Navigando nei nostri blog troverete un omaggio speciale, le nostre riflessioni, le emozioni che ci hanno spinte ad amare il cimitero dei libri dimenticati, ad attendere con inquieto fervore il "Labirinto degli spiriti"
Con alcuni autori è così.
Li incontri, a volte per caso, a volte perché ne hai sentito parlare, e non li lasci più.
Con alcuni autori è così.
Che i loro libri diventano un rifugio, ti ci infili dentro, esplori ogni stanza, ti appropri di ogni anfratto. Il cuore batte al sincrono delle parole. Ti leghi ai personaggi, lasci loro una parte di te. E viceversa.
Con Carlos Ruiz Zafòn è così.
Ricordo ancora quando comprai "L'ombra del vento". Lo trovai nella sezione delle ultime uscite super economiche, in realtà niente più di un tavolino infilato in un angolo, con una montagna di romanzi sopra. Ci ho sempre sguazzato in quell'angolo.
E il titolo già mi attraeva.
E anche la copertina, un po' grigia, un po' nebbiosa.
C'era già un richiamo.
Era estate. Io d'estate leggo molto, sarà che non sopporto il sole, che voglio dimenticare la calura, la pelle che brucia. E l'odore di bruciato mi si è infilato nelle narici, seguito dalla figura evanescente di uno scrittore maledetto. Un ragazzo amante dei libri, una serie di misteri da risolvere.
Barcellona.
Il cimitero dei libri dimenticati.
Un amore eterno.
C'era tutto in quel romanzo. Tutto che mi rimbombava dentro. La passione, il tormento la vergogna.
La sete di conoscenza, di pagine che scorrono, il pericolo imminente.
Io non sono tipo da thriller paranormale, io non ci vivo con la paura dietro l'angolo, eppure con Zafòn sai che tutto può accadere. Anche il tuo incubo peggiore. All'epoca non lo sapevo, ma l'ho imparato presto. Libro dopo libro. Li ho letti tutti. Tremando, sudando, con l'adrenalina che faceva su e giù dagli occhi allo stomaco.
Roba da star male.
E allora perché mi piace tanto?
Perché credo fermamente nel potere delle parole. Perché tra i suoi personaggi c'è racchiusa anche una parte di me: quella parte che è schiava dei romanzi, dipendente da prosa scritta, bisognosa di un capitolo ancora. C'è quel lato di me che vive di storie.
Il lato più vero.
"I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro."
Dentro di me ci sono miriadi di personaggi in cerca di un riparo dove sfuggire al gelo della realtà. Ci sono i protagonisti dei romanzi che ho amato, ho divorato, ho portato con me. Si contendono lo spazio con quelli che non hanno mai visto la luce accecante della pagina bianca, i protagonisti di storie che ho inventato nei minimi dettagli o in un solo istante di eccentrica ispirazione. C'è un marasma invisibile che pulsa di vita.
E lui lo sa.
Perché anche lui vive di storie.
Tra noi sognatori, tra noi evasori della realtà, ci si riconosce.
Zafòn, però, riesce ad andare oltre. Riesce a percorrere quei corridoi proibiti dove io ho paura di muovere anche un solo passo.
Lui riesce a giocare con quelle zone di chiaro scuro, in cui si annida la voglia e il terrore dell'avventura. Un circo spettrale, uno scienziato impazzito per un sogno, un sogno che si trasforma nella più tragica realtà. Zafòn fa luce sulla mostruosità dell'uomo e l'umanità del mostro. Ti mette di fronte ai tuoi incubi, li incarna, per trascinarti in un viaggio surreale, dove l'imprevisto è dietro l'angolo, dove la narrazione si fonde con la magia.
Io non scendo a patti con la paura. Mi arrendo prima. Eppure Zafòn riesce a imprigionarmi tra le righe, a suscitarmi brividi sconosciuti.
"L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo" sono forse gli unici romanzi che mi inducono a usare la parola sublime, nell'accezione di meraviglioso e terribile insieme.
Si può sfuggire al sublime?
Io non credo.
Per questo continuo a leggere Zafòn, a sperare nel suo incantesimo, nell'apertura del Cimitero dei Libri dimenticati.
Io mi devo accontentare, per ora, di una sensazione più accessibile, ma egualmente straordinaria.
Io mi devo accontentare, per ora, di una sensazione più accessibile, ma egualmente straordinaria.
"Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare"
E finalmente, quando entrerò in libreria, troverò il suo nuovo volume "Il Labirinto degli spiriti". La curiosità pizzica già sottopelle, i polpastrelli non vedono l'ora di girarne le pagine.
"L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno."
"L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo", Julia Carax e Daniel Sempere, i loro passi, il loro inchiostro, risuonano ancora nel mio palazzo della mezzanotte. Speriamo che questo nuovo, attesissimo, romanzo sia all'altezza delle aspettative.
Edito: Mondadori
Prezzo: 23,00
Pagine: 819
Ebook: disponibile
Che belle parole, mi ci ritrovo in pieno! :) I libri di Zafon sono davvero speciali!
RispondiElimina