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sabato 30 marzo 2024

Recensione: Cugini di sangue di Karen M. McManus

Karen M. McManus, ormai, è una garanzia per i gialli young adult.
Dopo il successo della serie "Uno di noi sta mentendo", anche lo stand alone "Cugini di sangue" si conferma una lettura avvincente e ricca di colpi di scena.


Quarta di copertina:

Adam, Archer, Allison e Anders Story sono invidiati da tutti: giovani, ricchi, di bell'aspetto e affascinanti. Il futuro sembra pronto a prostrarsi ai loro piedi. Finché un giorno, all'improvviso, tutto il loro mondo crolla. Di punto in bianco, infatti, vengono diseredati dalla madre Mildred. L'unica spiegazione fornita dalla donna è una frase laconica contenuta in una lettera recapitata loro dall'avvocato di famiglia: "Voi sapete che cosa avete fatto". Da quel momento Mildred non vorrà più rivederli o anche solo avere contatti con loro. Anni dopo, i loro figli, i cugini Aubrey, Milly e Jonah, ricevono una lettera da parte della nonna, in cui l'anziana li invita a trascorrere l'estate sull'Isola del Gabbiano per lavorare nel suo lussuoso resort. Per ragioni differenti, i tre accettano. In questo modo, tra l'altro, potranno soddisfare la loro curiosità e incontrare colei che, per l'intera loro esistenza, è stata un enigma inspiegabile. E poi avranno l'opportunità, se saranno sufficientemente abili, di scoprire la verità su quanto è accaduto più di vent'anni prima ai genitori, causando la distruzione della famiglia. Ma, come si dice, certi segreti sepolti sarebbe forse meglio lasciarli dove sono...




Aubry, Milly e Jonah sono cugini, eredi dell'immensa fortuna degli Story. Peccato che la matriarca di famiglia, nonna Mildred, non abbia mai voluto incontrare nessuno di loro, dopo aver improvvisamente e definitivamente  diseredato i propri figli.
Almeno fino a che uno stringato biglietto offre ai nipoti la possibilità di lavorare per un'estate nel suo resort, sull'esclusiva Isola del Gabbiano.
Tre cugini che non si incontrano da quando erano bambini, che non hanno niente in comune a parte genitori disfunzionali e molte domande sulla storia di famiglia, che potrebbe custodire un segreto inconfessato e pericoloso.

Ho adorato cugini di sangue, come tutti i precedenti romanzi dell'autrice.
I punti di vista dei protagonisti si alternano, permettendoci di conoscere ed empatizzare con tutti loro ma, soprattutto, di scoprire la vicenda familiare in maniera frammentata, un pezzo alla volta, come in un puzzle. E non è detto che il personaggio sia sempre sincero, perché le bugie, nella famiglia Story, sono un'abitudine.

La scrittura della McManus è sempre avvincente, fluida, si fa leggere davvero velocemente.
I capitoli sono abbastanza brevi, il che spinge il lettore a continuare, ma nel frattempo permettono di approfondire meglio il personaggio narrante e i suoi moventi, oppure di aggiungere un tassello al rompicapo.

Rispetto a Uno di noi sta mentendo, c'è meno pathos, perché i personaggi ruotano attorno a un segreto, piuttosto che ad un vero pericolo. In compenso, l'ambientazione è più esotica, e "l'isola del gabbiano" appare nella sua azzurra esclusività, come nelle scene di un film.
Mi ha anche fatto pensare che questo romanzo sia una perfetta lettura estiva, magari da portare al mare.
Anche se il target di riferimento è giovane, raccontando di tre ragazzi poco più che adolescenti, i libri di Karen M. Mc Manus sono perfetti anche per gli adulti che cercano un giallo coinvolgente.

Sui colpi di scena sono combattuta, qualcuno era prevedibile, qualcuno mi ha davvero sorpresa, proprio come era successo con Uno di noi sta mentendo. Forse l'autrice si diverte a lasciare briciole più semplici da cogliere, per poi nascondere meglio altri indizi. Del resto, si dice che i gialli siano difficili da scrivere proprio perché i lettori vogliono indovinare il colpevole, ma poi restano delusi se è davvero il sospettato che avevano individuato.
Sul finale, un po' frettoloso a dire il vero, avrei voluto qualche spiegazione in più, perché un paio di dettagli mi hanno lasciata perplessa, ma ciò comunque non ha inficiato la lettura.
E nemmeno la voglia di avere subito un altro romanzo di Karen M. McManus.
Mondadori, quando mi accontenti?

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