Hastings non si interessa a lei, perchè, si sa, i Duchi hanno sempre ragione.
Dal canto suo, Simon vuole solo togliersi di torno "Le Madri", agghiaccianti gentildonne ferocemente determinate a far sposare le figlie con gli scapoli d'oro rimasti. Ma, se deve essere onesto, Simon vuole anche trascorrere del tempo con Daphne.
Daphne troppo Bridgerton per essere sedotta.
Troppo Bridgerton per essere insignificante e dimenticabile.
Ma non troppo Bridgerton per far finta di esserne innamorato. Una finzione straordinariamente semplice, che permetterà a lui di evitare qualche nubile stella della stagione e a lei di trovare il tanto sospirato marito.
Ma darla a un altro è davvero ciò che vuole?

Julia Quinn è conosciuta tra le amanti del romance regency per il suo stile frizzante, scaccia pensieri, e spassoso. La tipica autrice a cui si perdonano "licenze" sugli usi dell'epoca... semplicemente perchè fa troppo ridere per star lì a criticare.
"Il duca e io" è un ottimo esempio di come l'autrice riesca a costruire personaggi sfaccettati, protagoniste in cui identificarsi, protagonisti da desiderare, vicende per cui emozionarsi, e poi... accorgersi di aver riso per almeno metà romanzo. Davanti ai suoi dialoghi brillanti, ma anche alle situazioni che riesce a dipingere, non si può restare indifferenti!
I Bridgerton, di sicuro, le danno ottimo materiale per ricamare una buona storia regency.
Otto fratelli, contraddistinti dagli stessi capelli castani, che sono stati chiamati in ordine alfabetico dai genitori, quasi temessero di ricordarsi chi fosse il più grande e chi il più piccolo.
Otto membri dell'aristocrazia che si mostrano ai lettori nel loro essere, semplicemente, una famiglia. Nessuno dà troppa corda a Anthony solo perchè è il primogenito ed ha ereditato il titolo di visconte, nessuno tratta Daphne come una signorina delicata perché è alle prese con la stagione. Botta e risposta, dispetti veri e propri, canzonature sono all'ordine del giorno e rivaleggiando con la storia d'amore per simpatia. E su tutti, a vegliare come una vera matriarca, c'è Lady Violet.


Il legame familiare tra i Bridgerton è importante anche per tratteggiare la relazione tra i protagonisti. Daphne ha vissuto da privilegiata, in un ambiente pieno d'amore, ovattato ma esuberante, con sette autentici Bridgerton (tra fratelli e sorelle) che non l'hanno mai fatta sentire sola, che l'hanno spinta a desiderare di poter creare a sua volta una grande famiglia chiassosa e felice. Ma per questo le serve un marito. Solo che lei è troppo castana per rivaleggiare con le bellezze bionde, troppo schietta, troppo amica per infiammare gli animi dei gentiluomini. E ha anche troppi fratelli che mettono in fuga i pretendenti.
Fino a che non conosce Simon, l'unico uomo di cui non deve innamorarsi. Un libertino, un uomo dalla reputazione scandalosa, che non intende prendere moglie e dal quale viene messa in guardia da chiunque. Ma con Simon è così semplice parlare, così meraviglioso danzare, e poi... lui la guarda come se fosse bella, desiderabile. La fa sentire in un modo del tutto nuovo, qualcosa di così personale e intimo che fa pensare a Daphne come donna, non come sorella Bridgerton.
Daphne è una protagonista che fa tenerezza, perché ha un animo romantico pur essendo a tratti un vero maschiaccio. Una donna forte, testarda, pur venendo trattata come la sorellina da proteggere.
Simon è il suo opposto.
Non ha mai conosciuto l'amore di una famiglia, disprezzato dal padre per la sua balbuzie, è cresciuto nel più sordo rancore e col proposito di vendetta. Simon splende nella buona società per dispetto, si regge sulla collera e non conosce altro che solitudine. Eppure, quando si guarda oltre la facciata, si scopre un uomo che apprezza persino le briciole d'affetto, un uomo che per quanto detesti i ricevimenti non rifiuta gli inviti per non deludere i vecchi amici dell'università, facendo un torto alle loro mogli.
Per lui l'amicizia è un vincolo sacro, soprattutto quella con Anthony Bridgerton, che conosce da anni. E le sorelle degli amici sono proibite.
Peccato che Daphne, così convinta di essere poco attraente, e allo stesso tempo così sincera e diretta, diventi irresistibile.
Simon, che non si è mai legato a nessuno, resta ammaliato dalla naturalezza con cui può conversare con lei, dal modo in cui il suo corpo la desidera, dalla famiglia che l'ama e, con generosità, sembra accogliere anche lui.

La storia di Daphne e Simon non segue l'iter delle fiabe, non termina con un matrimonio dalla gioia perfetta.
Julia Quinn annoda il destino di due protagonisti con un passato troppo diverso, la cui idea di futuro collide. Le nozze non sono un lieto fine, ma un passo ulteriore alla scoperta di se stessi, il momento in cui i nodi arrivano al pettine e fanno male.
Si apre una seconda parte del romanzo decisamente meno frivola, meno divertente e più intensa, i protagonisti devono fare i conti con il dolore dell'altro, ferirsi per potersi curare. Una seconda parte che ho apprezzato meno ma che, forse, rende più reale la storia e gli dà un tocco di drammaticità molto ottocentesco. Comunque, il lieto fine è assicurato.

Ho trovato molto gradevole anche il secondo epilogo. L'autrice, anni dopo aver concluso la serie, ha regalato ai fan un secondo epilogo a ogni romanzo e la Mondadori ha deciso di includerlo nel rispettivo libro, cosa di cui sono molto lieta.
C'era una prova irrisolta nel romanzo "Il Duca e io", che trova nell'epilogo la sua degna conclusione.

Noi ci ritroviamo qui, l'undici settembre, con la recensione del secondo romanzo della serie: "Il visconte che mi amava".
Che ne dite, sarà vero che I libertini redenti diventano i migliori mariti?

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