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sabato 3 settembre 2022

Recensione: Regina di Fiori e Radici di Laura Mac Lem

La mitologia greca sembra tornata in auge nella grande editoria, ma io non c'ero ancora cascata. Sono caduta in tentazione con "I peccati degli Dei"... e me ne sono amaramente pentita.
Non so cosa mi abbia spinta a leggere un'altra versione di Ade e Persefone, subito dopo, ma lo considero un risarcimento del destino. Regina di fiori e radici mi è piaciuto tantissimo, mi ha restituito un po' dell'entusiasmo che provavo per le storie degli Dei, quand'ero al liceo.


Quarta di Copertina:

Quasi nulla di quello che è stato detto riguarda me, nonostante sia la mia storia. Si è narrato della passione di mio marito, della disperazione di mia madre, della decisione di mio padre. Si è parlato della sofferenza dei mortali e dei riti che da allora vengono compiuti, per far sì che ciò che accadde non debba mai più ripetersi. Si sono narrate storie parallale e storie contrastanti, si ricordano particolari suggestivi, ma di ciò che riguarda me, di ciò che accadde a me, sembra si conosca ben poco. Eppure è la mia storia. Non è la storia di Ade, il signore dell’Oltretomba, delle anime dei defunti e di tutto ciò che cresce nel sottosuolo; non è la storia di Demetra, la Madre Terra che errò nel mondo alla ricerca della sua unica figlia, scomparsa nella tenebra di Erebo; e, certamente, non è la storia di Zeus, che permise tutto ciò avvenisse, finché i mortali non gli ricordarono, attraverso la loro mortalità, ciò che doveva fare. In questa storia ci sono anche loro, ma non è la loro storia. È la mia. La storia della dea della primavera e regina dell’Averno, contesa tra due mondi, finché la contesa non mi obbligò a compiere la mia scelta. Quasi nulla si sa di ciò che significò, per tutti. Eppure rese il mondo ciò che è. Perché io sono regina di fiori e radici. Io sono Persefone.



Sembra di sentire l'eco di una voce lontana. Una donna che narra la propria storia, a dispetto dei secoli trascorsi, a dispetto di chi si è arrogato il diritto di decidere per lei, a dispetto degli uomini che hanno travestito la sua verità nel mito.
Attraverso le pagine di Regina di fiori e radici, Persefone racconta di se stessa, di cosa sia accaduto davvero tra lei e Ade, delle cause e delle imprevedibili conseguenze di quel rapimento.
Persefone regna sulla primavera, è intrisa di luce e della vitalità di sua madre Demetra, ma c'è qualcosa che la spinge a frugare l'ombra, a curiosare nell'oscurità pericolosa dei culti di Ade, fin dall'infanzia.
Un'attrazione che non nega, ma che viene forzata quando Ade la trascina sul proprio carro e poi giù, attraverso l'Erebo, nell'Oltretomba.
Lei cercherà la fuga, ma i suoi tentativi saranno vani davanti all'Inesorabile. L'Averno è un regno doppio, crudele con gli empi e splendente con gli innocenti, ha l'implacabilità della giustizia, così come Ade. Proprio nel regno della morte, Persefone maturerà. Diventerà donna e moglie di un uomo paziente, invincibile e, a tratti, stranamente tenero. Ma, soprattutto, Persefone sarà costretta a conoscere se stessa e a riconoscere che non è più la bambina di Demetra, né la figlia che Zeus può ignorare senza alcuna conseguenza, men che meno la moglie per cui Ade può prendere decisioni.
Ed è allora che il Mistero di Persefone si rivela in tutta la sua potenza, nel suo legare indissolubilmente la vita e la morte, i fiori e le loro radici. 
Una donna potente, a dispetto del mito degli uomini, che la racconta inerme.

Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo, di più, mi ha entusiasmata.
Sono stata colpita dal lessico, che è ricercato ma non rende difficoltosa la lettura. Utilizza i termini legati al mondo classico, facendoti sentire subito estraniata dalla realtà, come se riuscissi a percepire la presenza dell'Olimpo poco più in là della pagina. Una prosa elegante ma non pretenziosa, sempre avvincente.
Soltanto negli ultimi anni l'editoria sta riscoprendo la mitologia classica e, sempre più spesso, la lega al mondo femminile, getta luce su Cassandra, Briseide, Elena, le donne che sono state oggetto e capriccio degli uomini, protagonisti della storia. "Regina di fiori e radici" è un romanzo che molti definirebbero vecchio editorialmente, è del 2015, ma ha anticipato tutti i temi che ora sono così in voga.
Racconta degli Dei con un cognizione di causa, non si limita a gettare in pasto al lettore qualche nome famoso, per poi stravolgerne l'identità. Il mondo classico rivive e Persefone con esso, non più solo la sposa di Ade o la figlia di Demetra, ma la voce narrante, la protagonista della storia.
Si tratta di un romanzo di formazione, al femminile, che però concede anche spazio al romanticismo. Il rapimento è solo un frammento della storia con Ade.
Ho amato la caratterizzazione del signore dell'Oltretomba. Un "uomo" che ha la pazienza della morte, l'inesorabilità del destino, che si erge come sommo giudice dell'eternità, ma che riserva piccole premure verso la sua sposa che lo rendono un personaggio tridimensionale. Mi ha ricordato un po' Thorn, di Fidanzati quell'inverno, un uomo all'apparenza freddo e distante, che dimostra la profondità dei propri sentimenti attraverso piccoli gesti. 
Ma anche il resto dei personaggi, persino minori, è davvero ben caratterizzato. Demetra è una madre ferocemente protettiva, Zeus un casanova superficiale, ma con una punta di ineffabilità, le ninfe vivaci e protettive. L'autrice riesce a "umanizzare" gli Dei, a renderli quasi tangibili nelle loro caratteristiche più spiccate. E su tutti loro si erge Persefone, la ragazza a cui nessuno sembrava davvero badare, che dimostra di poter mettere il mondo in ginocchio.

L'ho adorato. Penso sia diventato uno di quei libri che vorrei comprare in cartaceo (io l'ho letto con Kindle Unlimited) su amazon, e che mi dispiace non trovare sugli scaffali delle librerie, dato il poco spazio ancora riservato agli autopubblicati.

Se avete letto almeno un libro del filone mitologico, in voga al momento in libreria, per favore date una chance anche a questo, non ve ne pentirete!

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