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venerdì 14 marzo 2025

Bookclub Romance Book Party: Emma di Jane Austen

Alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri, a Napoli, si è tenuto il secondo incontro del bookclub dedicato alla narrativa romantica.
Il primo romanzo condiviso è stato Emma, uno dei capolavori di Jane Austen. Un romanzo apparentemente semplice, ma ricco di spunti di riflessione.
Vi racconto di cosa abbiamo parlato.

Quarta di copertina

Pubblicato anonimo nel 1816, "Emma" appartiene agli scritti cosiddetti "della maturità" di Jane Austen. Tema centrale nel romanzo è il fraintendimento in amore. Emma, la protagonista, rimasta padrona assoluta della casa dove vive dopo il matrimonio della sorella, si trova a gestire il piccolo mondo che le ruota intorno con una buona volontà alquanto presuntuosa. Accolta in casa una giovane ragazza, Henriette Smith, Emma cerca di maritarla adeguatamente. Tra i possibili pretendenti sceglie per lei Elton, il vicario del paese, inducendola a rifiutare al con tempo l'offerta di Martin, un rispettabile agricoltore del luogo. Ma ogni piano salta quando in realtà si scopre che Elton, in fondo un arrampicatore sociale, voleva invece sposare Emma. Fra i tanti personaggi che la circondano, l'unico in grado di dire la verità a Emma, e di farle notare i suoi difetti e le sue debolezze, è l' amico Knightley, suo vicino e fratello maggiore del cognato. Alla fine sarà proprio lui a sposarla, mentre Henriette convolerà a nozze con il giovane Martin, precedentemente respinto. Anche in questo romanzo Jane Austen pone al centro della sua narrazione le atmosfere, i desideri e i vissuti della gentry inglese di inizio Ottocento, riuscendone a restituire gli odori e le dinamiche più profonde.




Emma è forse l'eroina più antipatica di Jane Austen.
Una ragazza così convinta della bontà delle proprie convinzioni da manovrare le vite altrui, indirizzando i sentimenti dei vicini nelle direzioni da lei giudicate più adeguate.
Malgrado la fede incrollabile in se stessa, Emma sbaglia, ripetutamente, e a farne le spese non è lei sola, ma trascina con sé anche altri personaggi.

Durante la rilettura, questo tratto caratteriale di Emma mi ha affascinata.
Mi ha ricordato un po' Elizabeth Bennet, perché entrambe le protagoniste all'inizio sono davvero sicure di se stesse, ma saranno poi costrette a mettere in crisi le proprie false certezze.
Se per Lizzie intervengono nuove rivelazioni su persone colpite da prime impressioni frettolose, per Emma la lezione sarà più dura.
Non ci sono così tante novità da metabolizzare, dovrà affrontare la stessa realtà, quella che ha avuto davanti ogni singolo giorno, ma che ha sempre sbagliato a interpretare.
Jane Austen è stata impareggiabile nel tratteggiare questo cambiamento di prospettiva in modo graduale. Ho adorato le maniere ferme e garbate del povero Mr. Knightley che cercava, invano, di aprire gli occhi e avvertire l'amica dei suoi inciampi.
Emma dovrà crescere da sola, attraverso i propri sbagli, con il senso di colpa di aver consigliato male e il disappunto di essere stata cieca davanti a certi indizi.
Si tratteggia, in un certo senso, anche un romanzo di formazione.

A proposito di amicizia, mi sono davvero divertita quando Valentina (moderatrice del bookclub e organizzatrice del romance book party) ha categorizzato Emma come "un perfetto friends to lovers", per aiutare le giovanissime che ormai viaggiano per trope.
Si potrebbe dire anche Slow burn, perché il rapporto tra Emma e Mr. Knightley è lento ad affiorare. Lui è una presenza costante tra le pagine, vi aleggia senza mai predominare la narrazione, come se autrice e protagonista lo dessero per scontato.
Un uomo che è sempre lì, dove deve essere, e forse per questo non degnato della giusta attenzione.
Almeno fino a che non si rischia di perderlo e allora, finalmente, Mr. Knightley conquista la scena.
Dovremmo attendere fin quasi alla fine per avere un po' più di romanticismo. Questa è stata, probabilmente, la mia parte preferita.

Dato che nemmeno Jane Austen sfugge ai trope del booktok, Emma è anche uno Small Town, caratterizzato dai tanti personaggi minori che si affastellano tra le pagine, senza però mai confondersi.
Che dire del padre ipocondriaco di Emma?
Impossibile digerire l'alterigia della signora Elton o frenare la parlantina della signora Bates.
La piccola città di Highbury prende vita grazie alle persone che la abitano e che Emma frequenta abitualmente, ma soprattutto grazie alla sottile e ineguagliabile ironia dell'autrice nel rendere vivida ogni pagina.

E voi avete letto Emma?
Se volete, ne parliamo insieme nei commenti, su instagram o dal vivo nel book club.
Se siete di Napoli, vi aspettiamo a braccia aperte!

Il prossimo appuntamento è il 12 aprile con Dammi mille Baci.

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