La recensione di oggi è in collaborazione con Mondadori Oscar Vault, che sta diventando un marchio fondamentale per gli appassionati di fantasy.
Genere: Fantasy
Pagine: 396
Prezzo Ebook: 9,99
Prezzo Cartaceo: 20,00
Prezzo Cartaceo: 20,00
Edito: Mondadori
Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto.
Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura… Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma.
Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: LE DIECIM POR. Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei…
January Scaller si sente irrimediabilmente sola nella grande magione in cui è ospitata. Suo padre compie per il signor Locke ricerche sulle tracce di misteriosi manufatti, pericolose avventure di cui January vorrebbe far parte, ma che gli adulti giudicano inadatte a una bambina.
Una bambina che viene cresciuta per diventare una signorina per bene ma che, invece, vorrebbe solo fuggire dalle aspettative altrui, che non corrispondono alla sua indole. Desideri che, quasi per caso, sembrano realizzarsi quando January trova una porta azzurra in un campo incolto, che conduce a un villaggio sul mare in cui non riesce più a tornare. Un'avventura che, con il tempo, si convince di aver immaginato.
Finché suo padre non dà più tracce di sé. Tutti lo credono morto, ma January non riesce ad accettarlo, soprattutto ora che la società del signor Locke sembra tacere e nascondere più di quanto sembri.
Ora che January ha trovato un antico manoscritto che tratta proprio di quelle porte che lei, una volta, è riuscita a far apparire.
Da questo momento si dipana un'avventura che sconvolgerà totalmente la placida vita di January. Ogni certezza le viene strappata, dalla confortevole magione di Locke, alla sensazione di essere stata sempre, in un certo modo, amata e protetta. January diventa prigioniera e fuggiasca, consapevole di possedere un potere misterioso e terribile: riesce a far avverare ciò che scrive. Le parole diventano una bacchetta magica per modificare la realtà, far apparire Porte laddove c'erano solo mura.
Libertà dove c'è oppressione.
Libertà dove c'è oppressione.
Ma le Porte per January non segnano solo il passaggio da un luogo all'altro, riescono a essere per lei un mezzo per la riscoperta della sua identità. La storia della sua famiglia è intimamente legata a quei passaggi bizzarri, già varcati da sua madre e suo padre prima di lei.
Ma la storia ci insegna che c'è sempre qualcuno pronto a soffocare la libertà e la conoscenza.
Per January non sarà diverso, ma lei è pronta a lottare.
"Le diecimila porte di January" è un fantasy ricco di tematiche interessanti, fin dalla scelta della protagonista.
January è una ragazza cresciuta come nell'Ancient Regime, tenuta sotto una soffocante campana di vetro, tra buone maniere, corsetti e ricevimenti. Eppure, lei non fa parte del bel mondo del signor Locke. Si trova in una di quelle scomode posizioni di mezzo in cui non appartieni a nessun posto.
January è una ragazza cresciuta come nell'Ancient Regime, tenuta sotto una soffocante campana di vetro, tra buone maniere, corsetti e ricevimenti. Eppure, lei non fa parte del bel mondo del signor Locke. Si trova in una di quelle scomode posizioni di mezzo in cui non appartieni a nessun posto.
In quanto pupilla è troppo in alto per stare con la servitù e troppo in basso per essere considerata pari dalla buona società.
A ciò si aggiunga lo strano colore bruno rossastro della sua pelle, che la rende immediatamente invisa agli estranei.
Tramite la sua protagonista, ma anche alcuni dei personaggi secondari, l'autrice riesce ad affrontare temi come la diversità di classe, il razzismo, la condizione subalterna delle donne. E lo fa trasmettendo un modello femminile caparbio, pronto a lottare per la propria autodeterminazione, ma senza per questo dimenticare il sentimento.
Personalmente, l'ho apprezzato molto.
Quello che non ho apprezzato, invece, è stato il ritmo narrativo.
La prima parte del romanzo è atrocemente lenta e lunga. Decine e decine di pagine scritte solo per costruire l'ambientazione della magione di Locke e la caratterizzazione di January come una ribelle soffocata. Ne sarebbero bastate la metà, soprattutto considerato che altri aspetti non sono stati affatto approfonditi o usati quanto avrebbero potuto.
Sto parlando degli elementi fantasy.
Le famigerate Porte sono esattamente ciò promettono di essere: passaggi tra un mondo all'altro, varchi nascosti tra terre che non hanno nulla in comune. Mi è piaciuta molto quest'idea soprattutto quando January scopre come manufatti considerati magici nel nostro mondo non sono altro che oggetti di uso comune altrove. In realtà, January non viaggia poi tanto e i manufatti leggendari hanno davvero poco rilievo nella storia.
Il potere delle parole scritte strizza molto l'occhio a Ink Heart, di Cornelia Funke, ma credo sia un talento comune nell'immaginario di ogni autore. Quale scrittore non ha sognato di vedere davanti a sé il reame fantastico appena descritto o l'uomo ideale protagonista dell'ultimo romance?
Ecco, riguardo al potere delle parole e dei viaggi tra le Porte posso dire che la parte migliore del romanzo non è affatto la storia di January, ma la storia raccontata nel libro che trova "Le diecimila porte".
Comincia come un saggio e man mano si trasforma, il tono si fa meno impersonale, più intimo, le vicende diventano più vivide. L'indomita Adelaide, che non riesce a frenare la propria voglia di esplorare tutte le porte e il bisogno di trovare l'uomo che da una di quelle porte è sbucato fuori anni addietro è un personaggio affascinante. E il suo innamorato che, come lei, non ha mai smesso di cercarla e aspettarla mi ha rubato più di qualche sospiro di malinconia.
Questa parte del romanzo, a mio avviso, è il vero cuore della storia.
Forse meno adrenalinico, ma ricco di una magia diversa. C'è amore, smarrimento, dolore. Una ridda di sentimenti che mi hanno fatta arrabbiare e commuovere.
Fino al momento in cui tutte le storie giungono alla stessa Porta, nell'ultima pagina.
Che dite, avete letto o leggerete "Le diecimila Porte di January"?
Fatemelo sapere con un commento, please! :)
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