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venerdì 3 giugno 2016

Recensione: "Avrò cura di te" di Gambarale - Gramellini

Gambarale e Gramellini sono due autori piuttosto noti nel panorama editoriale, eppure io non avevo letto né l'una, né l'altra. Ho provato a cogliere l'occasione con questo romanzo a quattro mani ma, purtroppo, qualcosa è andato storto.

Autori: Gambarale - Gramellini
Genere: Narrativa
Pagine: 192
Formato: Cartaceo / Ebook
Prezzo: 16,00 / 8,99
Edito: Longanesi


Trama:
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto, capace di fare vincere la passione sul tempo che passa: proprio quello che non è riuscito al matrimonio di Giò. La notte di San Valentino, festa che lei ha sempre ignorato, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. Poi rilancia. L’angelo non solo ha una fortissima personalità, ma ha un nome: Filèmone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò: il puntiglioso ex marito, la madre fricchettona, l’amica intrappolata in una relazione extraconiugale, una deflagrante guida turistica argentina, un ragazzino che vuole rinchiudersi in una comune... Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filèmone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, sia possibile silenziare la testa e l’istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filèmone, in un finale sorprendente che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.


Questo romanzo mi ha lasciata davvero perplessa, perchè ha un' idea di fondo affascinante, evocativa, romantica. Purtroppo, però, la resa ha qualcosa di dissonante, poco coinvolgente, che resta superficiale nell'emozione del lettore.

Gioconda è una persona ferita dalla vita, una vita che la illusa, le ha fatto incontrare il vero amore per poi perderlo, incomprensibilmente. Lei che sognava la comunione perfetta, come quella dei nonni, appena scomparsi. In cerca di un conforto, trova una lettera della nonna all'angelo custode. E decide di provare lo stesso rimedio, tanto male non può fare. Solo che l'Angelo, Filemone, le risponde. Il suo è un Angelo dalla saggezza celeste, ma l'ironia e il sentimento umano. Filemone indaga nell'interorità di Gioconda, le mostra se stessa e gli altri in modi a lei sconosciuti. La fa ragionare quando il cuore corre troppo, la fa immedesimare negli altri, quando l'egoismo predomina.
Così scopriamo, pezzo per pezzo, le vite di Gioconda e Filemone, i loro destini, così vicini e così lontani.

Mi è piaciuta molto l'idea di diversificare i due personaggi, perchè rende davvero concreto il dialogo. Voci differenti, stili differenti che ti fanno entrare nella testa dei due protagonisti. Ma il libro, secondo me, non decolla.
La trama ruota tutta intorno a Gioconda, al suo amore per Leonardo, un attaccamento feroce, che non vuole arrendersi. E quando tutto sembra cambiare, tutto torna come prima, ma troppo in fretta. C'è una trama quasi da romance, ma che non ne rispetta i tempi. Il lettore non riesce a realizzare il nuovo passo di Gioconda, che è già rimasto indietro.
Inoltre, la trama non prevale nel romanzo. All'interno del libro c'è materiale per scatole di baci Perugina dei prossimi vent'anni. Aforismi e frasi sapienti riempiono gran parte della pagine, tanto che, se fossi una che sottolinea i volumi, questo lo colorerei come un arcobaleno. Per carità, queste massime sono belle e fanno anche riflettere, ma incagliano la trama, che ne viene schiacciata.

Insomma, per me è un'opportunità mancata.

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