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sabato 19 marzo 2016

Segnalazione: Vento di Kornog di Alessia Litta

Ancora una segnalazione per un'autrice italiana. Questo romanzo è già nel mio e-reader e spero di iniziarlo quanto prima. Nel frattempo, ho sentito che Alessia Litta ha già affascinato tante lettrici. E voi che aspettate a sbirciare?

Autrice: Alessia Litta
Genere: Mistery
Pagine: 221
Prezzo: 0,99
Formato: eBook
Edito: Self publishing

Trama:
Claire, italiana d'adozione, non ha ricordi della sua infanzia, ma possiede l’abilità di leggere le memorie degli oggetti e delle persone che tocca.
Quando, per caso, si trova fra le mani una lettera di sua nonna, creduta morta da anni, si rende conto che le sono state raccontate molte bugie. I suoi genitori, infatti, non solo l’hanno tenuta lontana dalla Bretagna - sua terra d’origine - senza spiegarle le ragioni, ma le hanno nascosto che lei è la causa della loro fuga dalla Francia. Qualcosa è accaduto quando era solo una bambina. Qualcosa che non ricorda.
Determinata a capire, Claire decide di raggiungere la Bretagna.
E in quella terra di leggende, battuta da venti e tempeste, si imbatterà nei Laouenan, ricca famiglia che vive in un maniero arroccato su una scogliera. Qui scoprirà che un segreto terribile circonda l’enigmatico e taciturno proprietario da cui tanto si sente attratta, e che un filo sottile li lega.
Ma sarà solo scavando nel passato dei Laouenan, tra intrighi, rivelazioni raccapriccianti e nuove amicizie, che Claire troverà la verità su se stessa, e potrà così riprendersi ciò che ha perduto.

Se ancora non vi ho convinte a comprarlo su Amazon, ci penseranno questo paio di estratti. Continuate a leggere...


I miei sensi vennero attaccati tutti insieme. L’aria umida mi colmò le narici, il vento mi fece lacrimare gli occhi, la giacca e il cappuccio frustarono senza pietà, mentre raffiche violente mi spingevano in ogni direzione.
Attirata dal fragore delle onde, presi la macchina fotografica dal bagagliaio, agganciai il treppiede allo zaino e imboccai il sentiero che si inoltrava nella brughiera. Ero esaltata. Mi rendevo conto che una gioia delirante si stava impadronendo di me, un’eccitazione sfrenata al pensiero che non ci fosse nulla lì che impedisse agli elementi di manifestare tutta la loro forza.
L’arrivo alle scogliere mi tolse il fiato. In lontananza, la punta rocciosa di Grouin era illuminata dai raggi che filtravano attraverso il manto nuvoloso, mentre a est nuvole nere incorniciavano i suoi rilievi trasformandoli in oro liquido. Le onde, trascinate dal vento, s’infrangevano con una tale potenza da fare male alle orecchie.
Piazzai il cavalletto e scattai a ripetizione, persa in un incantesimo senza tempo. E poi rimasi a guardare, riempiendomi di quel potere, caricandomi di quella maestosità, consapevole che era lì, immersa in quel nulla, che la mia presenza in Bretagna trovava un senso. Non nella città di Dinan a girare per il centro, non a casa di Rose, non sulla spiaggia dove ero scomparsa.
Abbandonai il sentiero e scesi tra le rocce per raggiungere una spiaggia incastonata fra due speroni. [...]
«Fossi in lei, mi affretterei a tornare su.»
La voce mi colse di sorpresa facendomi trasalire. Alle mie spalle, sul sentiero dei doganieri, c’era un uomo - mani nelle tasche dei jeans, semplice pullover grigio a ripararlo dal vento e capelli biondi che gli vorticavano attorno al viso - accompagnato da un branco di cani.





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