Era il 2019 e in Italia non si era mai visto un evento del genere, così grande, dedicato esclusivamente ai romanzi rosa nostrani.
Tornarci, quest'anno, è stata un'emozione quasi indescrivibile, carica di mille aspettative. Qualcuna disattesa, altre superate.
Come al solito, sono qui per raccontarvi tutto.
Andare al Fri, per me, ha significato svegliarsi alle quattro del mattino e prendere un aereo alle sei. Malgrado la stanchezza, vedere l'alba sorgere, stando tra le nuvole, è stato incredibile.
Speravo di riposarmi un po' prima della fiera, ma la camera in hotel non era pronta, per cui ho atteso l'orario di apertura su un divano della hall.
E qui cominciano le note dolenti perché, alle dieci, le file davanti all'auditorium non solo erano lunghissime, ma erano… immobili!
Non mi aspettavo di restare un'ora in piedi, sotto il sole, senza una spiegazione da parte dell'organizzazione. A quanto ho appreso, una volta entrata, il disguido è dipeso dai vigili del fuoco, per alcuni scrupoli sulla sicurezza, onestamente intempestivi.
Era la prima volta che entravo nel Forum, il Fri del 2019 era in un centro congressi, una sede più piccola e, credo con meno autrici. Purtroppo, questa sede mi è sembrata inospitale. Non solo piccola rispetto al numero di stand, ma soprattutto mal areata. Da asmatica, ho dovuto prendere un farmaco per riuscire a respirare tra la calca, nei corridoi.
Superate le prime difficoltà, ho cominciato il mio giro di saluti. Lo ammetto, all'inizio ero disorientata e ho vagato tra gli stand un po' a caso. Lasciarsi trasportare dai roll-up e leggere i nomi di amiche di penna, per poi riabbracciarle come se fosse una sorpresa, è stato davvero bello.
Edy Tassi aveva un banco ispirato al tea-time davvero bello, Monica Peccolo, SM. May e Giulia Borgato erano un trio frizzante, accogliente e fornitissimo di gadget.
Ho riabbracciato Linda Bertasi, che mi ha anche regalato il suo ultimo romanzo (grazie mille), e Alessandra Lentini, con cui ci scordiamo sistematicamente di scattarci una foto.
Stand di Monica Peccolo |
La Land Editore aveva uno stand fiorito, pieno di bei libri, autrici nuove, gadget divertenti. Si tratta di una realtà editoriale che seguo con molta curiosità, perché sembra avere una cura particolare per le copertine, le iniziative per i lettori e i propri social. Non ho fatto molti acquisti in fiera, avendo solo un bagaglio a mano con cui viaggiare, ma più della metà li ho presi a questo stand.
Devo dire che trovarci Monica Sauna (IviaggidiMonique su instagram) e Barbara Bonzi (con cui abbiamo parlato di Irlanda - non per niente, era San Patrizio-) mi ha resa molto felice.
Mi rendo conto che citare tutte le persone che ho abbracciato sarebbe difficile e e mi dispiacerebbe davvero dimenticare qualcuno.
Ho rincontrato amiche che non vedevo da tempo (alcune dal primo FRI) o che non avevo mai conosciuto dal vivo e mi sono quasi commossa. Mi sono sentita viziata con tutti i segnalibri e i gadget che le autrici offrivano, anche senza acquistare nulla. Talvolta, mi sono lasciata trasportare così tanto che mi dimenticavo di chiedere la firma, sull'agenda, rigorosamente rosa, che mi ero portata per l'occasione.
Come ha detto Elena Taroni Dardi: questa è una festa.
In effetti, la cifra del FRI, secondo me, è il valore umano.
Ho partecipato a tante fiere e saloni del libro, spesso mi sono ritrovata a chiedere informazioni a musi lunghi, ad addetti stand che facevano finta di non vedere i lettori o non sapevano nulla dei libri in vendita.
Al FRI, sarà che la maggior parte delle partecipanti sono self o case editrici piccole, dietro i banchi trovi sempre entusiasmo, un sorriso, la voglia di farti immergere nelle storie proposte.
Ovviamente, si è lì per vendere i propri romanzi (o saggi), ma c'è anche una vera apertura verso le lettrici, si è già complici, perché parte di una grande community che crede nei sentimenti e nel lieto fine (più dolce o più piccante, poco importa). Si chiacchiera, anche fino a perdere la voce, perché l'acustica non era proprio il massimo, e ci si ripromette un tag sui social e di tenersi in contatto.
Tutto questo, nelle altre fiere, non l'ho mai trovato.
Al FRI avevo due obiettivi: salutare le autrici che conoscevo e scoprirne di nuove.
Il primo l'ho raggiunto.
Il secondo, purtroppo, non del tutto.
Il tempo è stato poco (ammetto che sono stata fuori per il pranzo, ma tra il caldo e la mancanza d'aria ero davvero stremata), e la folla non permetteva di vedere bene tutti gli stand. Tra l'altro, le file dei braccialetti tendevano a ingorgare gli stessi punti, per cui mi sono resa conto solo uscendo (quando le file si erano esaurite), che un pezzo di corridoio (quello dov'era More Stories) non l'avevo mai visto!
Insomma, mi è rimasta la curiosità perché c'erano tantissimi libri con delle copertine bellissime, e non sono riuscita a fermarmi per fare due chiacchiere con le rispettive scrittrici.
Per fortuna, però, l'organizzazione ha annunciato la replica, questa volta a Roma, a settembre.
Dalle prime indiscrezioni, sembra che sarà un evento un po' più piccolo, mentre quello di Milano è destinato a crescere.
Non vedo l'ora di scoprire dove arriverà questo evento a cui, al di là del suo valore culturale, sento di essere affezionata.
Come sempre, vi porterò con me!
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