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sabato 21 novembre 2020

Review Tour: Una festa da sogno di Karen Swan

 Anche quest'anno mi avvicino al Natale grazie a un romanzo di Karen Swan. Non è il momento giusto per organizzare "Una festa da sogno", ma dove non arriva la realtà… arrivano i libri!

Genere: Romance
Pagine: 452
Prezzo Ebook: 5,99
Prezzo Cartaceo: 12,00
Edito: Newton Compton
Quarta di Copertina

Il maestoso castello di Lorne, arroccato sulle scogliere nel sud dell’Irlanda, appartiene alla fa­miglia di Ottie, Pip e Willow da secoli. Nessuno avrebbe po­tuto aspettarsi che, alla morte di Sir Declan, nella spartizione dell’eredità il castello sarebbe stato destinato a Willow, la più piccola. Ottie e Pip sono senza parole: perché proprio a lei? Tre anni prima, infatti, per un motivo che nessuno conosce, Willow ha lasciato la città per trasferirsi a Dublino, giurando che non sarebbe mai più tor­nata. Come se non bastasse, Willow ha intenzione di ven­dere il castello, cosa che rat­trista Ottie e Pip. Per fortuna l’acquirente, Connor Shaye, ha intenzione di convincere le tre sorelle a dare una festa di addio. E, in una notte magica sulla scogliera, persino i segreti più misteriosi possono tornare alla luce. Ottie, Pip e Willow saranno in grado di lasciarsi il passato alle spalle?


C'è qualcosa di più magico della triade: Irlanda, Natale, Castello?
Secondo me, no.
Per questo mi sono fiondata sull'opportunità di leggere in anteprima il nuovo romanzo di Karen Swan e ringrazio la Newton&Compton per la copia digitale.

Devo, però, sgombrare subito il campo da un equivoco in cui la quarta di copertina mi ha fatta cadere. Willow, la piccola dei Lorne, non è la protagonista di "Una festa da sogno" o meglio, non è la sola protagonista. Questo romanzo, infatti, è l'affresco di uno spaccato di famiglia in cui tre sorelle hanno lo stesso spazio. Tre vite avviluppate da legami familiari e un profondo affetto, eppure divise da incomunicabilità e segreti.
Declan Lorne è stato l'ultimo cavaliere vivente d'Irlanda. Un cavalierato che affonda le radici secoli addietro e che è sopravvissuto insieme alla discendenza maschile, non essendo trasmissibile alle eredi donne. Per questo Ottie, Pip e Willow si sono sentite, almeno una volta nella vita, una delusione. Una chance mancata di continuare a tenere stretto un titolo che rappresenta l'essenza della casata. Un fallimento per il padre così orgoglioso di essere un cavaliere.

Alla morte del padre, però, le tre sorelle scopriranno di dover dire addio non solo al genitore, ma anche al titolo...e al castello. Dopo secoli di splendore, la casata dei Lorne è schiacciata dai debiti. E il vecchio maniero, che per loro è semplicemente "casa", non ha speranza di tornare ad accoglierle.
Sarà Willow a dover spezzare definitivamente quel legame, la sorella minore che da anni si è trasferita a Dublino allentando già i nodi che la stringevano alla famiglia. L'uccellino volato via dal nido, ora, è stato richiamato per distruggerlo.
Ma per tutte e tre le sorelle è giunto il momento di voltare pagina, di accogliere un futuro con cui non avevano ancora fatto i conti.

"Una festa da sogno" è un romanzo corale, familiare, che ho trovato molto suggestivo.
Senza dubbio l'ambientazione ha aiutato, perché i paesaggi nuvolosi d'Irlanda, con le scogliere spazzate dal vento e le cittadine in cui ogni avvenimento importante viene discusso al pub, sono davvero irresistibili. Karen Swan è stata brava ad affrescare questo piccolo borgo, in cui si conoscono tutti, le strade sdrucciolevoli e poco trafficate perchè meno famose di altre zone dell'isola e poi il vecchio castello che si erge un po' tarlato in mezzo alla campagna. Sembra di poterci camminare in quest'ambientazione, di riuscire a vedere le sale con i parati stinti ma ancora lussuosi, di avvertire la polvere della soffitta e la cenere dal caminetto.
L'atmosfera è senza dubbio invernale, fredda, ma devo dire poco natalizia. Il Natale c'è, arriva anche per la famiglia Lorne, ma esplode nelle ultime pagine. Forse perché le tre sorelle e la loro madre hanno problemi ben più gravi dei regali da comprare.

E veniamo ora i personaggi.
Tre sorelle e una madre vedova, sulle quali si staglia lo spettro di un padre venuto a mancare all'improvviso. Il dolore del lutto grava su tutte loro, ma in particolare su Willow, l'unica che, vivendo a Dublino, non è riuscita ad arrivare in tempo per salutare il padre. Per chiarirsi con lui.
Willow se ne è andata a causa di un segreto che si svelerà solo alla fine, un segreto che l'ha allontanata tempo prima e che la fa ancora sentire distaccata dalla famiglia. E forse è per questo che si arrende al fatto di aver ereditato il castello, di avere l'odioso compito di venire a patti con la realtà e vendere un immobile che, per quanto grandioso, è in perdita totale.
Willow, tra le tre sorelle, è quella concreta. Scevra da nostalgia.
Ma è davvero così? Non è forse chi più a lungo è stato lontano a dover riconciliarsi con i luoghi dell'infanzia, con una famiglia da cui, in fondo, non se ne è mai andata del tutto?

Se la piccola dei Lorne ha una prospettiva più esterna, la sorella maggiore Ottie, è quella che più ferocemente è attaccata alla proprietà. La primogenita che si è sempre sentita la prima delusione. La primogenita che avrebbe potuto essere un Cavaliere, se soltanto fosse nata maschio.
Ottie vive con un assurdo senso di colpa, che la spinge a cercare continuamente l'approvazione paterna, a soffocare le sue reali inclinazioni per incarnare, comunque, l'erede perfetto che si occupi della proprietà. Ma lei è una donna e, come tale, si innamora. Ama un uomo che non può avere, intreccia una relazione disdicevole, segreta, che la spinge a rintanarsi sempre più nel bozzolo del suo cottage sul mare, a restare sempre dove il suo amato può trovarla. Una relazione sbilanciata, di cui lei non riesce a vedere l'intera trama, almeno finché un evento imprevisto non si intromette...
E poi c'è Pip, Philippa. La sorella di mezzo e il vero maschiaccio di casa. Capelli corti, vestiti infangati, passione smodata per i cavalli. Pip si è sempre accontentata di ciò che il padre le ha concesso: la scuderia. Ma portare in giro turisti maldestri e annoiati non è ciò che davvero vuole, non è ciò che sogna. E alla morte del padre, più che fare i conti con un castello in vendita, Pip si rende conto di quanto la vita sia breve e incerta, di quanto sia stupido procrastinare sui propri sogni. Peccato che il suo temperamento la cacci nei guai più di quanto sia lecito.

Karen Swan ha dipinto una sorta di Piccole Donne moderno, che è riuscito ad appassionarmi. Per quanto la narrazione sia frammentata dai tre punti di vista, resta fluida e le vicende delle varie sorelle si intrecciano e si evolvono in parallelo.
La caratterizzazione dei personaggi è perfetta, perchè le tre Lorne sono così diverse l'una dall'altra che è impossibile confonderle. Non credo di avere una sorella preferita, perché mi ha impressionato l'impetuosità di Pip, la fragilità di Ottie e la forza con cui Willow porta il peso della vendita sulle spalle. Ognuna si è costruita una vita indipendente, per ognuna arriverà il momento di fare i conti con se stessa e con l'amore, eppure c'è un filo sottile che continua a unirle nonostante si allontanino. Non ho una sorella, ma credo che l'autrice sia stata brava nel tratteggiare questo rapporto fatto di screzi e solidarietà. Di sicuro, le mie scene preferite sono state quelle in cui le tre sorelle sono insieme, perchè ritrovano un cameratismo e un umorismo a cui è difficile resistere.

Insomma "Una festa da sogno" non lo descriverei come un romance natalizio, perché il Natale è quasi una comparsa e la parte romance per quanto importante non è fondamentale. Lo trovo, piuttosto, un romanzo complesso, una storia familiare che farà innamorare chiunque sia appassionato di Irlanda e di nobiltà (inesorabilmente) decadente.
Una festa da sogno ci insegna come il mondo in cui abbiamo sempre vissuto possa finire, ma ciò non vuol dire che dobbiamo avere paura del futuro. Forse il lieto fine è proprio oltre la soglia, in quel domani che abbiamo sempre guardato con timore.

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