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lunedì 10 ottobre 2022

Recensione: La Regina Infinita di Marco Ubezio e Alberto Mattioli

Mi sembra così dissonante leggere di Elisabetta nell'anno del suo giubileo di platino e della sua morte...
Dopo "The Queen" di Andrew Morton, vi parlo di "Elisabetta. La Regina infinita" di Alberto Mattioli e Marco Ubezio. 
Continuate a leggere per scoprire quale delle due biografie ho preferito!


Genere: Biografia
Pagine:336
Prezzo cartaceo: 16,00€
Prezzo digitale: 9,99€
Edito: Garzanti

Quarta di copertina:

Sono passati quasi settant’anni dal giorno dell’incoronazione – la prima trasmessa in diretta televisiva – sotto le magnifiche volte dell’abbazia londinese di Westminster, e da quel 2 giugno la fama e la popolarità di Elisabetta ii non hanno fatto che aumentare. Nel suo ruolo pubblico ha vissuto in prima persona cambiamenti storici epocali, attraversando guerre mondiali e tempeste politiche; come capo della famiglia Windsor ha dovuto affrontare scandali e tragedie, divorzi e rappacificazioni. La ferma compostezza con cui è rimasta al centro della scena per tutti questi anni l’ha trasformata in un mito che il giornalista Alberto Mattioli e il cultore Marco Ubezio celebrano con pura passione e divertita riverenza. Muovendosi lontano dai profili biografici fatti di gossip e di veri o presunti scoop, ma distillando con humour il senso profondo di una vita straordinaria, i due autori raccontano la favola di una regina che sembra aver sfidato le leggi del tempo e di cui tutti continuiamo a subire l’infinito fascino.




Devo essere onesta: "La Regina Infinita" ha, purtroppo, subito il confronto con "The Queen" di Andrew Morton.
Due biografie (entrambe lette in collaborazione con i rispettivi editori) sullo stesso, straordinario, soggetto e scritte per la stessa occasione, il Giubileo di Platino, con stili, però, profondamente diversi.
Personalmente, ho apprezzato il garbato distacco di Andrew Morton. L'autore britannico racconta aneddoti di vita della Regina e della sua famiglia, anche attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciuta, restando in un certo qual modo neutrale.
I biografi italiani, invece, hanno scelto un approccio antitetico e, a tratti, poco coerente.
Nelle prime pagine, lo scrittore immagina il risveglio della Regina dopo la morte del marito, una scena che sarebbe stata più idonea all'apertura di un romanzo, che di una biografia. Non ho apprezzato il voler entrare nella testa della protagonista, l'avvicinarsi così tanto a un momento di dolore e raccontarlo, per l'appunto, come un romanzo.
Ho apprezzato, però, l'evidente passione per la monarca, quasi l'affetto che molti di noi hanno provato (e continuano a provare, nonostante tutto) per una donna capace di attraversare un secolo, burrascoso, di storia restando sempre al timone di una nazione.
Peccato che questa delicatezza, in certi momenti, si perda completamente. Forse a causa della scrittura a quattro mani.
Ci sono stati dei giudizi dell'autore, personali, molto forti e, delle volte, fuori luogo, che mi hanno davvero disturbata. A causa di questi toni, ho trovato la lettura pesante e sono stata costretta a interromperla. In effetti, avevo iniziato a leggere questa biografia diversi mesi fa, con l'entusiasmo del giubileo, e mi sono ritrovata a finirla durante il periodo di lutto per la Regina.
Sto parlando di frasi come quella sciroccata di Sissi, il castello Balmoral definito horror ottocentesco e addirittura mostruosità neogotica, per tacere sulla descrizione di Diana durante l'intervista di Panorama.
Opinioni dell'autore (o di entrambi?) che non ho apprezzato e che mi è sembrato stonassero con i toni del primo capitolo e, per certi versi, persino con la protagonista della storia (non credo che la Regina avrebbe approvato sentir parlare del suo castello scozzese in quei termini!).

La Regina Infinita, come viene chiamata ripetute volte dagli autori, purtroppo non è più con noi, ma ci ha lasciato in eredità il racconto di una vita piena di esperienze, un esempio di senso del dovere (e anche di humor), che credo resterà sempre interessante da leggere.

Magari in biografie dai toni diversi, per quanto mi riguarda.

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