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sabato 26 marzo 2022

Recensione "Un fato così ingiusto e solitario" di Brigid Kemmerer

"La bella e la bestia" è la mia fiaba preferita, quando Oscar Vault ha inserito il nuovo retelling nel calendario dell'avvento mi ha davvero fatto un meraviglioso regalo. "Un fato così ingiusto e solitario" è il primo di una trilogia, dai titoli evocativi e difficili da ricordare, che sono felice di aver scoperto.

Genere: Fantasy/Retelling
Serie: Cursebreakers #2
Pagine: 504
Prezzo Cartaceo: 22,00
Prezzo Ebook: 10,99
Edito: Mondadori
Quarta di Copertina:

Le cose sono sempre state facili per il Principe Rhen, erede al trono del regno di Emberfall. O almeno, lo sono state finché una potente incantatrice non ha lanciato una spietata maledizione su di lui. Ora Rhen è condannato a rivivere all'infinito l'autunno dei suoi diciott'anni e a trasformarsi in una creatura mostruosa portando dovunque morte e distruzione – e lo sarà finché una ragazza non si innamorerà di lui. Per la giovane Harper, invece, le cose non sono mai state facili. Il padre se ne è andato da tempo lasciandosi dietro una montagna di debiti, la madre è in fin di vita, e il fratello, che riesce a malapena a tenere unita la famiglia, l'ha sempre sottovalutata a causa della paralisi cerebrale che l'affligge: Harper ha dovuto imparare in fretta a fare affidamento solo su se stessa per sopravvivere. Ma un giorno, viene rapita e portata nel magico e terribile mondo di Emberfall perché Rhen possa conquistare il suo cuore e spezzare finalmente il maleficio. Un principe? Un mostro? Una maledizione? Harper è sconvolta e disorientata, ma anche determinata a fare di tutto pur di ritornare nel proprio mondo e dalla famiglia che ha bisogno di lei. Tuttavia col passare dei giorni, man mano che la diffidenza nei confronti di Rhen si trasforma in amicizia (e forse in qualcosa di più) la ragazza si rende conto che anche Emberfall ha bisogno di lei. Perché forze potenti e oscure minacciano il regno e la vita di tutti, e non basterà spezzare la maledizione per salvare Harper, Rhen e il futuro di entrambi dalla rovina totale.




Ho letto questo romanzo dietro consiglio di Stefania Siano, perché l'aveva aiutata a uscire dal blocco del lettore. Mi trovavo nella stessa situazione, ho cominciato l'anno con pochi libri e senza molto entusiasmo. Ebbene, posso dire che in poche pagine "Un fato così ingiusto e solitario" mi ha trascinata in un altro mondo, sono stata rapita insieme alla protagonista, Harper, e portata in un reame di quelli che frequentavamo da bambine, con un principe misterioso, un castello in rovina e una maledizione crudele.

L'atmosfera era in qualche modo familiare, essendo questo un retelling de La bella e la Bestia, ma l'autrice è riuscita a rendere nuova la storia, a utilizzare gli elementi caratteristici della fiaba per la base di qualcosa di proprio, un mondo dagli aspetti medievaleggianti, al centro di sortilegi e mire politiche dei reami confinanti. Mi ha catturata.

Harper è una protagonista volitiva, determinata, che non ha la stessa delicata gentilezza di Belle, malgrado brilli di compassione per il popolo sofferente del reame maledetto e per Rhen, un principe allo stremo. Harper è una ragazza dei nostri giorni, abituata alle difficoltà, perché nemmeno la sua vita a Washington era rose e fiori, eppure trova il modo di crescere all'interno delle pagine, di prendere consapevolezza di sé, del proprio valore. Accetta le sfide, senza mai sottrarsi e si dimostra, talvolta, molto più forte dello stesso principe.
Dal canto suo, Rhen è ormai piegato da una maledizione che dura da centinaia di anni, da una strega che non esita a torturarlo ma che, anzi, trae piacere dalla sua sofferenza. Rhen conosce il sapore dell'umiliazione, dell'impotenza, e quello ancora più amaro del senso di colpa per le cose che la maledizione lo spinge a fare. Un fiele che gli viene servito ancora, ancora e ancora. Fino a spingerlo a desiderare la morte. Eppure, una parte di lui resiste. Dimostra una resilienza eroica, nel proteggere le persone che ha al proprio fianco, nel pensare ai propri sudditi per tenerli al sicuro dall'invasione dei regni nemici.
Credo sia raro trovare un protagonista così, un principe che ha bisogno di essere salvato, di trovare qualcuno che lo aiuti a rialzarsi. A rinascere. Mi è piaciuto il rapporto tra Harper e Rhen, a volte squilibrato, che però trova il modo di resistere.
Anche se, secondo me, il personaggio più affascinante del libro è Grey, l'unica guardia rimasta a palazzo. Il braccio destro del principe, addestrato a scomparire nel buio e a palesarsi quando c'è un pericolo. All'apparenza freddo e letale, ma in grado di dimostrare una profonda lealtà e persino una certa ironia, scommetto che vi ritroverete a desiderare di giocare a carte e lanciare coltelli insieme a lui. Un uomo enigmatico, pratico, che sembra per certi versi ammaliare anche Harper...
Senza svelarvi troppo, devo dire che ho trovato ben scritto anche il personaggio di Lilith. Ambiziosa, sadica, capace di una malvagità priva di scrupoli, riesce a essere impressionante e si discosta dalla creatura magica descritta dalla Disney, che voleva insegnare al Principe viziato l'empatia e la compassione. 
Forse l'unico difetto di questo romanzo è nell'avere un worldbuilding un po' troppo sfumato. Alcuni dettagli del sortilegio che grava sul principe non sono chiari e rischiano di confondere il lettore proprio nelle prime pagine. Mentre alcune autrici lasciano che il lettore cammini nel loro mondo inventato (mi viene in mente la Dabos con Chiardiluna), la Kemmerer focalizza la scena, ma sfuma il resto, lasciandoci con un po' di curiosità. Chissà che non voglia lasciarci in sospeso per i libri successivi...


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