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venerdì 11 settembre 2020

Review Party: "Il visconte che mi amava" di Julia Quinn

Buongiorno,

continua il Review Party più Regency che ci sia sul web. Grazie alla Mondadori, le mie compagne blogger ed io possiamo ammorb .... parlarvi della serie Bridgerton di Julia Quinn.
Oggi tocca a "Il visconte che mi amava", che ci farà conoscere meglio Anthony, l'erede del titolo.


Genere: Historical Romance
Serie: Bridgerton #2
Pagine: 326
Prezzo Ebook: 6,99
Prezzo Cartaceo: 14,00
Edito: Mondadori

Quarta di Copertina

La Stagione del 1814 sembra essere promettente e ricca di nuovi fidanzamenti. Certo, non per Anthony Bridgerton, erede di un antico viscontado, probabilmente lo scapolo più ambito di Londra, che non ha mai dimostrato alcun interesse per le faccende matrimoniali. E in realtà, perché mai dovrebbe? È il prototipo del libertino, un mascalzone allergico alle etichette dell'alta società e decisamente pericoloso per donne e fanciulle.

Questo, quanto meno, è ciò che tutti pensano. In realtà Anthony non solo ha in animo di sposarsi, ma ha anche già scelto la futura moglie, Edwina Sheffield, una debuttante subito soprannominata "lo Splendore".

Peccato che la dolce Edwina si rifiuti di accettare proposte senza l'approvazione della sorella maggiore Kate, una donna sicura di sé, o meglio una "zitella ficcanaso" che non ha la minima intenzione di affidare l'angelica sorellina nelle grinfie di un uomo del genere.

Se vuole Edwina, Anthony deve prima riuscire a conquistare la fiducia di Kate.

L'impresa rivelerà risvolti inaspettati, e indubbiamente piacevoli




Con "Il visconte che mi amava" continua la serie dedicata ai Bridgerton.
Dopo la felice sorte toccata a Daphne, convolata a nozze (non senza complicazioni) con il duca di Hastings, questa volta è il primogenito della famiglia a lanciarsi sul mercato matrimoniale.

Anthony è diventato Lord Bridgerton molto, troppo, presto. La morte di suo padre l'ha segnato in modo profondo, facendo nascere in lui l'assurda convinzione di avere "una scadenza", un fato malevolo che non gli consentirà di vivere oltre i trentotto anni, come suo padre. Per questo, fin da giovane si è dedicato ai piaceri più dissoluti con estrema dedizione, meritandosi il titolo di libertino, che non ha perso neppure quando i bollori più sfrenati hanno cominciato a raffreddarsi.
Ma è giunto il momento in cui la frenesia deve lasciare il posto alla responsabilità: Anthony ha un titolo da tramandare, ed è per questo che deve trovare una moglie che gli dia un erede. 
Non che sia innamorato.
Non voglia poi davvero sposarsi.
Non che abbia in mente una donna precisa.
A ben vedere, le richieste di Anthony sono poche: gli serve una moglie che sia intelligente, di aspetto piacevole e di cui, assolutamente, non dovrà innamorarsi.
Perché l'amore complica tutto, e lui non può immaginare quanto sia doloroso sapere di dover morire, lasciando sola la persona che si ama. Lasciandola nello stesso dolore che ha afflitto sua madre, Violet Bridgerton.
La scelta ricade su Edwina Sheffield, perché è la beniamina della Stagione ed è bella in modo accecante. Peccato che sia accompagnata da una sorella il cui parere è fondamentale per le nozze e, per la prima volta, Lord Bridgerton deve superare il vaglio.
Deve sforzarsi di piacere.
Lui che è sempre stato più in alto di qualunque giudizio. Lui che le donne le ha fatte cadere con uno schiocco di dita.

Kate Sheffield non ha intenzione di concedere la sua adorata sorella a un libertino della peggior specie. Seppure la famiglia viva in ristrettezze economiche, destinate ad aggravarsi essendo tre donne sole, esige che la sua cara Edwina sposi un uomo che la rispetti, che provi per lei un affetto sincero. Insomma, non un nobile dalla reputazione mostruosa e il fascino letale, non un giovane convinto di poter avere chiunque voglia, basta che lui lo voglia.
Insomma, non Lord Bridgerton.
Peccato che Anthony sia in grado di tenere testa a Kate, a gareggiare col suo sarcasmo, a non lasciarsi mettere in fuga quando lei gli pesta i piedi durante i balli, quando gli dice a chiare lettere che no, non avrà sua sorella. Ma lei?
Incontro dopo incontro, Kate sarà costretta a mutare parere, a guardare il visconte con altri occhi. E anche Anthony si accorgerà di mirare un po' più a destra di quel che era il suo bersaglio. Può accontentarsi di una donna che non è definita "Splendore" ma che ai suoi occhi lo è? Può accettare al suo fianco un'instancabile criticona, però acuta e divertente?
Può rischiare di innamorarsi?




"Il visconte che mi amava", tra i primi tre romanzi della serie appena ripubblicati nella collana Oscar Mondadori, è quello che, a parer mio, esprime meglio lo stile Quinn.
Julia Quinn si è affermata nel mondo dell' historical romance per la sua firma piena di verve, i suoi dialoghi frizzanti, i personaggi scanzonati ma comunque profondi. Quando si compra un suo romanzo si è quasi certi di trovarci risate e leggerezza, in maniera preponderante, e questo libro mantiene le premesse.
Il rapporto dei protagonisti è un hate to love. Nessuno dei due ha previsto di innamorarsi dell'altro, nessuno dei due vorrebbe mai innamorarsi dell'altro.
Accidenti, no!
Kate detesta i libertini e Anthony non vede oltre "le bellezze impareggiabili", due come loro non avrebbero dovuto scambiarsi più di qualche parola nei salotti del ton, ma il destino ci mette lo zampino. E i protagonisti collidono.
E nello scontro si scatenano scintille. La Miss Sheffield sbagliata e il visconte non si piacciono e se lo dicono apertamente, anche nei momenti meno consoni, come durante i balli. Un fuoco di fila di ironia e sarcasmo che non può lasciare indifferenti i lettori. Un primo passo che li avvicina, che consente a entrambi di studiarsi, di notare quanto l'altro sia entrato nei pensieri, nei sogni, nelle fantasie proibite. Seduzione, risate, nessun impegno.
Almeno fino allo scandalo che forzerà la mano a entrambi.

A livello strutturale, ho trovato diverse analogie con "Il duca e io".
Anche qui le nozze dei protagonisti non rappresentano il lieto fine, ma un traguardo che dovranno superare per arrivare alla sospirata felicità. Una coronamento d'amore che passa attraverso il riconoscimento delle paure peggiori di Anthony e Kate perchè, prima di essere una coppia, sono due persone con un passato difficile fatto di lutti subiti e timori mai elaborati. Questa parte appesantisce la narrazione, per dare ai personaggi una maggiore profondità, per mostrare ai lettori alcuni dei loro moventi e conflitti interni. Si abbandona per un po' il buonumore, ma nel complesso non toglie al romanzo il suo registro ironico.

Bonus de "Il visconte che mi amava" è senza dubbio la scena della partita di Pall Mall. Non solo perchè dà uno spaccato di vita dell'epoca, fatta anche di giochi all'aperto nelle residenze di campagna, ma anche perchè caratterizza in modo irresistibile la famiglia Bridgerton. Non si può resistere all'indole scorretta del loro gioco, alle battute taglienti, ai dispetti ma soprattutto all'affiatamento che si respira tra i fratelli maggiori.
Se nella serie Netflix non ci sarà questa scena io propongo fin da ora una petizione di protesta!

Allora, vi ho convinti a leggere questo romanzo?
Se avete bisogno di un'altra spintarella vi invito a passare dalle mie compagne di blogtour, trovate i nomi nel banner in alto. Noi ci vediamo il quattordici settembre con "La proposta di un gentiluomo", la storia dedicata a Benedict!


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