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giovedì 17 maggio 2018

Salone internazionale del libro di Torino 2018

Lunedì si è concluso il Salone internazionale del libro di Torino 2018, la fiera dedicata all'editoria più grande in Italia.
Un'edizione turbolenta, messa in discussione da Tempo di Libri a Milano e dalle nuove difficoltà organizzative, come quelle che hanno coinvolto il nuovo e dibattuto padiglione 4, di cui parlerò più avanti.
Il dato più eclatante sono stati 144.386 visitatori del Salone, contro i 143.815 dell'anno precedente, segno che i lettori non hanno abbandonato Torino, anzi tornano ogni anno a frequentare il Lingotto.

Ho partecipato al Salone per due giorni consecutivi, sabato e domenica; continua a leggere l'articolo per scoprire i dettagli più interessanti e i difetti più discussi del Salone.



La prima novità di questa edizioni sono stati i controlli più severi all'ingresso, metal detector e ispezione delle borse, che hanno leggermente rallentato gli ingressi (e causato l'abbandono di decine di deodoranti spray e thermos non altrimenti identificati). 

Una volta entrati, non resta che darsi all'esplorazione del Salone: un'area espositiva gigantesca, formata da cinque padiglioni per circa 860 espositori provenienti da tutta Italia.

Sono entrata dal padiglione 5, l'unico in cui abbia trovato una tematica centrale, cioè l'essere dedicato alle attività per i più giovani, lettura e laboratori per l'infanzia. C'era animazione e stand di libri in vendita, una buona affluenza di famiglia durante la giornata di sabato.
Non mi sono trattenuta tanto, non essendo nel target interessato.

Mi sono diretta, invece, al padiglione 4.
Il padiglione 4 è stato subito portato all'attenzione della cronaca, per la sua diversità con il resto del Salone. Non è infatti un padiglione come gli altri, facente parte della struttura del Lingotto, ma una tensostruttura adibita all'ultimo minuto per l'accoglienza di piccoli editori che erano rimasti fuori dalle altre aree espositive. Pur avendo prenotato il proprio stand in anticipo.
Editori che, come Carlo Frilli, non hanno avuto remore a sollevare proteste (La Stampa) servite a migliorare la segnaletica e la pubblicità allo sfortunato padiglione, tanto che sulla App ufficiale del SalTo, compariva continuamente l'invito a visitare la nuova struttura.

Fratelli Frilli Editori al padiglione 4

Il padiglione 4 ospitava anche il caffè letterario, una saletta dedicata alle presentazioni dei libri, dove ho avuto la fortuna di incontrare Bianca Rita Cataldi, nuova voce di Harper Collins. L'autrice, che già ammiravo per sue precedenti pubblicazioni, presentava il suo nuovo romanzo "I fiori non hanno paura del temporale" (trovi la recensione QUI).


Dopo la presentazione Harper Collins non poteva mancare il firmacopie Newton Compton. Lo stand della casa editrice era davvero centrale, abbastanza spazioso e ben presidiato dal personale Newton (anche se non sempre sapeva dare le giuste indicazioni sui romanzi richiesti!).

Ho da dire due cose su questo firmacopie.
Uno: le autrici italiane sono finalmente considerate dei cavalli vincenti sui quali scommettere. Dopo decine di pubblicazioni, si può dire che le firme del romance italiano hanno saputo accaparrarsi una grossa fetta di pubblico, circostanza dimostrata dalla grande affluenza di pubblico presso lo stand al momento delle firme.
Due: l'organizzazione dell'evento non è stata delle migliori. Francamente, non era bello vedere autrici costrette a rifiutare una foto a fan e blogger, perchè l'evento non era ancora ufficialmente in corso. Tanto più che, al momento delle firme, le file e il pubblico erano tali da rendere difficile uno scatto o una chiacchiera con la propria beniamina.
All'inizio dell'evento poi, si era diffusa la notizia secondo la quale non si potesse far autografare nulla che non fosse il romanzo cartaceo dell'autrice presente. Ovviamente, questo avrebbe penalizzato tutte le lettrici digitali e chi non aveva portato le proprie copie in fiera. Mi è stato raccontato che dopo un po' di tempo questa regola è stata abbandonata, peccato per chi come me aveva già abbandonato lo stand, non avendo altri libri da far autografare.

Comunque, è stato un immenso piacere poter abbracciare autrici come Lucrezia Scali e Patrisha Mar.
(Altra tirata d'orecchie all'editore per l'assenza di Cassandra Rocca e Cecile Bertod, che sono le mie preferite! :D)

Viviana Picchiarelli, Lucrezia Scali, Koraline F. e Patrisha Mar

Salutate anche le Newtonine, sono corsa da Edy Tassi per il suo panel sullo scrivere rosa.
E qui ho trovato parecchie falle nell'organizzazione.
Come dicevo nel mio precedente articolo, la App del SalTo è una risorsa fondamentale per non perdere le conferenze interessanti, potendo ritrovare con un click tutti gli eventi salvati con le indicazioni su luogo e ora.
Ecco, il luogo. Il panel di Edy Tassi, come molti altri a tema editoria, mancava dell'indicazione sulla sala dove si sarebbe svolta la conferenza. Ho dovuto controllare il programma cartaceo, di cui avevo fortunatamente una copia, per scoprire dove fosse. E anche lì non è stato facile, perchè non era nella sala davanti alla quale era appeso il programma. L'ho trovata in un angolo poco lontano, con pochissimi posti a sedere, già tutti occupati.
L'inconveniente, però, è stato un altro: perché prevedere un'area music book al centro della zona editoria?
La voce della relatrice, Alessandra Selmi, e dell'autrice erano costantemente coperte dalla musica degli stand vicini. Davvero fastidioso!






Il panel verteva sulla tecnica e i clichè tipici dei romanzi rosa, di quelli più datati a quelli odierni.
Un incontro interessante che, se non sbaglio, ha attirato anche Roberto Emanuelli, autore Rizzoli del fortunato romanzo "Davanti agli occhi".

All'interno della stessa area si tenevano anche degli incontri, in collaborazione con l'Università Cattolica che pubblicizzava i master in scrittura e ambito editoriale, sulla promozione attraverso i social.

Roberto Emanuelli sei tu?
Durante le ultime ore di sabato pomeriggio ho girovagato un po' tra gli stand, continuando gli acquisti da Edizioni della Goccia con il primo romanzo di Maura Maffei, cogliendo qualche parola dell'intervista a Roberto Giacobbo (che a quanto pare non condurrà più voyager!), e visitando lo stand della Delrai Edizioni, per salutare Malia, un'imprenditrice giovane ma che non ha niente da invidiare alle big in quanto a grinta, professionalità e marketing.


Domenica ho deciso di non partecipare alle conferenze, per girare meglio la fiera, padiglione per padiglione.
Se sabato ho deciso di dare rilievo all'aspetto umano, del poter incontrare finalmente autrici che avevano apprezzato e con cui avevo chiacchierato su facebook, domenica ho deciso di essere una lettrice neutra, che si approccia al salone con semplice curiosità.
Su facebook trovi tre post con il meglio del padiglione uno, padiglioni due e tre, e del padiglione 4. 

Tiriamo le somme di quello che è stata l'edizione 2018 del SalTo.

PRO:
Di sicuro è un' esperienza strabiliante per un lettore, una specie di mondo delle meraviglie per chi ama la carta stampata, una buona storia da gustare o un manuale da consultare.
Persino sabato, giorno in cui hanno chiuso i cancelli per un'ora, dato il raggiungimento della capienza massima dello stabile, mi sono mossa senza problemi tra quei milioni di libri.
E poi si possono scoprire un sacco di volumi e case editrici che nelle librerie tradizionali non troveresti mai.

Il Salone che non ti aspetti: ci sono stati degli stand che proprio non mi aspettavo di trovare al salone, come quello del narratè (dove ho fatto acquisti) e dello yogi te, o dei gadget di Harry Potter, per finire con i numerosi stand dedicati agli accessori da lettura. C'era di tutto, dai porta e-reader in feltro, alle penne personalizzate.

Gli sconti! Ogni anno da molti booktuber e lettori sento dire "non comprate durante la fiera" e, invece no, io ti do il consiglio opposto.
Durante il salone ci sono molti sconti fiera, sia dai piccoli che dai grandi editori. Se non mi credi, ti posto un paio di foto.

Multiplayer
Neri Pozza


Posso continuare citando il 15% sulle edizioni e/o; il pacchetto a 20 euro, invece di 24, per due romanzi da Edizioni della Goccia; il 20% sui beat; gli sconti sull'autore del giorno allo stand Fazi...
Certo, non farai affari d'oro, a meno che non ti rivolga a Libraccio, ma sapendo cercare si trova anche l'occasione da non lasciarsi sfuggire.
Il mio consiglio, per ogni salone, è comprare dove si trova più convenienza (ad esempio, non avessi avuto la valigia già piena, il beat o il multiplayer al 20% di sconto non me lo sarei fatto scappare!) o dal piccolo editore che non troverai più, a meno di non rimetterci come spese di spedizione. Altrimenti, si compra un volume a prezzo pieno... ma con l'autografo dell'autore!

CONTRO:

I contro di questa edizione sono stati tanti, l'organizzazione ha avuto dei buchi che hanno reso l'esperienza un po' meno confortevole del solito.
Del padiglione 4 ti ho già parlato, ma sembra che il comune di Torino risarcirà in parte gli editori del disagio ricevuto.
L'App come ti dicevo aveva dei buchi, come il non segnalare dove si sarebbe tenuto un certo evento, e, mi hanno raccontato, che i primi giorni era difficile anche trovare la mappa cartacea della fiera. Per chi non lo sapesse la mappa è fondamentale per girare, contenendo tutti gli espositori con i relativi codici di stand e la cartina dei padiglioni. Io mi trovavo meglio con quella, che con l'app. Non so come avrei fatto senza!
Continuiamo con i generi di conforto, ovvero cibo e bevande. I punti di ristoro erano letteralmente presi d'assalto, con file interminabili che mi hanno davvero scoraggiata. Sabato ho rinunciato a pranzare, pur di non dovermi sorbire trenta minuti di fila al caldo, ho fatto un giro per i vari padiglioni, ma la situazione era sempre la stessa e perdurava nel tempo. I chioschi si saranno svuotati verso le sei, sei e mezza, quando il cibo iniziava anche a scarseggiare. Ad un certo punto ho sentito che al bar, a metà giornata, era finita anche l'acqua naturale...
Poche settimane fa sono stata alla fiera del fumetto di Napoli, il Comicon, che compete con Torino quanto a spazio espositivo e boom di visitatori (e che è comunque gestito da una società torinese, a quanto mi risulta). Pur essendo andata di sabato,  giorno affollato, non ho trovato molta fila nei punti ristoro, si poteva accedere senza troppa difficoltà ai bar all'intero e ai chioschi nel cortile. Una situazione molto più vivibile, che è andata migliorando negli anni, mi auguro sia così anche per Torino.
Ultima segnalazione, ho sentito lamentele anche sulla scarsa segnaletica per i bagni (non sarà elegante, ma sono fondamentali anche quelli!) e per le aree fumatori.

Insomma, Salone internazionale del libro di Torino promosso ma con possibilità di miglioramento. Speriamo di rivederci il prossimo anno!

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