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mercoledì 20 marzo 2024

Recensione: Cassandra di Cinzia Giorgio

Cassandra è una figura che mi ha sempre affascinata. Una donna incompresa, condannata a conoscere il futuro e a non essere creduta, forse per colpa degli eventi funesti predetti, forse per colpa del suo essere donna.
Questo romanzo ce la fa conoscere più da vicino.

Quarta di Copertina:

Quando il dio Apollo invia i suoi serpenti nella cesta in cui Cassandra, ancora in fasce, dorme tranquilla, è chiaro a tutti che la bambina sia destinata a una vita eccezionale. Ma persino una principessa come lei, figlia del grande re Priamo, signore di Troia, dovrà piegarsi a un disegno più grande della sua singola esistenza. E così, fin dalla giovanissima età, Cassandra comincia, per volere del dio, ad avere visioni degli eventi futuri. Quello che tutti chiamano “il dono” sarà però la sua condanna a una solitudine senza scampo, alla quale Cassandra cercherà di sfuggire, scatenando una sequenza di avvenimenti fatali, che porteranno la sua Troia alla guerra narrata nei millenni a venire. E il suo dono non le sarà utile nemmeno a salvare chi ama. Nulla potrà fare per allontanare la morte, seppure prevista. In un mondo in cui la vita degli uomini è scandita dai capricci degli dèi e governata dall'ineluttabilità del fato, una donna cercherà di opporsi con coraggio a un destino capace di sconvolgere l'esistenza dei mortali. Una delle figure più tragiche e affascinanti della mitologia classica Cassandra: principessa, amante, sacerdotessa.



I retelling in chiave mitologica sono un grande trend del booktok e hanno il merito di far riscoprire storie e personaggi che, per alcuni di noi, sarebbero altrimenti rimasti ricordi di scuola.

Cinzia Giorgio illumina la figura di Cassandra, figlia di Ecuba e Priamo, principessa di Troia, a cui Apollo ha concesso il dono della profezia.
Cassandra è una donna e come tale avrebbe un percorso già tracciato da seguire, ma la sua indole è diversa. Brucia per il fuoco della libertà e dell'autodeterminazione. Seppure sia consapevole di essere una pedina tra i capricci degli Dei e una vittima del Fato, cerca sempre di scegliere per se stessa, assumendosi anche il peso degli errori.
La narrazione è evocativa, avvincente anche se, a volte, ricca di dettagli che tendono a rallentare il ritmo.
L'autrice è brava nel dipingere la città di Troia, il gineceo in cui si rifugiano le donne, il Tempio di Apollo e quello di Atena. Sembra di percorrere le strade e seguire i riti, fino al momento peggiore in cui gli Achei sbarcano sulle rive.

Il punto di vista di Cassandra è interessante, in alcuni momenti claustrofobico, perché conosce gli eventi futuri e non ha il potere di cambiarli. Vive assistendo alla morte. E nonostante questo non si arrende, combatte per cercare di salvare la sua città e coloro che ama, assapora la passione, la compassione e l'ira.
I personaggi "secondari" (uso le virgolette, perché ci vuole fegato a definire secondari Andromaca, Ettore, Paride o Elena), sono tutti ben scolpiti, anche se una particolare attenzione viene riservata alle donne. Ho apprezzato la fedeltà e la forza di Andromaca, la dignità di Priamo e la rettitudine veemente di Ettore. Mentre Agamennone è stata una scoperta, e vorrei aver visto di più del suo personaggio.

Su tutti loro crollano le macerie di Troia, un'intera civiltà cancellata dalla guerra e dall' insensata rabbia degli uomini. Una fine che lascia nel lettore un senso di angoscia, malgrado la strada di Cassandra non si concluda tra le ceneri della sua città.

Per quanto io non ami i retelling, o ne sia diffidente, questo l'ho trovato, appassionato, coinvolgente. Era difficile mettere giù il libro, una volta iniziata la lettura, una reazione ancora più sorprendente, dato che  conoscevo già la storia e il suo evolversi.

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