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venerdì 2 settembre 2016

Recensione: "Lo Zahir" di Paulo Coelho

Tra i più noti autori di narrativa contemporanea. Paulo Coelho scrive di viaggi interiori, spiritualità e autorealizzazione, intessendo trame attorno a grandi dubbi dell'anima. Lo Zahir comincia come un poliziesco, con una donna scomparsa e un marito sotto interrogatorio, ma si rivelerà ben altro.

Lo Zahir di [Coelho, Paulo]
Autore: Paulo Coelho
Genere: Narrativa
Pagine: 260
Formato: Cartaceo / Digitale
Prezzo: 14,00 / 6,90
Edito: Bompiani
Trama:
Un giorno, uno scrittore famoso scopre che la moglie, corrispondente di guerra, lo ha abbandonato senza lasciare traccia e senza alcuna spiegazione plausibile. Nonostante il successo e un nuovo amore, il pensiero dell’assenza della donna continua a tormentarlo e gli invade la mente fino a gettarlo in un totale smarrimento. È stata rapita, ricattata, o semplicemente si è stancata del matrimonio? L’inquietudine che gli deriva è tanto forte quanto l’attrazione che lei continua a esercitare su di lui. La ricerca di lei – e del significato della propria vita – porta lo scrittore dalla Francia alla Spagna e alla Croazia, sino a raggiungere gli affascinanti paesaggi desolati dell’Asia Centrale. E ancora di più, lo allontana dalla sicurezza del suo mondo verso un cammino completamente sconosciuto, alla ricerca di un nuovo modo di intendere la natura dell’amore e il potere ineludibile del destino. Con questo suo romanzo, lo Zahir, Paulo Coelho non solo conferma le sue doti di scrittore, ma anche la sua straordinaria capacità di intuire che cosa significhi per un essere umano vivere in un mondo ricco di possibilità.



Continuo ad avere un rapporto altalenante con questo autore, fino ad avere un rapporto altalenante con il suo stesso romanzo: lo Zahir.

Il protagonista è uno scrittore famoso, un uomo la cui routine viene sconvolta dalla sparizione della moglie. Sospetti si accavalcano su questa sua assenza: un crimine, una morte violenta, una fuga volontaria?
Possibile che lui fosse così poco consapevole della propria moglie da non avere la certezza della sua fedeltà, quanto meno di un amore tanto forte da tenerli uniti?
Se Esther non era la donna che lui credeva, allora chi era? Quando ha smesso di essere la sua  tenera compagna e la coraggiosa corrispondente di guerra?

Quando l'autore si arrende ai Segnali, a quei piccoli indizi che gli fanno propendere per una fuga di Esther dal loro matrimonio, è allora che la donna si tramuta in uno Zahir, un'ossessione che riempie a tal punto l'autore da diventare un pensiero fisso. Per lei scrive un nuovo romanzo, per lei si mette in contatto con un misterioso giovane kazako, che sembra avere poteri sovrannaturali e il compito di ricordare agli uomini la via dell'Amore.
Il cammino che lo Zahir indica al protagonista lo condurrà a sposare il proprio baricentro, da Eshter a se stesso. Forse non è la moglie ad essersi smarrita, ma lui stesso. Forse è il protagonista ad aver perso il contatto con l'Amore e la propria Leggenda personale.
Così Esther smette di essere lo Zahir, per tornare la donna amata, mentre il protagonista torna sui propri passi, per ritrovare se stesso, prima di tentare di ricucire il proprio matrimonio.

Come ogni romanzo di Coelho, la trama è una metafora di cammino interiore, di ricerca della propria identità, del proprio posto nel mondo.
Nello Zahir tornano temi già cari all'autore sudamericano, come la leggenda personale (al centro de "L'alchimista") e l'Amore (sebbene con forme diverse da quelle narrate in "Brida"). Gli elementi sovrannaturali non mancano, ma il percorso di auto-riconoscimento nello Zahir è ben più concreto di quello de "L'alchimista". Nello Zahir assistiamo a cambiamenti di stile di vita, di abitudini radicate. Avete mai provato a discutere di tabù in una cena di gala o  mescolarvi a persone emarginate,  come barboni e vagabondi punk?
Cose fino ad allora impensate aiutano l'autore a cambiare prospettiva, a riflettere sul senso della sua esistenza...
Del protagonista sappiamo molte cose, le abitudini più odiose, l'egoismo, i capricci, quanto la passione, il tentativo di migliorarsi, di seguire la strada giusta. Eppure, mi è parso che nel romanzo non venga mai fatto il suo nome è sempre "lo scrittore", un "tu" generico, in cui mi è parso di intravedere Coelho, una sorta di specchio dell'autore stesso, tanto che alcuni libri scritti dal personaggio, fanno parte della biografia di Coelho (L'alchimista, il Cammino di Santiago)

Il vero problema con questo romanzo, almeno per me, è stato il ritmo. Lento. Lentissimo.

Per finire la prima parte ci ho messo giorni, in cui le parole mi sembravano macigni. Gli aforismi, i pensieri sparsi e le riflessioni tipiche dello scrittore, erano ridondanti, prepotenti, e...troppe. La storia non procedeva e gli indizi sulla scomparsa di Esther erano privi della drammaticità che ci si sarebbe aspettati.
Per fortuna, il ritmo migliora nella seconda parte, che si arricchisce di scene nuove, che coinvolgono il bizzarro interprete kazako e i consigli della Signora. Forse, il romanzo ingrana insieme al protagonista, nel momento in cui capisce quale sia la strada giusta da percorrere...

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2 commenti:

  1. Ciao Eiry!
    Di questo autore avevo letto "L'alchimista", ma neppure a metà avevo lasciato perdere.
    O ritentato con "le valchirie", ma niente da fare.
    Con Brida è andata meglio, ma se questo e davvero lentissimo preferisco arrendermi definitivamente.
    Non credo che Cohelo faccia per me. :(
    Jasmine
    http://stoffedinchiostro.blogspot.it/

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    1. Ciao Jasmine!
      Urca, tra i libri di Coelho "L'alchimista" e "Veronika decide di morire" son quelli che ho amato di più. No, purtroppo "Lo Zahir" è proprio lento all'inizio, pensa che l'ho mollato un paio di volte prima di finirlo, cosa che non faccio mai!

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