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mercoledì 24 giugno 2020

Recensione: "Dolci e disastri" di Daniela Saviozzi

La recensione di oggi è in collaborazione con More Stories e riguarda un romanzo che vi avevo già segnalato: "Dolci e Disastri" di Daniela Saviozzi.



Quarta di Copertina:

Alessia, giovane pasticciera pisana dalle grandi aspirazioni, odia solo due cose al mondo: gli uomini e gli aristocratici.
Mossa da un sacrosanto spirito di conservazione emotiva, li evita come la peste, fatta eccezione per l’amico del cuore e il saggio del quartiere.
Ma la vita si diverte a mischiare le carte, e Alessia dovrà fare un’eccezione se non vorrà perdere l’occasione di rivalsa più importante della sua vita. Certo, sarebbe tutto più semplice se non ci fossero i fratelli McManaman a disturbare i suoi progetti di odio totale.
Complici momenti imbarazzanti ed esilaranti, Alessia dovrà fare i conti con le proprie paure e desideri. Perchè anche l’amore ha la sua ricetta: servono tanti ingredienti diversi per un risultato perfetto. O per un perfetto disastro?




Alessia nutre verso l'amore la più totale sfiducia, le sue storie non sono mai giunte al lieto fine e persino suo padre ha abbondato la famiglia anni prima.
L'unico uomo con cui ha un rapporto stabile è Danny, il suo migliore amico. Proprio mentre sta per raggiungerlo, e concedersi un meritato aperitivo dopo una sfiancante giornata di lavoro in pasticceria, uno sconosciuto la urta facendole cadere il telefono nel fiume... e nemmeno si scusa!
Per Alessia sarà un'amara sorpresa scoprire che il maleducato passante è Christian McManaman un aristocratico iscritto al suo stesso club. E se c'è una cosa a cui Alessia è allergica, oltre l'amore, è il sangue blu.
Da qui si dipanano una serie di scaramucce e veri e propri disastri tra la pasticcera e l'aristocratico, almeno finché Alessia non sarà costretta a rivedere le proprie posizioni...e le sue prime impressioni.

"Dolci e disastri" è un contemporary romance che si apre con una dedica d'amore, non a un uomo, ma a una città. Pisa, con il suo centro storico e il lungofiume viene descritta come una località romantica, preda di turisti e coppie innamorate, in cui Alessia adora vagare per cercare la serenità che la vita non le concede spesso. Mi ha ricordato lo stile di molti romanzi YouFeel, che puntavano sulla riscoperta di ambientazioni italiane, per accendere i riflettori su quanto potessero essere suggestive e adatte al rosa. Non per niente, alla fine ho notato che Daniela Saviozzi aveva precedentemente pubblicato proprio in quella collana Rizzoli.
Devo ammettere di essere spesso esterofila, perché essendo italiana l'ambientazione estera mi permette di "evadere" di più. Ritengo, però, che se ben gestite le location italiane possano essere dei set ideali per il rosa e capaci di accendere la curiosità nelle lettrici. Ad esempio, io non avevo mai pensato a Pisa come una città romantica, mea culpa, ma la voglia di andare a spulciare qualche foto per vederne gli scorci mi è venuta (anche perchè, in questo periodo si viaggia con la fantasia...).

Torniamo, però alla trama del romanzo.
Ho usato la frase "Prime impressioni" non a caso, perchè "Dolci e Disastri" è chiaramente ispirato a Orgoglio e Pregiudizio. Il problema, secondo me, è che non è abbastanza ispirato alla Austen dato che l'autrice ne prende la caratterizzazione dei personaggi ma non il ritmo.
Me ne sono accorta fin dal momento in cui è comparso in scena Francesco, caratterizzato esattamente come un moderno Mr. Wickham, biondo, cortese, all'apparenza perfetto,  proprio l'opposto dello scostante e ombroso fratellastro Dar...ops, Christian!
Alessia finisce, inevitabilmente, nell'orbita di entrambi i McManaman tendendo a fidarsi di Francesco, capace di metterla a proprio agio, di corteggiarla e di farla sentire una confidente, mentre Christian compare sempre nel momento sbagliato, all'inizio sembra incapace di spiccicare parola, quanto meno una gentile, e resta spesso vittima dei peggiori pasticci di Alessia.

Alessia è stata segnata dall'abbandono del padre (un blasonato inglese che ha preferito tornare agli agi della nobiltà piuttosto che allevare la figlia), ma ha affrontato la vita professionale con grinta e determinazione, riuscendo ad aprire, insieme alla madre, una pasticceria nel centro della città, rinomata e con una buona cerchia di clienti. Alessia non è una che si faccia mettere i piedi in testa, risponde sempre a una critica ed è pronta ad aggredire chiunque sembra farle un torto.
Pure troppo.
L'aggressività, in realtà, nasconde il suo lato più fragile, l'essersi chiusa all'amore per paura dell'abbandono.
Il problema è che non sono riuscita a empatizzare con una protagonista perennemente pronta a inveire contro il prossimo (soprattutto quando il prossimo è Christian). In una delle prime scene, lui la scambia per una cameriera del tennis club e lei... scatena l'inferno. In mezzo al club esclusivo.
Capisco sentirsi a disagio...ma mi è sembrata una reazione eccessiva, soprattutto per un'incomprensione che nella vita reale capita più volte (o scambiano solamente me per la commessa del negozio di turno!?).
E poi se da un lato è una donna tenace, dall'altro... è un vero disastro. Roba che Bridget Jones sembra un fisico nucleare. Le cadono oggetti di continuo, casca lei stessa, quel povero Christian ne passa di cotte e di crude per colpa sua. Troppe, secondo me. E i protagonisti continuano a interagire così: con Alessia che bisticcia e Christian arroccato nel quasi totale mutismo, o in un timidissimo approccio che Alessia non comprende.
E mi viene da chiedermi perché dovrebbe.
Come fanno a innamorarsi due che si sono parlati a stento? Che non conoscono praticamente nulla l'uno dell'altra?
Il sentimento di Lizzie, in Orgoglio e pregiudizio, gravita intorno a quel "Ho lottato invano" e poi cresce una volta a Pemberley quando Georgiana (e non solo) le mostrano quanto possa essere in realtà profondo l'affetto di Darcy. Quando scopre di lui dettagli di vita che accendono una nuova luce sul personaggio. Fino ai gesti compiuti a beneficio di Lydia (ma in realtà fatti per Lizzie). Un amore cresciuto scalino dopo scalino.
Questo mi è mancato, in "Amore e disastri".
Alessia scoprirà qualcosa di Christian (e di Francesco) davvero tardissimo, quando è a un passo dal lieto fine. Secondo me è squilibrato, perché allora quest'amore su cosa si è basato? Quale scalino l'ha condotta ad amarlo, a parte l'avvenenza? Sì, ci sono stati dei gesti più cordiali, ma non abbastanza da giustificare l'attaccamento tra i due o da dare radici solide al sentimento.
Avrei preferito un disastro in meno, ma una scena in cui i personaggi riuscissero a parlare per più di cinque minuti in maniera "seria", in cui si confidassero qualcosa, si scoprissero magari su un dettaglio rilevante della loro personalità. A me, purtroppo, Alessia e Christian hanno dato l'impressione di due protagonisti che si sono infatuati... ma non si conoscono. 

Dolci e Disastri resta un libro romantico, un chick-lit che intende abbracciare e omaggiare Orgoglio e Pregiudizio, inoltre ha ottime valutazioni su amazon. Se volete fare una prova, scaricate l'estratto fornito dalle librerie digitali, fatevi un'idea dello stile, dei personaggi...

E poi, se vi va, tornate qui a dirmi che ne pensate :)

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