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lunedì 25 marzo 2019

Recensione: "La spia della Corona" di Julia Quinn

Julia Quinn è una delle autrici statunitensi più amate per il romanzo storico. Di recente, la Mondadori ha ripubblicato due suoi romanzi, tra cui "La spia della Corona", primo della miniserie "Gli agenti della Corona."
Genere: historical romance
Prezzo in edicola: 5,90
Prezzo Ebook: 3,99
Serie: Gli agenti della Corona #1
Collana: Oro
Edito: Mondadori

Quarta di Copertina


Dall’età di dieci anni Caroline Trent è stata affidata a una serie di terribili tutori e ha imparato molto presto che solo un atteggiamento deciso può metterla al riparo dalle loro insidie. Ormai prossima al suo ventunesimo compleanno, si vede costretta a fuggire dalla casa del suo ultimo tutore, con l’intenzione di rimanere nascosta fino al conseguimento della maggiore età. Ma sul suo cammino compare Blake Ravenscroft, agente del ministero della Guerra, che la rapisce credendola Carlotta De Leon, temibile spia di origini spagnole. Caroline decide allora di sfruttare la situazione a suo vantaggio, e dal più imprevedibile degli equivoci…


Julia Quinn non è tra le autrici di historical romance più attendibili dal punto di vista della coerenza storica, ma è sicuramente tra le più spassose.
Famosa per la serie Bridgerton, ha pubblicato in realtà molti altri romanzi, che continuano a uscire nelle nostre edicole grazie alla Mondadori.

La spia della Corona (I romanzi oro -193) racconta la storia di Caroline Trent, un'ereditiera orfana, che ha subito la tutela di una lunga serie di uomini inaffidabili, dall'ubriacone al pervertito, fino all'insopportabile e calcolatore Oliver Prewitt. Caroline viene costretta alla fuga da un tentativo di violenza del cugino, Percy, in realtà, non ha alcun desiderio di sposare Caroline, ma è soggiogato dal padre, smanioso di far restare i soldi della pupilla in famiglia.
Soltanto un maldestro tempismo mette Caroline sulla strada di Blake Ravencroft, un agente segreto che la scambia per una pericolosa spia spagnola e la porta a casa propria, per interrogarla. Tra i due scatta subito una certa attrazione, per i modi caparbi di entrambi, oltre che per un feeling fisico dapprima accennato, ma sempre più evidente nel corso del romanzo. Attrazione che potrebbe sbocciare nel momento in cui la vera identità di Caroline viene rivelata, ma che verrà soffocata dal doloroso passato di Blake...

Purtroppo, questo romanzo non ha soddisfatto le mie aspettative.
Caroline è un personaggio che ho trovato fin da subito poco credibile.
Reduce da un'infanzia e adolescenza quasi più tragiche di Oliver Twist (costretta a proteggersi da avance indesiderate, a fare da serva, affamata e segregata) è un personaggio che prende tutto alla leggera, con la battuta sempre pronta e quasi senza un briciolo di paura. Persino di fronte al tentativo di violenza il suo umore e la fiducia nel proprio futuro è quasi incrollabile. Affronta l'ignoto con coraggio e persino l'essere catturata e scambiata per una spia non la priva di humor.
Wonder Woman le fa un baffo.
Blake Ravencroft è un protagonista molto più "classico", quasi scontato.
Irresistibile, ovviamente, gentile con le donne (e ci mancherebbe), reso sensibile da un amore sventurato appartenente alla sua gioventù, che gli ha lasciato il fermo proposito di non sposarsi mai, perché si reputa incapace di amare di nuovo...
A me sa di storia già sentita. Tu che dici?

Altro elemento che mi ha fatto un po' storcere il naso è la diversa ascendenza dei protagonisti.
Se Blake è un pari del regno, con magione a picco sul mare e sangue blu nelle vene, Caroline è solo la figlia di un commerciante, con molti soldi e poco blu nel sangue.
Caroline menziona più volte il lavoro del padre, ma mai per indicare quanto sia sconveniente una sua unione con Blake. C'è un solo riferimento di lui alla cosa, un pensiero fuggevole, che mi sembra perfino troppo poco per la stretta mentalità dell'epoca.
(Anche se noto che ormai le autrici di romance danno sempre meno peso al divario sociale tra i protagonisti - si veda "La governante" di Rebecca Quasi-, a me continua a sembrare una pecca).

L'unica parte davvero godibile sono i dialoghi tra i personaggi, sia i principali che i comprimari e comparse. Scintillanti, divertenti, alcuni davvero irresistibili. Del resto, però, i dialoghi spassosi sono il punto forte di Julia Quinn, la sua firma. Io la considero un po' la Kinsella dell'historical romance.
Un altro punto a favore è proprio la presenza di personaggi secondari, soprattutto uno che assurge a ruolo di comprimario. Il marchese di Riverdale, agente della Corona con lo stupefacente talento di sparire nel momento opportuno, sembra un personaggio molto promettente e sono convinta che il secondo romanzo della serie sia su di lui. La sua presenza riesce a vivacizzare il rapporto tra Caroline e Blake, oltre ad alimentare la gelosia del collega. Spero che questo personaggio non venga appiattito nel prossimo libro.

Se hai letto o leggerai questo romanzo, aspetto di conoscere la tua opinione!
Altrimenti... non è il libro che ti consiglio per conoscere l'autrice.

N.B. Il romanzo fa parte della miniserie "Gli agenti della Corona", ma può essere letto anche da solo, però il secondo romanzo "Io ti avrò" è già stato pubblicato nella collana Classic. 
E come al solito, in Italia seguire una serie è difficilissimo, persino in edicola!

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