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Flirt in Kilt non è riuscito a conquistarmi, perché…
Quarta di Copertina
Quando la vivace Bonnie viene licenziata per la terza volta a ventiquattro anni, si ritrova un po' spaesata. È così che la sua migliore amica riesce a convincerla ad accompagnarla a Corsekelly, incantevole paesino delle Highlands, dove le attende un'opportunità imperdibile: gestire per sei mesi la caffetteria locale. Semplicissimo, così tanto che si infileranno da subito in un mare di guai esilaranti. Fortuna che c'è Rowan, il figlio dei proprietari. Splendido e perennemente scontroso, come si addice a uno scozzese, in realtà lui non vorrebbe immischiarsi ma le due svampite rischiano di distruggere l'attività di famiglia e qualcuno dovrà pur tenerle d'occhio. Tra insulti, dispetti e scintille di passione… il divertimento è assicurato, e forse anche l'amore.
Più che Flirt in Kilt lo definirei Flop in Kilt.
Con profonda delusione, devo ammettere che questa è stata una delle letture peggiori dell'anno.
L'idea di base, seppur non originalissima, è di quelle che io trovo irresistibili e che mi ha convinta a comprare il romanzo. Due amiche, in crisi sentimentale e lavorativa, decidono di dare una svolta alle loro vite e accettare un impiego in Scozia, in una piccola caffetteria.
Il piccolo borgo di Corsekelly offrirà loro la tranquillità necessaria per recuperare l'equilibrio emotivo e trovare la consapevolezza di se stesse e di ciò che vogliono davvero. Il lieto fine, per entrambe, è incluso nella tassa di soggiorno, ovviamente.
Qual è il problema? La protagonista!
Bonnie è un personaggio senza filtri, dice tutto ciò che le passa per la testa, spesso a sproposito e con poco tatto. Inoltre, fa continui riferimenti sessuali, che ho trovato piuttosto cringe.
Le sue intenzioni non sono malvage. Si tratta di una ragazza che cerca il proprio posto nel mondo, dopo una serie di lavori andati male, si mette alla prova. Scopre i propri talenti e sfrutta le proprie potenzialità per rinnovare la caffetteria. Questo suo arco di crescita l'ho apprezzato.
Ma ha dei modi irruenti che, per me, sono disturbanti, sia nel suo rapporto con Rowan, sia con quello con Dakota, la sua migliore amica.
Il protagonista maschile è scritto molto meglio. Rowan è un ragazzo con una situazione familiare davvero difficile, abituato a sacrificarsi per gli altri e a dare sempre una mano. Pur con tutta la pressione che subisce, si comporta in maniera più equilibrata di Bonnie.
Purtroppo, ho trovato la protagonista talmente insopportabile da non riuscire ad apprezzare del tutto né la storia d'amore, né alcuni colpi di scena che danno profondità (e un tocco di dramma) alla narrazione.
Molto più dolce, invece, la coppia di Isla e Dakota. Anzi, avrei preferito che l'autrice si concentrasse di più su loro due.
Bella anche l'ambientazione. Il borgo scozzese, con i suoi abitanti che si stringono nel momento del bisogno, è forse la cosa migliore del romanzo.
Insomma, grandi potenzialità in questa storia, ma stile (soprattutto nella resa della protagonista) che proprio non ho digerito.
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