Avete mai pensato di essere nate nell’epoca sbagliata?
Sentite il potente richiamo di merletti e crinoline, sospirate al pensiero di un baciamano?
Se la risposta è sì, allora… Benvenute nell’epoca regency!
Un po’ di date, poche, lo prometto!
A stretto rigore, l’epoca della Reggenza va dal 1811 al 1820, anni in cui il Principe di Galles, Giorgio Augusto Federico, assunse la reggenza del trono paterno. Il Re Giorgio III, infatti, manifestava una preoccupante e conclamata instabilità mentale (ora si ritiene conseguenza della porfiria), tale da indurre il Parlamento a spingere per la Reggenza.
Per convenzione, però, qualcuno parla di Regency ancora fino al 1830, quando in realtà si conclude l’epoca Georgiana.
A ben guardare, il breve regno di Guglielmo IV è schiacciato da due giganti della storia inglese: l’epoca regency da un lato e l’epoca vittoriana dall’altro. Due momenti molto diversi per figure di spicco, clima culturale e politico. Se l’epoca Vittoriana è conosciuta per il richiamo alla moralità e per l’estensione egemonica dell’impero britannico nel resto del mondo, l’epoca della Reggenza è invece famosa per la leggerezza dei costumi e dei divertimenti, è il momento in cui Londra rinasce sotto la spinta della season, l’Inghilterra esce vittoriosa e gonfia d’orgoglio dalle guerre napoleoniche e tutte le arti rifioriscono grazie a un clima culturale in pieno fermento.
La Cultura
Il libro - Marcus Stone |
Poche epoche sono state tanto feconde di talento, come quella regency.
Per le lettrici romantiche, citerò un nome su tutti: Jane Austen.
Anche se la stesura di Prime Impressioni è stata terminata nel 1797, sarà solo nel 1813 che Orgoglio e Pregiudizio arriverà alla stampa, ottenendo subito un tale riscontro di pubblico da costringere l’editore a una seconda edizione nello stesso anno. Il successo di Jane Austen fu tale che anche l’intera tiratura di Mansfield Park terminò in sei mesi.
Ora, pensateci, potete vedere un’epoca intera rivivere attraverso la penna di un’autrice acuta e mai dimenticata.
Il Regency è la bellezza superba di Pemberley, il romanticismo delle lettere del Capitano Wentworth, l’arroganza ostile di una parte dell’aristocrazia (Lady de Bourgh!), e i magheggi di chi il potere non l’ha ancora del tutto conquistato (Lady Susan), ma anche la vita leggera di Emma, quella più complessa eppure appassionata delle sorelle Dashwood.
Se Jane Austen ci mostra il lato romantico del Regency, altri autori ci lasciano uno spiraglio su quello più appassionato o dissoluto. Il primo da citare è senza dubbio Lord Byron, che ereditò il titolo da uno zio, ma conquistò il bel mondo solo grazie al suo carisma personale. Viaggiatore instancabile, poeta intenso, arbitro d’eleganza e, soprattutto, amante scandaloso. Lord Byron intrattenne diverse relazioni con donne del proprio ceto, tra cui Carolin Lamb che lo definì in seguito “Pazzo, cattivo e pericoloso”, ma furono il legame con la sorellastra Augusta e le relazioni omosessuali a scandalizzare il ton e spingere Byron ad allontanarsi da Londra.
Insomma, se da un lato troviamo l’irreprensibile Mr. Darcy come modello romantico, dall’altro abbiamo Lord Byron come prototipo del libertino irriducibile e dal fascino pericoloso.
In quegli anni, se la buona società era stanca di leggere le poesie di Keats o le più inquietanti storie di Frankestein del Vampiro (nate anche grazie all'influenza di Lord Byron sulla signora Shalley e Polidori), poteva radunarsi nelle gallerie per ammirare un paesaggio di William Turner o le opere della nuova confraternita che riempiva i musei di bellezza e i salotti di pettegolezzi: i Preraffaelliti.
La (buona) società:
Ammettiamolo, abbiamo tutte imparato dalla signora Bennet l’importanza di accalappiare un marito, meglio se danaroso. Nella serie regency scritta da Julia Quinn è Lady Violet Bridgerton, a non sottovalutare la questione, dando continui ricevimenti per sistemare non solo le figlie, ma anche i figli maggiori, conosciuti nel ton come gli scapoli d’oro del mercato matrimoniale.
Durante l’epoca della Reggenza (ma non solo), la missione principale di una signorina della buona società era di sicuro convolare a nozze, possibilmente con un uomo d’alto rango che portasse con sé rendite e titoli. Ma a quel tempo le signorine di buona famiglia, con i sufficienti mezzi finanziari, avevano una grande alleata: la season.
La Stagione è il momento dell’anno in cui l’aristocrazia abbandona le proprietà di campagna e confluisce nella capitale, ufficialmente perché i Lords devono adempiere ai propri doveri in parlamento, ufficiosamente perché… non c’è nulla di più divertente delle riunioni del ton, degli scandali sussurrati dietro i ventagli, dei balli da Almack’s, le passeggiate in Hyde Park… e non state desiderando di essere lì?
La serie Bridgerton di Julia Quinn mostra, in modo spesso irriverente, uno spaccato della vita dell’epoca. Simon e Daphne Bridgerton si incontreranno proprio durante uno dei balli più attesi della Stagione, mentre lei viene scortata dalla madre nella ricerca di un pretendente che non la costringa a fare da tappezzeria e lui che cerca di fuggire dalle debuttanti… e soprattutto dalle loro irrefrenabili madri!
Anthony, invece, il maggiore dei Bridgerton ci porterà in calesse lungo la Serpentine, un luogo in cui si fa sfoggio delle cavalcature migliori, dei cappellini più estrosi, e si cerca disperatamente di non cadere nei laghetti!
Luci e ombre.
Per quanto non fosse rigidamente moralista, come la seguente società vittoriana, il ton ha delle regole di condotta precise e ogni componente sa di essere sul filo del rasoio, sospeso tra l’accoglienza nel bel mondo e l’emarginazione dopo lo scandalo.
Essere scoperti in atteggiamenti compromettenti poteva condurre a vari esiti: le nozze, un duello (non molto) segreto all’alba in Hyde Park, all’esilio sociale. Ecco, se leggerete i Bridgerton, particolarmente i primi tre romanzi della serie, potrete divertirvi a scoprire a quali personaggi corrispondono questi risultati! Vi dico solo che Simon, duca di Hastings, avrà una vita parecchio movimentata suo malgrado.
Per quanto un conto in banca florido potesse aprire molte porte, il ton in epoca regency è geloso del proprio sangue splendidamente blu. Siamo nell'epoca in cui la borghesia comincia a prendere piede, i nuovi ricchi osano avvicinarsi all'aristocrazia ed essa si ritrae ancor di più nel proprio snobismo fatto di autodichiarata perfezione. In quest’ottica, avere il sangue blu solo per metà, essere un’illegittima, poteva comunque rappresentare un ostacolo all’ingresso nei salotti, perché certe macchie sono difficili da levar via, anche se incolpevoli. Seppure aver il sangue solo leggermente blu, era meglio del rosso plebeo, come scoprirà Sophie, protagonista de “La proposta di un gentiluomo”.
Chi mi segue da tempo sa che il regency è un mio punto debole, colleziono romanzi ambientati in quest’epoca e, tra i miei sogni nel cassetto, c’è quello di scrivere un regency romance, ragion per cui potrei andare avanti ore a parlarvi delle contraddizioni e del fascino di questo decennio… ma non lo farò!
Vi invito a seguire le prossime tappe del blog tour dedicato al mondo regency e alla serie Bridgerton, che conterranno tantissimi altri approfondimenti!
Ci ritroviamo qui tra qualche giorno, per le recensioni dei primi tre romanzi “Il duca e io”, “Il visconte che mi amava” e “La proposta di un gentiluomo”, che la Mondadori mi ha gentilmente inviato in ebook.
Adoro questa tipologia di romanzi!
RispondiEliminaAnch'io! <3
EliminaI romance storici, specialmente regency, sono proprio la mia comfort zone.