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mercoledì 16 giugno 2021

Recensione: "Il nodo di Windsor" di S.J. Bennett

Se mi seguite anche su instagram avrete già notato la mia rubrica domenicale "Pillole Royal", in cui vi racconto frammenti di vita delle teste coronate.
Ebbene, quando la Mondadori mi ha proposto di leggere "Il nodo di Windsor" ho ovviamente accettato la collaborazione, perché non potevo lasciarmi sfuggire un romanzo in cui Elisabetta II dimostra tutto il suo acume indagando su un brutale omicidio avvenuto tra le sacre mura del castello di Windsor.



Quarta di Copertina:

É un mite inizio di primavera al castello di Windsor e la regina Elisabetta si sta preparando per le celebrazioni del suo novantesimo compleanno. Le attività tuttavia sono bruscamente interrotte non appena il giovane pianista russo che ha deliziato gli ospiti la sera precedente viene ritrovato cadavere, completamente nudo, appeso in camera sua con la cintura della vestaglia. Quando le indagini si concentrano sulla servitù, la regina capisce che la polizia sta seguendo la pista sbagliata. Con l'aiuto dell'inesperta ma solerte assistente Rozie Oshodi, appena assunta dopo una breve carriera come bancaria e tre anni trascorsi nella reale artiglieria, Sua Maestà decide di vederci chiaro, dando finalmente spazio alla grande passione che coltiva segretamente fin da ragazzina, quella dell'investigazione.




Sulle cronache dei giornali, soprattutto in Italia, arrivano foto e pettegolezzi solo degli eventi più importanti accaduti a palazzo: ricevimenti di capi di stato, G7, anniversari...  Ma la monarchia ospita molti più ricevimenti di quanto si pensi. Proprio alla fine di una di queste serate un giovane musicista viene trovato morto nella camera che gli era stata assegnata all'ultimo piano del castello.
Un omicidio a palazzo.
Con la Regina presente.
Una sola, terribile, parola: scandalo!

La macchina reale si mette subito in moto per non far trapelare la notizia sui giornali, che vedrebbero moltiplicarsi le copie vendute a discapito della buona reputazione della corona e della sicurezza del castello. Il crimine passa sotto silenzio, ma viene subito fatto oggetto di investigazioni da parte di squadre speciali altamente qualificate... e della Regina.
Del resto, può mai la padrona di casa non informarsi su quanto accade tra le sue mura?

Dopo una serie incalcolabile di personaggi chiamati a indagare sui più turpi delitti, da Dante a imperatori romani, passando per Oscar Wilde, anche sua Maestà Elisabetta II viene scomodata per assumere i panni della detective. Ovviamente, senza dimenticare i doveri legati alla corona.

"Il nodo di Windsor" è un giallo molto gradevole, leggero, che si legge velocemente.
Ero davvero preoccupata di come sarebbe stata tratteggiata la figura di Sua Maestà perché sono allergica a una certa faciloneria con cui giornalisti e scrittori spesso parlano della monarchia. Devo dire che questo libro non mi ha delusa.
Chi sceglierà di leggerlo anche solo per The Queen troverà la solita, incrollabile e imperturbabile Elisabetta, che comincia la giornata consultando la scatola rossa con i documenti da firmare e continua a seconda degli impegni di Stato previsti. Nemmeno un crimine la distoglie dagli impegni ufficiali. Non si lascia distogliere da una personale passione, come accade in altri libri.
L'autrice è brava nel tratteggiare la figura di Elisabetta nella sua umanità e individualità, non solo impegni di stato, non solo l'imperscrutabilità della regnante più longeva d'Europa, ma una donna a volte stanca dei propri doveri, che vorrebbe solo dedicarsi a una passeggiata a cavallo o con i suoi amati cani. Com'è ovvio, l'autocontrollo leggendario di Sua Maestà non la fa mai deviare dall'agenda, ma le permette anche di prendersi qualche libertà di cui non tutti devono essere informati...
Vera protagonista del romanzo è Rozi Oshondi, una giovane assistente che finisce col diventare il braccio destro e operativo della Regina, scorrazzando per la città e ponendo domande come Elisabetta non potrebbe mai fare. Ho trovato suggestivo vedere l'evoluzione del rapporto tra le due, ma anche scrutare Elisabetta dal filtro privilegiato di Rozi. L'iniziale  timore per una donna che ha visto dipanarsi quasi un secolo di storia, la profonda ammirazione per l'abnegazione sempre dimostrata per il paese, ma anche per le singole persone che lavorano tra le mura di Windsor.

Neo del romanzo, secondo me, è proprio il filone giallo che è rimasto fino alla fine piuttosto annodato, per non dire ingarbugliato.
Avendo focalizzato così tanto l'attenzione sugli abitanti di Windsor, le persone coinvolte nel delitto sono rimaste sempre in ombra, difficilmente distinguibili le une dalle altre. Per il lettore è un po' difficile indagare con Sua Maestà, non resta che leggere le sue deduzioni e seguirle, due passi indietro come da protocollo reale.


Insomma, "Il nodo di Windsor" è un romanzo che consiglio a tutti gli appassionati di monarchia britannica, lo studio dell'autore per i dettagli è evidente ma mai pedante, i personaggi conservano le caratteristiche per cui sono famosi, dallo humor della Regina ai commenti caustici del compianto Principe Filippo, passando per gli onnipresente Corgi e Dorgi.

Un libro perfetto per chi ha sempre sognato di prendere un tè con The Queen.

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