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mercoledì 25 maggio 2016

Recensioni: "L'amante della regina vergine" di Philippa Gregory

Philippa Gregory è una delle autrici più note per la narrativa Tudor. Il suo nuovo libro uscirà tra pochi giorni, e io mi sono decisa a rispolverare questo romanzo. Unico suo titolo nella mia libreria.
Autrice: Philippa Gregory
Genere: Romanzo storico
Pagine:
Formato: Cartaceo
Prezzo: 9,50
Edito: Sperling&Kupfer
Trama: 
L'ardente storia d'amore fra Elisabetta I della dinastia Tudor e il suo favorito Robert Dudley rivive in queste pagine dense di fascino e suggestione, che intrecciano verità storica e verità del cuore. Il 1558, anno in cui la Regina Vergine, come Elisabetta amava definirsi, sale al trono, dopo una giovinezza trascorsa all'ombra della sorellastra Maria la Sanguinaria, rappresenta un periodo oscuro per l'Inghilterra: lo stato è in bancarotta e i francesi minacciano d'invadere la Scozia. È un momento terribile anche per Amy, la moglie devota di Dudley, che sa benissimo quanto il marito sia invaghito della sovrana... e del suo potere. Secondo il fidato consigliere William Cecil la salvezza del regno dipenderebbe da un buon matrimonio...


Robert Dundley vive seppellito in campagna, insieme a sua moglie, ma nel cuore porta ancora i fasti della corte, senza rinunciare alla speranza di un futuro nuovamente ricco. 
Quando Elisabetta, sua amica d'infanzia, riesce a salire al trono, per Robert quelle speranze sembrano divenire realtà. Lesto nell'abbandonare sua moglie in campagna, si accaparra un posto ben vicino alla sovrana. Ricorda alla giovane Elisabetta la complicità del passato, la comune sofferenza della prigionia, dell'incertezza. Lui e la regina sono due sopravvissuti, due persone troppo potenti, con un lignaggio troppo alto per non essere destinati a grandi cose. Dapprima riconoscente, Dundley inizia a dimenticare la propria posizione di subalterno, alimentando in Elisabetta una passione che la rende vittima, una pedina nelle mani di un uomo nato per regnare.

"L'amante della regina vergine" è il primo romanzo che leggo della Gregory. Sono rimasta piacevolmente colpita dallo stile, semplice e appassionante, anche se poco fluido dati i continui cambi di punto di vista. Il ritmo è eccellente, per quanto spezzato dalla visione dei vari personaggi, il lettore avverte la tensione e la voglia di scoprire la sorte della giovane regina e degli uomini sulla scena.

Purtroppo, però, la Gregory non è riuscita a conquistarmi, perchè ha snaturato completamente la figura di Elisabetta I.
Da amante della storia Tudor, ho letto molte biografie su Elisabetta, e ne conosco abbastanza bene il personaggio. Elisabetta, dopo una giovinezza travagliata, fu una dei sovrani più potenti del suo tempo, riuscendo a sfidare tutte le convenzioni dell'epoca (una donna sola al potere, senza marito e senza eredi), pur mantenendo il paese ben saldo.
L'Elisabetta della Gregory è, invece, una donna senza carattere, incapace di formarsi un'opinione propria, o prendere una decisione che duri più di cinque minuti. Ha la personalità di una banderuola che oscilla tra Cecil e Dundley, tra il ministro esperto e l'amante avido. La ragione viene data all'uno e all'altro per vicinanza del momento, non per effettiva convinzione della regina.

L'amore per Robert è una necessità affettiva, che non cessa nemmeno nelle poche occasioni in cui la sovrana sembra accorgersi delle mire dell'amante. Quando Robert insiste per essere proclamato Re, Elisabetta dimostra inquietudine e fastidio, una buona dosa di orgoglio, ma non trova mai la forza di opporsi a lui, né di negargli alcunché. Anzi, i "no" vengono sempre delegati al povero Cecil, l'unico uomo che tiene davvero a cuore la permanenza di Elisabetta sul trono.

In alcune scene, quando dovrebbe dare ordine di combattere contro le truppe di Mary Stuart, Elisabetta si fa prendere dalla completa isteria. Vi sembra storicamente possibile che una donna così instabile possa aver regnato tanto a lungo, in un'epoca così complicata?

Forse l'autrice ha voluto incentrare la storia sul personaggio di Robert, ma credo che per farlo non avrebbe dovuto sminuire la Regina. La documentazione alla base del romanzo è evidente, come è evidente il voler dare una versione propria di alcuni accadimenti che verranno narrati alla fine del libro. 

Da lettrice di romanzi storici, però, ammiro quegli autori che riescono a dare un'impronta personale a libri in cui la storia non viene manipolata, in cui i personaggi mantengono la propria indole e gli eventi sono incontrovertibilmente quelli. Sulla Gregory avevo già qualche perplessità, allorché scoprii la rielaborazione dei rapporti tra le sorelle Bolena, e purtroppo i miei dubbi sull'autrice permangono. Nulla da dire sullo stile, oggettivamente buono, ma per mio gusto personale preferisco autori con una diversa impostazione storica.

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2 commenti:

  1. Mai letto niente di Philippa Gregory ma tempo fa mi sono ritrovata a guardare, su Sky Atlantic, una fiction tratta dai suoi romanzi, "The White Queen", con quello gnoccone di Max Irons. Molto molto carina ^^ Però non sono mai stata tentata di darmi alla lettura dei libri che l'hanno ispirata. Non saprei dirti perché, forse perché non mi ispirano poi tanto.

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    1. Ho amato quella serie! Tra l'altro ne faranno anche la seconda serie. The white queen è sul periodo precedente che, ammetto, non conosco altrettanto bene. Mi hanno detto che anche in quei libri è stata "partigiana" verso alcuni personaggi, stroncandone altri. Probabilmente, i libri sarebbero belli, però preferirei conoscere prima la storia, attraverso i saggi. E, anche così, continuerei a preferire autrici più neutre.

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