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lunedì 21 gennaio 2019

Recensione "scrivimi di te" di Francesca Cani

Esorcizziamo il blue monday con la recensione del romance contemporaneo di Francesca Cani. L'autrice, già nota per i suoi romanzi storici, questa volta ci porta in Irlanda, in un maniero affacciato sulle scogliere...
Genere: Romance
Pagine: 186
Prezzo ebook: 1,99
Prezzo cartaceo: 8,99
Edito: Self Publishing
Quarta di copertina

Il sogno di Melinda Ray è scrivere un romanzo. Ma la sua penna è bloccata e quando accetta un’offerta di lavoro in Irlanda pensa di essere sulla buona strada per dimenticare i propri desideri.
L’ex capitano di hurling Aiden O’Connor ha perso una gamba in un incidente e ha appena scoperto di essere padre. Ombroso e scostante, assume una baby-sitter per la piccola Colin perché è convinto di non poter essere il genitore di cui la figlia ha bisogno.
Metà italiana e metà britannica, coda di cavallo e occhiali vistosi, maglioni troppo larghi, Melinda sembra la candidata perfetta ed è disposta a trasferirsi in Irlanda e a vivere nell’isolamento di O’Connor Castle, lontano dalla tecnologia e dal mondo civile. O lo sarebbe, se non fosse dolce e irresistibile, se non demolisse il dolore di Aiden con la gioia di un tè servito sulla brughiera e di un paio di scarpe con i tacchi troppo rumorosi.
Fra improbabili appuntamenti di lavoro, danze irlandesi e una bambina da imparare ad amare, Aiden chiede a Melinda: «Scrivimi di te». Perché non c’è atto d’amore più grande che restituire a chi l’ha perduto il dono della fantasia.  


Melinda è una romantica, convinta di essere a un passo dal realizzare il proprio sogno. Non solo ha finalmente l'opportunità di scrivere per un giornale, ma è anche certa che il suo capo sia sul punto di dichiararle i suoi sentimenti.
Tutto precipita, però, e Melinda dovrà fare i conti con la realtà, non più distorta dal suo animo romantico. Con la sensazione di essersi persa, non riesce a mantenere un lavoro, né a proseguire con il suo grande progetto: un romanzo. Sarà un posto da baby-sitter in un maniero in Irlanda a indicarle la via giusta da seguire per ritrovarsi e, questa volta davvero, realizzare i propri sogni.

"Scrivimi di te" è un romanzo che riesce a essere allo stesso tempo drammaticamente vero e stranamente fiabesco.
Melinda incarna l'ingenuità tipica di una ragazza cresciuta a pane e romanzi d'amore, affascinata dalla cultura, dal potere delle parole e poco accorta ai segnali più concreti, poco avvezza a pensar male del prossimo. Purtroppo, però, c'è chi riesce con grande facilità ad approfittarsi della sua debolezza, a minare le basi della sua fiducia in se stessa e nel prossimo. E, come spesso accade, invece di colpevolizzare il vero orco, Melinda finisce col punire se stessa. Con l'allontanarsi dalla propria vita, in uno stand-by di cui lei nemmeno si rende conto. Sarà l'incontro con Aiden, ex-campione di hurling, e con la piccola Colin a farle capire quanto si stia perdendo, a quanto abbia rinunciato. La paura e i sensi di colpa non le permettono di avvicinarsi a nessuno, ma la tenerezza per una bambina senza madre e l'attrazione per un uomo affascinante e tormentato non tollerano barriere. Se da un lato Colin spinge Melinda a ritrovare il lato di sé più allegro, spensierato e fantasioso, dall'altro Aiden le fa percepire di nuovo l'istinto, i brividi dell'attrazione più carnale e non soltanto. Dietro i modi "da bestia", Aiden cela una sofferenza che Melinda riesce a percepire con straordinaria chiarezza.

Aiden, infatti, è prigioniero del proprio passato, come Melinda. Nato dal niente e arrivato ad avere tutto, era una giovane icona dell'hurling, attorniato da soldi, donne, fama e successo. Un successo che gli ha dato alla testa e nient'altro perché, in fondo, la solitudine se l'è portata dietro dai tempi in cui era un ragazzino povero, con un padre violento. L'unica persona di cui gli importasse davvero ha smesso di far parte della sua vita, dalla dannata notte in cui la giovane promessa dell'hurling è diventato un reietto, senza una gamba e senza futuro.
Aiden è prigioniero dei sensi di colpa, della rabbia e dell'autocommiserazione. Una persona che non ha conosciuto abbastanza amore per prendersi cura di una bambina. Sarà Melinda a fargli capire che c'è sempre tempo per imparare ad amare, a perdonarsi per i propri errori e lasciarsi amare dagli altri. Aiden, in cambio, si rivelerà un uomo paziente, tenero, protettivo a modo suo, con un po' troppa foga, da buon irlandese.
Aiden incarna la bestia, isolata nel suo castello, cieca alla bellezza e assordata dalla rabbia. Eppure, l'autrice è bravissima nel far percepire al lettore un'incontrollabile attrazione verso questo personaggio, nel farci capire che dietro i modi scostanti Aiden nasconda una grande sensibilità. Sotto le cicatrici, Aiden è un uomo dalla forza straordinaria, che una volta fatti i conti con il proprio passato, potrà tornare a essere un principe… questa volta davvero.

Il romanzo di Francesca Cani prende il via da accadimenti frequenti, concreti, l'incontro con l'uomo sbagliato e un incidente automobilistico, per poi dipanarsi in un contorno molto più fiabesco. Un castello in Irlanda in cui chiunque di noi vorrebbe vivere, un imponente maniero a pochi passi dalle scogliere, che ispirerebbero qualunque penna e che rappresenta lo scenario perfetto per qualunque favola. 

Lo stile è semplice, fluido, permette di leggere il romanzo velocemente e anche il ritmo è buono, malgrado un'accelerata verso la fine. Forse il finale è proprio l'elemento che mi è piaciuto meno, perché alcuni dei colpi di scena conclusivi li ho trovati un po' esagerati e non ben preparati.

Per chi è adatto questo romanzo?
Amanti della terra di smeraldo, narratori in crisi e irriducibili fan del"La bella e la bestia".

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