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lunedì 25 gennaio 2016

Intervista a Malia Delrai

Malia Delrai è una giovane self-publisher, nota alle appassionanti di romance erotici, dalle atmosfere piuttosto cupe.
Ho avuto il piacere di chiacchierarci su sui social e di scoprire una persona ironica, intelligente e comprensiva. Quindi, sono felice di lasciarvi alla sua intervista, in cui vi presenterà "Roman" il suo nuovo romanzo, già atteso da moltissime lettrici. 


Ciao Malia, grazie per aver accettato di essere mia ospite!

Grazie a te, per essere stata così gentile da propormi un’intervista. Non vengo intervistata spesso e sono emozionata. Mi sento importante. Ahahaha. Che scema.


Iniziamo subito a parlare della tua nuova pubblicazione: Roman. Il protagonista è controverso, tu stessa lo hai definito “un cattivo”. Quanto è difficile scrivere di un personaggio tanto complesso?


Credo che mi abbia spaventata parlare di lui. Quando scrivo non esistono più i confini predefiniti di bene e male, a volte mi dico che è sbagliato, a volte che è giusto. Roman mafioso era nato semplicemente come espediente letterario in Potrei morire di te, era la storia d’amore su cui mi volevo concentrare. Sarei presuntuosa se dicessi di poter capire e giudicare la vita di un mafioso, quello che ho cercato di fare principalmente è stato mostrare l’umanità di Roman. So che la mafia è sbagliata, tuttavia non so cosa si nasconda dietro un’organizzazione che non ha soltanto una facciata di fama, ma è proprio qualcosa che mette radici nella cultura di ogni Paese, che appartiene più alle persone di quanto non crediamo. Dunque… la complessità di Roman mi spaventa, ma non quanto dovrebbe. Il mio messaggio è che l’amore salva, sempre, comunque, nonostante tutto. Come piove sui giusti e sugli ingiusti, così l’amore non si merita. Ho cercato di portare il bene nel male dove di solito le persone sono abituate a giudicarlo il male, senza comprenderlo, perché pensano che comprenderlo sia giustificarlo. Ma questo non ha senso, ciò che si capisce si può vincere. Questo avevo in mente mentre mi mettevo nei panni di Roman. 


Le tue lettrici conoscono già Roman da “Potrei morire di te”, primo volume della tua trilogia Piacere Russo. Non hai avuto paura di usare un personaggio già noto?


Mi sono divertita. Devo dire che rivivere la storia da un punto di vista maschile mi ha stimolato a rivedere tanto di me e di quello che avevo scritto nel primo romanzo. Il modo di vedere le cose di un uomo non è quello di una donna, c’è una profonda differenza ed è stato uno spasso cercare di capire come ragionerebbe un uomo. Nel caso di Roman, una persona che ha sofferto molto, il cui passato è sepolto in tante e tante bugie e difficoltà. Il cliché lo conosciamo tutte, ma metterlo per iscritto ha sicuramente il suo fascino. Non so come i lettori percepiranno questo, però, lo ammetto, Roman potrebbe non piacere, perché comunque si è già parlato ampiamente di lui. Ho cercato perciò di non annoiare, di dare al lettore strumenti per notare delle divergenze nei due romanzi che poi spiegherò strada facendo. Spero così di stimolare la loro sorpresa. E sono sicura di esserci riuscita… poi piano piano dovrò spiegare bene e incastrare tutto, ma questo penso sia anche il lavoro dello scrittore. 



Chi ha avuto più problemi con Roman, tu o Selene ? 


Ahaha, che bella domanda! Selene, sicuramente. Amare una persona cattiva penso che sia difficilissimo. Tutti sanno amare le persone buone, pochi sanno amare chi quell’amore non se lo merita. Non è umano, è qualcosa di divino. Ammiro chi riesce nella vita a non vedere mai del negativo negli altri, ma a cercare sempre la positività in ogni cosa. Secondo me appartiene solo agli spiriti che riescono a vedere oltre. Per questo ammiro Selene e so quanto sia difficile per lei. Ok, non troppo, visto che comunque Roman è bellissimo (ahahaha). Però sono certa che amare una bestia non sia così semplice. Dal canto mio, io sono stata solo una spettatrice del loro amore, e mi sono sempre domandata come facesse Selene e se io riuscirei mai a farlo. Forse no, ma scriverne mi ha arricchita come persona. 


I tuoi romanzi erotici trattano temi e ambientazioni piuttosto forti. Come mai questa scelta? Non hai temuto reazioni negative da parte del pubblico?


Non temo le reazioni di nessuno. Mi rendo conto di aver fatto una scelta definita, anche se non definitiva, forse un po’ estrema. Mi fa paura a volte, sai? Credo per valori personali che non sto qui a precisare. A volte mi dico: ma che cosa stai facendo? Perché? In realtà non lo so bene nemmeno io. Quindi non so risponderti. Per quanto riguarda le reazioni dei lettori, invece, penso semplicemente che ognuno possa pensare ciò che vuole liberamente di ciò che scrivo, questo non cambierebbe l’opinione che ho di me stessa e come guardo a ciò che faccio. Non sono un genio, non sono infallibile, scrivo per diletto, le mie storie hanno difetti e possono non piacere, possono fare ribrezzo, per non dire schifo. Quello che posso fare io è impegnarmi per fare meglio a ogni nuovo romanzo. Be’, almeno spero. Ahahaha.


La maggior parte delle tue lettrici ti conosce per i romanzi erotici, ma ti sei cimentata anche in romanzi e racconti di altri generi, come il fantasy e il romance. Passi da un genere all’altro con facilità e in quale ti riconosci di più?


In nessuno in particolare. Ho scritto anche romance storici che ancora non ho pubblicato. Mi diverte. Mi diverte cambiare, trovare qualcosa di diverso in cui cimentarmi e sfidare me stessa. Posso dirti che io mi ritrovo nelle storie d’amore in ogni salsa, storiche, erotiche, romantiche, fantastiche, basta che sia amore. Questo non so come mai, penso venga dalla mia adolescenza, perché leggevo tantissimi Harmony. Mi piacevano molto, mi emozionavano. Non saprei scrivere altro, sai? Niente di profondo, di intellettuale, probabilmente, non ne avrei le capacità forse, lo ammetto. Mi piace la letteratura di evasione, mi piace sognare, mi piace scappare dalla realtà. Quando leggo voglio immergermi in altri mondi non così difficili, non così crudi… questo forse perché a volte il nostro mondo mi spaventa, mi mette angoscia. Viva l’amore, insomma! 


Scrivere un romanzo: scaletta sì o scaletta no?


Troppo difficile. Non lo so. Te lo giuro, non lo so. Io uso un’agenda, butto giù i pensieri. Non sono una persona metodica, sono confusionaria e ammiro chi riesce a svolgere una storia con una scaletta. Secondo me scrivere un romanzo significa mettere alla prova la propria capacità di intreccio, di svolta, di incastro, e non basta scrivere capitolo dopo capitolo sperando nell’illuminazione. Purtroppo io lo faccio e secondo me mi manca quella dimensione che possa rendere un romanzo unico proprio perché riesce a creare una storia dove ci sia un inizio studiato quanto la fine. Pecco di presunzione a dirtelo, ma so esattamente quali autori studiano i loro romanzi dall’inizio leggendo il romanzo. Me ne rendo subito conto, quei libri fanno la differenza per me. Vorrei esserne capace, dico sul serio. Sono quelli i romanzi che rimangono nella storia. I miei non rimarranno, ma non fa niente, mi basta alzarmi la mattina col desiderio di scrivere. 


Gioie e dolori del self-publishing. Gestisci proprio tutto da sola o hai qualche collaborazione con altre persone (editor, beta, grafiche…)? 


Il self-publishing per me è il futuro. Le case editrici ci sottovalutano e fanno molto male. Siamo pericolosi. In realtà noi self siamo molto più avanti di loro. Per essere una self-publisher non basta inserire il romanzo su Amazon o su qualsiasi piattaforma che ti pubblichi: devi studiare il mercato, devi farti pubblicità, devi cercare di capire quali blog contattare, insomma, come arrivare alle persone. Ormai questo manca alla maggioranza delle case editrici, probabilmente anche a quelle grandi, che buttano soldi in quantità senza studiare una strategia, senza impegnarsi a farlo, senza davvero scommettere sugli autori. Non credono nei loro autori, credono solo nelle vendite. Il self-publishing crede ancora negli autori. Con questo non voglio dire che il self sia tutto rosa e fiori, ma posso dire che per me è meraviglioso dare a tutti la possibilità di comunicare, anche male, ciò che sentono dentro. L’importante è sempre ricordarsi che i giudici sono i lettori e che se il romanzo non va, forse sei tu che devi imparare a scrivere, non loro che devono imparare a leggere. 


Progetti futuri.


Il mio sogno è aprire una casa editrice, te lo confesso, mi ero mossa all’inizio di quest’anno per farlo, ma sono ferma e indecisa (questioni burocratiche). Amo gli scrittori. Ho imparato come arrivare al cuore dei lettori e vorrei farlo per altri. Vorrei farlo per chi secondo me ha talento. Ci sono tante persone che non riescono, forse perché non hanno tempo quanto me, forse perché sono cocciuta e loro no (ognuno ha i suoi doni), io vorrei poter usare ciò che ho imparato in questi due anni per far conoscere altri autori. So che forse rimarrà un progetto campato per aria, quello più sicuro è che continuerò sempre a scrivere. Non smetterò mai. Ah, ma tu parlavi di progetti a breve termine? Vediamo, pubblicherò Lezione di Luce quest’anno, il secondo romanzo della serie Lezioni divine, e sicuramente andrò avanti con Roman. Per questo 2016 andrà così, poi chissà.


L’intervista è conclusa, ti ringrazio per avermi fatto compagnia. Se desideri aggiungere qualcosa, ti lascio carta bianca.


mh, boooooooooooo. Saluto tutti! Vi voglio bene. Comprate tutti i miei romanzi su Amazon, mi raccomando! Ahahaha. Ancora grazie per questa splendida intervista. Grazie dello spazio che riservi anche a chi, come me, non ha nessuna casa editrice alle spalle. Non è scontato. Sei un tesoro di persona! 
(Non vi preoccupate, dopo la pago per queste belle parole! NdEiry)


Link all'acquisto della trilogia piacere russo:

1. Potrei morire di te




Nuova uscita: Roman.

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