Torniamo a parlare di romanzi d'amore, oggi tocca a "Miss happy ending in love" di Cecile Bertod.
Genere: Romance contemporaneo
Pagine: 371
Prezzo Ebook: 2,99
Prezzo Cartaceo: 12,48
Edito: Self Published
Prezzo Cartaceo: 12,48
Edito: Self Published
Quarta di Copertina
Charlotte odia i lunedì, legge gossip e organizza viaggi a Dubai. Quello che sogna è di aprire una piccola agenzia matrimoniale a Parigi. Così, quando scopre che sua zia Florence le ha lasciato un piccolo appartamento in periferia, fa le valigie e si trasferisce a Sevran.
Il notaio è stato chiaro: l’appartamento è tuo, fanne quello che vuoi. Ha dimenticato di dirle, però, che una delle stanze è già occupata dal più velenoso avvocato divorzista della Francia.
Vincent Arnaud.
Il loro incontro è catastrofico, la convivenza un inferno. Uno dei due deve andarsene, ma chi?
Non certo Vincent, che per buttare fuori Charlotte è disposto a fare qualsiasi cosa. Perché Vincent è fatto così. Non gli importa di nessuno, o forse sì?
Cecile Bertod è una di quelle autrici da cui non si sa mai cosa aspettarsi, anche se resta sempre uguale a se stessa.
Miss Happy ending in love non fa eccezione, portando inequivocabilmente la sua firma, attraverso personaggi imperfetti, fragili, che lottano per realizzare i propri sogni pur avendo, certe volte, paura della loro stessa ombra.
Charlotte si sente in trappola, in una vita già decisa dalla sua famiglia. Quando una lontana zia le lascia un appartamento, Charlotte intravede il barlume della libertà. Può davvero provare a spiccare il volo, proprio lei che non è mai stata indipendente?
Ebbene, lo fa, inciampando, in senso letterale e metaforico, in una signora che sarà per lei un po' segretaria e un po' fata madrina.
In quell'appartamento a Sevran, un bugigattolo in un quartiere malfamato della periferia parigina, però, più che un principe azzurro l'aspetta una bestia. Un avvocato divorzista che ha visto tempi migliori e cerca disperatamente un'occasione di riscatto per tornare sulla cresta dell'onda della Ville Lumiere. E come può farcela se il suo studio, in cui i sogni d'amore arrivano al capolinea, deve convivere con un' agenzia matrimoniale che promette il lieto fine?
Ricordiamoci che gli opposti sono fatti per attrarsi...
Se Charlotte è il tipico personaggio della Bertod, carico di paranoie, buoni propositi, potenziale inespresso e un pizzico di rabbia contro il destino avverso, Vincent è stata una sorpresa.
Lui non è il solito protagonista che sembra un poco di buono e invece si rivela un angioletto. No, lui è davvero un uomo con tanti vizi e pochi scrupoli. Le tenta davvero tutte per cacciare Charlotte, le rende impossibile la convivenza, la sabota sul lavoro e si rende detestabile in ogni modo possibile.
Sensi di colpa? Pochi, a tratti.
L'autrice, però, è brava nel pennellare il personaggio con un certo non so che di seducente. Le maniere rudi, lo sconvolgimento davanti alla testardaggine della sua coinquilina, quei guizzi di inspiegabile gelosia. E Vincent si fa più attraente.
Ogni tanto, anche al lettore viene un po' da proteggere Charlotte... da se stessa, oltre che da Vincent. Uno spontaneo "ma dove ti avvii?" tra una pagina e l'altra. Perché Charlotte sa fare poco, ma si butta a capofitto. Si spaventa, ma va avanti lo stesso. Un personaggio apprezzabile per la sua resilienza, tra un fiume di lacrime e un piano lavorativo assurdo.
Ammetto di non aver amato questo romanzo quanto i precedenti dell'autrice. Forse sono stata un po' confusa dallo stile, che combina il classico flusso di pensieri e paranoie dei personaggi, con una narrazione in terza persona molto delicata e quasi favolistica. Sembrava di vedere un cartone animato o un'altra declinazione del meraviglioso mondo di Ameliè. L'effetto era bello, ma forse più adatto a una storia breve, un racconto più che un romanzo.
Inoltre, ci sono stati passaggi in cui avrei voluto avvertire un po' di più immediatezza, sentire più vicine le emozione dei personaggi che mi giungevano, in qualche modo, filtrate e distanti, come se fosse un altro a raccontare la loro storia, mentre i protagonisti si nascondevano al lettore, nell'ombra del narratore.
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