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lunedì 13 febbraio 2023

Cecilia Randall racconta Artia di Camelot

Cecilia Randall è una delle penne più amate del fantasy italiano, qualche giorno fa ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione del suo ultimo romanzo "Artia di Camelot".
L'autrice ha raccontato un sacco di cose davvero interessanti e non vedevo l'ora di condividerle con voi!



"Artia di Camelot" è un retelling del ciclo arturiano in chiave femminile. A sollevare Excalibur, questa volta, è una ragazza. Un'eroina in cerca del proprio posto nel mondo, che si ritrova catapultata al centro di intrighi di corte, avventura... e uomini. Il mondo di Camelot, malgrado sia costellato di donne cruciali, resta plasmato dai desideri e dall'indole maschile.

Francesca Sepe e Marilena Cracolici hanno chiesto all'autrice come sia nato il personaggio di Artia, come sia stato scrivere di una donna in una leggenda fatta di uomini. Ecco come ha risposto Cecilia Randall:

"Non ne posso più di queste eroine maschio!"

"Quando leggi o guardi una storia, di qualsiasi genere dal fantasy al poliziesco, sempre più spesso c'è il personaggio femminile forte, potente, preparato... che però è praticamente un uomo. È una donna a cui hanno tolto tutta la femminilità"
L'intento dell'autrice era scrivere di una giovane che persegue l'autorealizzazione senza però rinunciare alla propria essenza. Una ragazza che non cerca di imitare (o diventare come) gli uomini da cui è circondata, rimane se stessa e pretende di prendere in mano il proprio destino anche in quanto donna.
"Il femminismo pone di fronte a delle nuove sfide, anche noi autori, che dobbiamo raccontare le donne".

È stato fatto notare all'autrice che Artia non è l'unico personaggio femminile forte, all'interno del libro, ma che anzi le donne prendono molto potere all'interno delle pagine, al punto tale che l'esercito di Cornovaglia non è formato da uomini del re, ma dai cavalieri della Regina Igraine.

"I trovatori (che per primi hanno raccontato le leggende arturiane) sono sempre stati maschi e hanno tramandato la storia con il punto di vista maschile, mettendo in primo piano gli uomini. Quando sei piccola prendi la storia così com'è, ma quando cresci cominci a capire che qualcosa non fila." 
La Randall utilizza l'esempio della nascita di Artù.
Uther si innamora di Igraine, la vuole ad ogni costo, tanto da scatenare una guerra quando lei lo rifiuta e il marito difende l'onore della moglie.
Il Re allora ricorre a Merlino, prende le sembianze di Garlois per ingannare Igraine e giacere con lei. Quella stessa notte Garlois viene ucciso dai Pendragon, Uther ormai ha conquistato la Cornovaglia e sposa Igraine.
I trovatori raccontano che la Regina accetta il matrimonio con Uther, anzi in breve tempo si scopre innamorata di lui e pronta per il lieto fine.
Quale donna dopo aver rifiutato un uomo, essere stata ingannata e costretta a sposare l'assassino del marito che amava, poi se ne innamora? "Non è verosimile" afferma la Randall.
Per questo la sua Regina si comporterà diversamente dalle storie che fino ad oggi ci sono state raccontate.

Artia di Camelot è un libro intriso di novità anche a livello stilistico, è il primo dell'autrice scritto in prima persona. Le hanno chiesto se si fosse immedesimata di più in questo personaggio, rispetto ai precedenti.

"Non mi metto mai nei miei personaggi. Io non sono Artia. Quando ho iniziato a scrivere, (non i primi capitoli in senso cronologico, parto sempre dal punto in cui iniziano i guai, perché devo capire cosa il mio personaggio è in grado di fare), mi sono resa conto che filava tutto molto meglio se scritto in prima persona."
Forse c'è stato un collegamento particolare con la protagonista, ma non è stata una scelta consapevole, all'inizio. Tra gli altri personaggi, quello che l'ha divertita di più è stato il cavaliere più giovane, ma se dovesse scrivere uno spin-off sceglierebbe Agramore, peccato che sia fin troppo posato, mentre Sir Brastias è l'unico di cui ci sia traccia nelle leggende.

A questo punto hanno chiesto all'autrice se ci sia speranza di un secondo volume, la risposta è stata negativa... ma non troppo.
"Artia è nata come libro singolo. Scrivo sempre stand alone ma ciò non esclude un seguito, con l'idea giusta, com'è stato per Gens Arcana. Mi hanno chiesto un seguito, l'idea l'avevo e mi sono detta: perché no?
Millennio di fuoco è stata l'unica storia nata già in due capitoli. Se non fosse stata divisa sarebbe stato un librone di novecento pagine."

Riguardo a Camelot, quando c'è stato lo spazio per le domande dal pubblico, ho chiesto all'autrice cos'altro potrebbe raccontare il ciclo arturiano a un lettore moderno.
Come aveva detto all'inizio dell'incontro "Re Artù spunta ovunque, persino sul portale della cattedrale di Modena, anche se nessuno sa cosa ci faccia lì" e ha ancora tanto da raccontare. L'autrice pensa alla ricerca del Graal, alla tensione dei cavalieri verso il divino, il conflitto tra la religione cattolica e il paganesimo, l'essenza della Magia non solo come formula magica, ma come collegamento con la natura...

Chissà, amici lettori, magari l'idea per lo spin off non è così lontana.

Nel frattempo, hanno scucito all'autrice anche qualche dettaglio sui futuri progetti.
In uscita imminente, il sette marzo, un libro middlegrade per Gribaudo, ambientato in Oriente... e nel futuro! Questo romanzo per ragazzi verrà presentato alla fiera di Bologna, molto cara all'autrice perché è lì che presentò a un editor il manoscritto di Hyperversum, divenuto poi un successo internazionale.

Ma dove trova l'ispirazione, Cecilia Randall?
"Per scrivere bisogna nutrirsi di storie, sotto qualsiasi forma. Non importa che siano film, balletti, podcast o libri, le storie utilizzano gli stessi archetipi e si impara sempre."
Pensando all'ispirazione "classica" (di cui le hanno chiesto) ritiene che l'Italia non sia seconda a nessun altro paese, basti pensare all'Orlando furioso, l'Orlando innamorato o la mitologia classica. Volendo essere un po' provocatoria, oggi il racconto di un viaggio nell'oltretomba come quello dantesco dove finirebbe... se non nel fantasy?

Non avevo mai letto Cecilia Randall prima di Artia di Camelot, ma ne ho sempre sentito parlare. Ho scoperto non solo un'autrice di talento (com'era prevedibile), ma anche una persona molto alla mano, ben disposta a dialogare con il suo pubblico e che sa intrattenere con ampi riferimenti alla cultura pop. Sembra di chiacchierare con un'amica che non vedi da tempo, piuttosto che una scrittrice di fama internazionale.
Sono davvero felicissima dell'esperienza!

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