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sabato 13 gennaio 2024

La bella e la bestia nella versione di Gabrielle-Suzanne Bardot De Villeneuve

Ho deciso di iniziare il 2024 con un tocco fiabesco. Mi sono immersa nella lettura della "La bella e la bestia", nella versione di Gabrielle-Suzanne Bardot De Villeneuve.


La collana Storie Meravigliose di RBA, negli ultimi anni, ha portato in edicola fiabe della nostra infanzia, permettendoci di rileggerle con occhi diversi. Non potevo non accaparrarmi una copia de La bella e la bestia, che amo molto e di cui colleziono varie edizioni.

Questo volume contiene ben due versioni della fiaba, quella meno celebre ma più corposa di Gabrielle-Suzanne Bardot De Villeneuve, e quella di Jeanne Marie Leprince De Beaumont, più conosciuta. Inoltre, ci sono due serie di illustrazioni Walter Crane ed Edmund Dulac, che arricchiscono le pagine.

C'era una volta un ricco mercante, caduto in disgrazia. Quando stava per partire, con la speranza di recuperare la sua fortuna, le sue figlie gli chiesero dei doni. Abiti costosi, gioielli e cappelli, solo l'ultima si limitò a domandare una rosa.

L'inizio lo conosciamo un po' tutti (anche se non corrisponde a quello dell'amatissimo cartone Disney), ma le cose cambiano una volta giunti al palazzo della bestia.

Nella versione di Madame Bardot de Villeneuve, di cui vi parlo oggi, il castello è descritto con lo sfarzo tipico del settecento, con degli ambienti ricchi, stucchi dorati e giardini immensi. A mostrarci della cultura dell'epoca, c'è addirittura una stanza dalla quale Belle può assistere all'opera di Parigi o Napoli e spiare i migliori teatri del mondo intero.
Se le dinamiche familiari di Belle sono bene o male sempre le stesse (l'affetto del padre e dei fratelli e la gelosia delle sorelle), in questo testo manca la complicità con la Bestia. Quando ormai Belle ha compreso che non le verrà fatto alcun male, non istaura con la Bestia un vero affetto, si limita a essere grata degli agi che le vengono concessi. La protagonista ha la sensazione che ci sia qualcosa di gentile dentro di lui, ma non l'apprezza davvero, forse perché in questa versione della storia la maledizione scagliata sul Principe non riguarda solo l'aspetto, ma gli impone anche di celare la sua intelligenza.
C'è anche una sorta di triangolo amoroso, che spero vi incuriosisca, ma sul quale non voglio svelarvi altri dettagli.

Il vero colpo di scena, secondo me, riguarda la storia dei genitori di Belle.
All'improvviso, quando i lettori sono portati a pensare che manchi poco al lieto fine, irrompe nelle pagine un'altra storia, ancora più antica, fatta di mondi magici, fate egoiste, amori proibiti e vendetta.
Scopriamo che la storia della Bella e la Bestia è solo l'epilogo di un grande amore spezzato decenni prima, dall'invidia di una rivale egoista.
Malefica, rispetto a uno personaggi tratteggiati dall'autrice, sembra quasi una scolaretta.

Si apre un universo differente, con decine di personaggi, così tanti che si rimane un po' smarriti e si fa fatica ad afferrarli subito.
Le vicende narrate sono molteplici, coprono anni di storia e influenzano profondamente i personaggi. La loro evoluzione risulta quindi appiattita dalla fretta, la loro psicologia compressa, a volte, in poche righe. Alcuni di loro, come la madre del Principe, risultano anacronistici (o politicamente scorretti, diremmo oggi), o comunque trattati in maniera superficiale per un lettore moderno, ma comprensibile per l'epoca in cui la storia è stata scritta.

Per chi è amante dei retelling... beh, qui ci sarebbe materiale per un'intera serie! Magari qualche autore vorrà cimetarsi.
A proposito di Retelling, finalmente ho riconosciuto alcuni spunti ripresi da Antico come il tempo, della collana Twisted Tale, che ho letto qualche mese fa e di cui vi ho parlato su instagram.

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