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venerdì 7 giugno 2019

Recensione: Frittelle al miele e altre dolcezze di Pitti Duchamp

Non tutte le ciambelle riescono col buco e non tutte le recensioni riescono a essere positive. Mi dispiace, perché facendo un giro per i social ho notato che questo romanzo ha riscosso molti consensi, ma sono una voce fuori dal coro.


Titolo: "Frittelle al Miele e altre Dolcezze"
Autore: Pitti Duchamp
Editore: Dri Editore
Genere: Regency
Formati disponibili: ebook 2.99/ cartaceo 12.99
Lancio: ufficiale 8 maggio (preorder 3 maggio)
Sinossi:
Ben educata, composta, ricca, di nobili natali e bellissima. E che stia al posto suo. Questo cerca in una donna l’integerrimo Magnus Ashley duca di Camden quando emerge dai suoi doveri politici e lavorativi per partecipare alla Stagione mondana londinese e cercare moglie. L’accusa di tradimento mossa a uno dei membri più onesti del ton, lord Starrington, lo distoglie però dal suo intento costringendolo ad avvicinarsi a Lisette, la figlia del traditore. Apparentemente bruttina, cicciottella, povera, sempre provvista di dolciumi e di un sorriso disarmante, Lisette  non accetta slealtà. Da nessuno. Neanche da suo padre, neanche da un duca… eppure un vassoio di frittelle al miele può risolvere molte cose.


L'epoca regency è senza dubbio la mia preferita, amo i romanzi ambientati durante questo periodo e ho una passione sfrenata per i dolci. "Frittelle al miele e altre dolcezze" aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei miei romanzi del cuore, purtroppo non è riuscito nell'impresa...

Partiamo dalla trama.
Il duca di Camden cerca moglie. Una qualunque, purché porti lustro al ducato. Di sentimenti non si discute, tanto il matrimonio è solo un'operazione commerciale destinata al concepimento di un erede. Lisette è tutto ciò di cui lui non ha bisogno. Non ha la bellezza eterea di una duchessa, non è una beniamina del ton e la sua ascendenza per quanto nobile non lo è abbastanza, però è la figlia dell'uomo che lui deve tener d'occhio da parte delle Corona, un sospetto traditore. Per questo, e solo per questo, il duca si intrattiene con Lisette. Non per il suo profumo zuccherino, per le labbra rosse come ciliegia, né perché le frittelle che gli preparano lo riconducono a dolci ricordi d'infanzia.
Lisette, invece, è fin troppo conscia di essersi innamorata del duca, un uomo irraggiungibile, nel quale lei osa comunque sperare...malgrado il suo essere grassa, malgrado la perdita della dote, malgrado lui abbia annunciato il fidanzamento con una donna stupenda.
Lisette e Magnus si intrattengono all'alba in romantiche passeggiate nel parco (da soli e vestiti come la servitù) e stringono un legame condito di spezie, fino al punto in cui è impossibile tornare indietro, perché ogni altro risulterebbe insipido...

Veniamo alle note dolenti.
Questo romanzo non mi è piaciuto.
Già dalla prima scena Lisette e il duca si intrattengono in un salotto appartato durante un ballo, un salotto in cui il duca dorme e si rifiuta di cedere la poltrona a Lisette.
Ora, già che il duca schiacci un pisolino durante un ballo mi sembra strano, ma che per di più lei entri in un salotto deserto, dove un uomo sta dormendo, ha dello scandaloso. Che ci resti e si metta a discutere per la poltrona mi pare pazzesco. Almeno Magnus ha il buon senso di accusarla di starlo incastrando!
Si continua con le passeggiate nel parco. Va bene che è pressoché l'alba, ma possibile che questa ragazza cammini sempre senza una chaperon? Che il duca si vesta come uno stalliere ogni mattina e nessunissima voci circoli nel bel mondo?
E di nuovo senza chaperon anche durante il colloquio in casa...
Mi sembrano tutte eccezioni alle buone maniere dell'epoca, per di più trattate senza quell'aura di scandalo o di proibito che, almeno, si inserisce in altri romanzi. C'è un senso quasi di normalità che mi sembra molto moderno, per un regency. Impressione confermata dall'utilizzo di termini come "madre biologica", che mi rimandano subito a un contesto contemporaneo.

La pasticceria è utilizzata fino a un certo punto. In un romanzo incentrato sull'amore per i dolci mi sarei aspettata quanto meno un excursus sulla pasticceria dell'epoca.... una descrizione dei buffet durante i balli, di una torta che abbia particolarmente colpito la protagonista e magari anche una puntatina da Gunther. Nonostante questa mancanza, Lisette ha sempre con sé cioccolatini, biscottini e dolcetti. Quasi una zia/nonna dei giorni nostri pronta a nutrire chiunque le capiti a tiro. Tra l'altro, ho fatto una ricerca sui cioccolatini, dopo una discussione con un'altra lettrice e, in effetti, pare siano fuori epoca. La prima barretta di cioccolata è stata prodotta nel 1847 (il romanzo è ambientato nel 1813).
Comunque, Lisette viene caratterizzata in un modo molto dolce (a volte fin troppo), ma allo stesso tempo espira una moralità (lo si vedrà nei confronti del padre) che non si riscontra nel suo modo di comportarsi... Infine, il suo atteggiamento è quasi sempre venato dall'ansia di non essere aderente ai canoni estetici. Si definisce grassa al punto tale che in certe scene me la immaginavo come una sorta di donna di Botero.
Magnus mi lascia più o meno le medesime perplessità. Non è particolarmente romantico come personaggio, o lo è a suo modo. Ad esempio come quando paragona Lisette alle frittelle che gli preparava la matrigna.
Insomma... a me non fa proprio sospirare d'estasi come paragone!
Per di più, Magnus sarà un duca ma non di certo un salvatore della patria. Ci vogliono quasi la maniere forti per convincerlo ad aiutare la Corona e durante il romanzo perde spesso di vista l'obiettivo, il filone d'azione riaffiora per bene solo verso il finale, ma abbiamo capito che il nostro duca non sarà mai uno 007.

Mi dispiace essere stata così critica nei confronti di questo romanzo, ma ho avuto l'impressione di leggere una storia moderna calata in un contesto storico estraneo. Peccato, perché l'idea della trama era davvero adorabile.
Voi avete letto questo romanzo? Cosa vi è (o non vi è) piaciuto?
E soprattutto... avete informazioni sulla data di nascita dei cioccolatini? :P

Ci ho pensato molto prima di scrivere questa recensione, ma sono dell'idea che vadano pubblicati anche i pareri negativi, quando siano argomentati e rispettosi. Ci sono molti blog che non pubblicano recensioni negative, ma io non li trovo credibili, o meglio, li trovo "tagliati".
Cosa ne pensate?
Aspetto i vostri pareri nei commenti!

2 commenti:

  1. Non sei una voce fuori dal coro e sono perfettamente d'accordo che non si possa sempre abdicare alle proprie opinioni solo per amor di pace. Personalmente ho trovato più irritanti altri aspetti, ma anche quelli qui elencati si possono tranquillamente sommare all'effetto complessivo di soufflé sgonfio, tanto per cambiare metafora culinaria.

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    1. Peccato, perché l'idea di fondo poteva essere davvero... deliziosa!

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