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Oggi esce "C'era una volta a New York" di Cecile Bertod.
Ed ecco 5 buoni motivi per cui dovreste comprarlo:
Oggi esce "C'era una volta a New York" di Cecile Bertod.
Ed ecco 5 buoni motivi per cui dovreste comprarlo:
Genere: romance storico
Pagine: 285
Prezzo: 6,99 /9.99
Formato: ebook e Cartaceo
Edito: NewtonCompton
Trama:
L'amore può nascondersi ovunque, anche su una nave che salpa per New York
Parigi. Fin da bambina Sophie ha sognato di sposare un nobiluomo con una rendita sufficiente a garantirle il tipo di vita a cui è stata abituata: circoli esclusivi, vestiti d’alta moda, serate di gala. Ma, malgrado l’indiscutibile fascino, non è ancora riuscita a realizzare il suo proposito e, alla soglia dei ventotto anni, sa di non avere più molto tempo a disposizione. Alric, per quanto vecchio e terribilmente noioso, potrebbe rappresentare l’ultima possibilità per sistemarsi e così, una mattina, Sophie indossa il suo abito migliore e lo raggiunge, decisa ad accettare la sua proposta. C’è però una cosa che Sophie non ha previsto: il suo nome è Xavier. Un piccolo-borghese mai visto prima che irrompe nel salotto di rue d’Orsel deciso a infangare il suo buon nome. Xavier sostiene che Sophie non sia affatto la donna che vuol far credere, ma anzi, che un tempo sia stata la sua amante e ora gli nasconda suo figlio. Xavier non intende lasciarla andare prima di averlo ritrovato. Sotto lo sguardo sgomento di Alric, Sophie viene trascinata via e condotta su una nave che salpa per New York. E da quel momento inizia la sua sorprendente avventura…
1. I principi azzurri non esistono, il conto in banca sì.
Sophie sa che ci sono cose a cui una donna non può assolutamente rinunciare: una cameriera che ti arricci i capelli; un vestito che faccia morire d'invidia tutto il resto dell'universo femminile; dieci, venti, cento cappellini da abbinare a guanti e borsetta. Per non dimenticare poi carrozza, gioielli, ricevimenti. E tutto questo grazie a lui: il marito.
E non importa se sia biondo o bruno, se il suo addome abbia la forma di una tartaruga o di un cinghiale, l'unica cosa fondamentale è che il suo conto in bianca sia verde. Verde brillante, verde foresta disboscata per stamparci fiumi di banconote.
Tutto questo stava per raggiungere Sophie, la proposta, l'anello, la sicurezza.
E poi arrivò Xavier.
2. Xavier ovvero l'importanza delle prime impressioni.
Chi di noi non si è mai innamorata dell'uomo che ti rovina la proposta di matrimonio, fingendosi il tuo amante e dandoti della sgualdrina? La situazione potrebbe andare peggio solo se il tuo fidanzato restasse come un allocco, senza muovere un dito per difendere il tuo onore e la tua incolumità...
E ovviamente il luogo ideale per il primo appuntamento non è forse una locanda di dubbia fama, seguita da una bettola tra i vicoli del porto?
Ma almeno c'è lui, Xavier: all'apparenza rude, seducente, brillante, sicuro di sè. Ecco, all'apparenza. Che è l'unica cosa che conta, no?
Ah, l'importanza dell'apparenza!
Ci vuole un passaggio in America per capire che Xavier è il protagonista più assurdo che sia mai esistito.
Assurdo in senso buono.
Assurdo in senso Bertod.
Con uno stile riconoscibile, l'autrice è in grado di coniugare l'umorismo del chick-lit al lieto fine del rosa. Incrociare i sospiri di amori zoppicanti con risate irrefrenabili.
Le sue sono le uniche protagoniste che sembrano capitate in un rosa per sbaglio. Assurdo, come dicevo prima in senso buono. In senso Bertod.
Niente sospiri romantici, niente voglia d'amore a tutti i costi. E soprattutto niente capitomboli nelle braccia del primo che passa. A una così sembra che l'amore non serva, eppure Cupido si diverte a colpire chiunque...
5. Un viaggio... nel tempo
La narrazione da chick-lit trova il suo habitat naturale nel romanzo contemporaneo, ero quindi curiosissima di sapere come se la sarebbe cavata l'autrice alle prese con uno storico.
L'amore può nascondersi ovunque, anche su una nave che salpa per New York
Parigi. Fin da bambina Sophie ha sognato di sposare un nobiluomo con una rendita sufficiente a garantirle il tipo di vita a cui è stata abituata: circoli esclusivi, vestiti d’alta moda, serate di gala. Ma, malgrado l’indiscutibile fascino, non è ancora riuscita a realizzare il suo proposito e, alla soglia dei ventotto anni, sa di non avere più molto tempo a disposizione. Alric, per quanto vecchio e terribilmente noioso, potrebbe rappresentare l’ultima possibilità per sistemarsi e così, una mattina, Sophie indossa il suo abito migliore e lo raggiunge, decisa ad accettare la sua proposta. C’è però una cosa che Sophie non ha previsto: il suo nome è Xavier. Un piccolo-borghese mai visto prima che irrompe nel salotto di rue d’Orsel deciso a infangare il suo buon nome. Xavier sostiene che Sophie non sia affatto la donna che vuol far credere, ma anzi, che un tempo sia stata la sua amante e ora gli nasconda suo figlio. Xavier non intende lasciarla andare prima di averlo ritrovato. Sotto lo sguardo sgomento di Alric, Sophie viene trascinata via e condotta su una nave che salpa per New York. E da quel momento inizia la sua sorprendente avventura…
1. I principi azzurri non esistono, il conto in banca sì.
Sophie sa che ci sono cose a cui una donna non può assolutamente rinunciare: una cameriera che ti arricci i capelli; un vestito che faccia morire d'invidia tutto il resto dell'universo femminile; dieci, venti, cento cappellini da abbinare a guanti e borsetta. Per non dimenticare poi carrozza, gioielli, ricevimenti. E tutto questo grazie a lui: il marito.
E non importa se sia biondo o bruno, se il suo addome abbia la forma di una tartaruga o di un cinghiale, l'unica cosa fondamentale è che il suo conto in bianca sia verde. Verde brillante, verde foresta disboscata per stamparci fiumi di banconote.
Tutto questo stava per raggiungere Sophie, la proposta, l'anello, la sicurezza.
E poi arrivò Xavier.
2. Xavier ovvero l'importanza delle prime impressioni.
Chi di noi non si è mai innamorata dell'uomo che ti rovina la proposta di matrimonio, fingendosi il tuo amante e dandoti della sgualdrina? La situazione potrebbe andare peggio solo se il tuo fidanzato restasse come un allocco, senza muovere un dito per difendere il tuo onore e la tua incolumità...
E ovviamente il luogo ideale per il primo appuntamento non è forse una locanda di dubbia fama, seguita da una bettola tra i vicoli del porto?
Ma almeno c'è lui, Xavier: all'apparenza rude, seducente, brillante, sicuro di sè. Ecco, all'apparenza. Che è l'unica cosa che conta, no?
Ah, l'importanza dell'apparenza!
Ci vuole un passaggio in America per capire che Xavier è il protagonista più assurdo che sia mai esistito.
Assurdo in senso buono.
Assurdo in senso Bertod.
Dimenticate gli irresistibili, galanti, meravigliosamente baciati dalla fortuna personaggi degli altri romance. Lui è in realtà l'uomo più sfigato che i romance abbiano visto: si trova sempre al momento sbagliato, nel posto sbagliato (e, ovviamente, subito dopo nel posto sbagliato nel momento ancor più sbagliato, piomba Sophie).
Xavier è vittima di un destino che l'ha beffato fin dall'infanzia, della mala sorte che l'ha messo su una cattiva strada, ora e anche un po' vittima del suo ostaggio dalla bellezza d'angelo e della lingua biforcuta di un serpente. E lui cerca di ribellarsi come può, ma la situazione fa presto a sfuggirgli di mano...
3. L'importante non è la meta ma il viaggio.
Cosa ha in comune una contessa giovane e viziata con un uomo dei bassifondi parigini? Niente.
Finiranno per scannarsi? Sì, certo.
Tra Xavier e Sophie è una battaglia all'ultimo sangue, all'ultima notte sul divano, all'ultimo cassetto dell'armadio.
Costretti a sembrare marito e moglie finiscono col dividere l'intimità di due vite stravolte.
Sophie salpa con l'indole di una donna egocentrica, bella ma fredda come il ghiaccio, insensibile a tutto se non alle trasgressioni della moda. Il viaggio la trasforma molto lentamente, ne scioglie la superficie più dura, quella che ai sentimenti non ha mai creduto, quella che non si fermerebbe ad aiutare un uomo rude, ma al momento indifeso, quella che non ha mai desiderato un abbraccio.
E Xavier, dal canto suo, parte con l'aspetto di un rapitore cinico e incrollabile, uno abituato a tenere in mano le redini. E si trasforma nel bersaglio perfetto per il sarcasmo di Sophie, solo che invece di restare indifferente agli attacchi, ne viene colpito, diventa insofferente, poi sempre più sensibile, sempre più umano... Si sconfina nella tenerezza per un ragazzo abituato a giocare a carte con la sfortuna, uno che perde spesso ma capace di rialzarsi dal tavolo verde, a modo suo, un po' acciaccato, ma sempre brillante.
Diversi, ma sempre uguali a se stessi, al termine di un viaggio rocambolesco, due così potrebbero anche aver imparato a stare insieme...
4. Andiamo, è la Bertod!
Tra le nuove penne del rosa italiano la Bertod è una delle poche in grado di distinguersi.3. L'importante non è la meta ma il viaggio.
Cosa ha in comune una contessa giovane e viziata con un uomo dei bassifondi parigini? Niente.
Finiranno per scannarsi? Sì, certo.
Tra Xavier e Sophie è una battaglia all'ultimo sangue, all'ultima notte sul divano, all'ultimo cassetto dell'armadio.
Costretti a sembrare marito e moglie finiscono col dividere l'intimità di due vite stravolte.
Sophie salpa con l'indole di una donna egocentrica, bella ma fredda come il ghiaccio, insensibile a tutto se non alle trasgressioni della moda. Il viaggio la trasforma molto lentamente, ne scioglie la superficie più dura, quella che ai sentimenti non ha mai creduto, quella che non si fermerebbe ad aiutare un uomo rude, ma al momento indifeso, quella che non ha mai desiderato un abbraccio.
E Xavier, dal canto suo, parte con l'aspetto di un rapitore cinico e incrollabile, uno abituato a tenere in mano le redini. E si trasforma nel bersaglio perfetto per il sarcasmo di Sophie, solo che invece di restare indifferente agli attacchi, ne viene colpito, diventa insofferente, poi sempre più sensibile, sempre più umano... Si sconfina nella tenerezza per un ragazzo abituato a giocare a carte con la sfortuna, uno che perde spesso ma capace di rialzarsi dal tavolo verde, a modo suo, un po' acciaccato, ma sempre brillante.
Diversi, ma sempre uguali a se stessi, al termine di un viaggio rocambolesco, due così potrebbero anche aver imparato a stare insieme...
4. Andiamo, è la Bertod!
Con uno stile riconoscibile, l'autrice è in grado di coniugare l'umorismo del chick-lit al lieto fine del rosa. Incrociare i sospiri di amori zoppicanti con risate irrefrenabili.
Le sue sono le uniche protagoniste che sembrano capitate in un rosa per sbaglio. Assurdo, come dicevo prima in senso buono. In senso Bertod.
Niente sospiri romantici, niente voglia d'amore a tutti i costi. E soprattutto niente capitomboli nelle braccia del primo che passa. A una così sembra che l'amore non serva, eppure Cupido si diverte a colpire chiunque...
5. Un viaggio... nel tempo
La narrazione da chick-lit trova il suo habitat naturale nel romanzo contemporaneo, ero quindi curiosissima di sapere come se la sarebbe cavata l'autrice alle prese con uno storico.
Bene, benissimo.
"C'era una volta a New York" è un historical romance che spicca nel panorama editoriale saturo di erotici, di giovani che gettano la propria virtù tra le braccia di aitanti sconosciuti con l'unica certezza della loro reputazione di libertini. Con buona pace del romanticismo...
La Bertod non tradisce il proprio stile, non cede al fascino di ragazze svenevoli, palpiti e singulti. No, Sophie ha quella frizzante verve da tiranna in gonnella che aveva già contraddistinto Trudy di "Tutto ma il mio tailleur". Irriverente, testarda, adorabilmente acida, Sophie è una protagonista indimenticabile. Così come Xavier, che più di un principe azzurro che salva la principessa dal drago, sembra il principe salvato dalla coraggiosa paladina. Un duello d'amore che trova nell'atmosfera di inizio novecento la cornice perfetta. Il viaggio sul Coraline ha quell'aspetto dinamico ma retrò che rende le vicende originali.
5 + 1 La colonna sonora.
E stavolta non intendo il mio precedente articolo. Tutti noi abbiamo una colonna sonora, dei brani, dei gruppi musicali che ci hanno accompagnate per un tratto di strada, che a volte ci trascinano indietro nel tempo, in momenti di felicità o fragilità. La dedica di questo romanzo e il contributo finale li ho trovati commoventi... per chi almeno una volta ha ascoltato i Linkin Park.
E ora... acquista il romanzo!
5 + 1 La colonna sonora.
E stavolta non intendo il mio precedente articolo. Tutti noi abbiamo una colonna sonora, dei brani, dei gruppi musicali che ci hanno accompagnate per un tratto di strada, che a volte ci trascinano indietro nel tempo, in momenti di felicità o fragilità. La dedica di questo romanzo e il contributo finale li ho trovati commoventi... per chi almeno una volta ha ascoltato i Linkin Park.
E ora... acquista il romanzo!
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