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mercoledì 30 settembre 2020

Recensione: "Orgoglio e sentimento" di Linda Kent

Alle lettrici di historical romance il nome Linda Kent non è di sicuro sconosciuto, la sua nuova uscita targata Mondadori Classic ci regala un piccolo omaggio alla regina delle storie d'amore: Jane Austen.

Genere: Historical Romance
Pagine: 272
Prezzo online: 2,99
Prezzo cartaceo: 5,99
Edito: Mondadori 
(Collana da Edicola)

Quarta di Copertina

Maximilian Rosworthy ha ereditato il titolo di visconte ed è deciso a prendersi cura della sua gente. Purtroppo la proprietà è in rovina e le spese sono troppe, dunque non gli resta che cercarsi una moglie ricca. Peccato sia attratto da Penelope Foxmore: lei è tutto ciò che il suo cuore desidera, ma è priva di dote. L'orgoglio deve cedere all'amore o viceversa? Max non ha dubbi. Dal canto suo, Penny è una ragazza molto sensata e per questo ha deciso di sposare Mr Hobbs, un placido reverendo. Finché il caso e una serie di imprevedibili avventure la costringeranno a scegliere fra ragione e sentimento.




Sin dalle prime pagine di "Orgoglio e Sentimento" si avverte l'atmosfera austeniana, che ci trasporta nel piccolo cottage nel Dorset, in cui vivono le sorelle Foxmore, in condizioni economiche non misere ma neppure floride. Penelope, la maggiore, lavora come insegnante di disegno in una scuola per signorine, guadagnando e risparmiando il denaro che servirà a Cassandra per il debutto in società. I ruoli delle sorelle sembrano predestinati: Cassandra è sollevata dalle incombenze e dalle noie quotidiane in attesa dell'avvenire dorato che si spera otterrà grazie alla sua bellezza, mentre Penelope si accontenta di spianarle il terreno, nell'attesa di sposare poi il Pastore del villaggio. Un'unione di convenienza e rispetto reciproco, che ogni giorno,però, perde d'attrattiva.
Sarà colpa del romanzo che stanno leggendo "Prime impressioni" o, piuttosto, del ritorno di Maximilian Rosworthy che ha, a sorpresa, ereditato il viscontado? 

Penelope e Max sono legati da un passato intriso d'affetto, dolci memorie di un'infanzia forse trascorsa troppo presto. Dal primo istante, ricominciano a guardarsi con la tenerezza dei ricordi che si fonde con la sorpresa del ritrovarsi adulti, attratti inevitabilmente l'uno dall'altra.
Max è un eroe di guerra, un soldato che ha ereditato un viscontado e che intende proteggere la gente che ora dipende da lui. Non è un nobile abituato a prendere, quanto piuttosto un uomo a abituato a servire, elaborare piani e poi dare ordini. Penelope non incontrerà un cortigiano con cui flirtare tra le luci soffuse delle sale da ballo, ma un uomo temprato dalle battaglie, schivo, ma generoso e con un senso del dovere estremo. Maximilian accenderà in lei quella passionalità che non aveva mai avuto modo di sfogare, un carattere impetuoso sempre tenuto sotto controllo. Penelope aveva assunto il ruolo di custode per Cassandra, ha sempre vissuto un passo indietro nella convinzione di non essere abbastanza importante, nè altrettanto bella, e non per insicurezza, ma per amore della sorella. Sacrifici neppure vissuti come tali, ma che l'incontro con Maximilian mette in secondo piano.
Penelope comincia a pensare a se stessa.
A Maximilian.
Al modo in cui lui la guarda.
Al desiderio che accende, ai sogni di un futuro in cui ci sia anche passione e non solo grigia rispettabilità.
E, senza saperlo, Penelope e Maximilian vivono gli stessi conflitti, la stessa scomoda posizione del "vorrei e non dovrei", perché questiono di opportunità li separano, per soldi, rango e  tante altre argomentazioni che niente hanno a che fare con l'amore.
Ma l'amore, si sa, vince sempre...


Devo ammettere la mia debolezza, ho lottato invano: quando sento Jane Austen io ci casco.
Libri, novelle, film... Quando qualcuno omaggia zia Jane l'occhio mi cade sempre. Il problema è che divento ipercritica.
Perchè Lizzie era a volte sprezzante ma non acida, Darcy ha un contegno che nessuno finora ha eguagliato... e vogliamo parlare delle lettere di Wentworth? Insomma, di Jane Austen ce ne è stata e ce ne sarà sempre una sola. Si può omaggiare ma non imitare.
Ragion per cui ero curiosissima di leggere questo nuovo romanzo di Linda Kent, ma pure un bel po' spaventata.
E invece, devo rassicurarvi sul fatto che l'autrice se l'è cavata molto bene.
L'atmosfera inglese c'è, il paesino sonnolento ma pettegolo è quello dei romanzi ambientati in Inghilterra, e l'autrice ci tiene a mostrarcelo anche nella sua asprezza, tramite le difficoltà della gente comune, dei tetti rotti e delle tempeste impietose. Del Pastore che consiglia e conforta, che tuona dal pulpito mentre qualche parrocchiano si distrae. Dei problemi che sono costrette ad affrontare due sorelle orfane, come le Dashwood. Penelope e Cassandra condividono l'intimità di chi è cresciuto insieme, ma anche i conflitti che animano un rapporto così stretto e che sono accentuate da due caratteri diversi. L'autrice si concentra molto su Penelope, lasciando Cassandra forse più in ombra di quanto mi sarei aspettata e dandole un epilogo anche piuttosto scontato, ma tratteggia molto bene la relazione fra le sorelle. Forse più Dashwood che Bennet.
Maximilian all'inizio mi aveva atterrita, perché il confronto con Darcy è davvero, davvero difficile. Eppure il nuovo visconte è riuscito a conquistarmi perché ha un carisma tutto suo, che non cerca di ricordare a forza il nostro adorato proprietario di Pemberley. L'unica cosa in comune tra i due è essere gentiluomini schivi, con un alto senso di responsabilità e onore, che hanno sempre cercato di soddisfare le aspettative altrui ma che si trovano travolti da un sentimento imprevisto.
Maximilian è un protagonista da romance insolito. Non ama i balli, né la mondanità, ma non è neppure un uomo rude o troppo solitario. Ha la caratterizzazione del soldato, che riesce a esaminare i problemi della sua truppa (ora, la gente del villaggio e delle terre ereditate) e se ne prende carico. Un gentiluomo schivo ma non scostante, tenero e appassionato quando finalmente decide di aprirsi. Mi è piaciuto davvero molto.
Penny è forse una protagonista meno originale, ma è ben caratterizzata e il suo evolversi si legge con piacere. Ho apprezzato soprattutto il cieco affetto con cui si occupa della sorella, il suo essere fondamentalmente buona anche se con una scorza caparbia e orgogliosa.
Mi sarebbe piaciuto, però, che l'autrice si soffermasse un po' di più sui ricordi dei protagonisti da ragazzini. Credo che ne sarebbe uscito un capitolo, o almeno qualche scena, molto d'effetto.

Insomma, complimenti a Linda Kent per l'omaggio all'intramontabile Austen. "Orgoglio e sentimento" è un romanzo che si legge velocemente e in totale relax.
Vi ricordo che il libro fa parte della collana Classic Mondadori, distribuita in edicola, con nuove uscite ogni mese. Trovate il cartaceo ancora per qualche giorno delle edicole più fornite, altrimenti potete scegliere il formato ebook, in qualunque store e senza limiti di tempo. 

1 commento:

  1. Mi è piaciuto molto il romanzo ma forse avrei evitato i continui riferimenti ai libri della Austen ed avrei voluto un poco di più di emozione e passione, comunque brava

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