Siamo abituati a essere bombardati dalle novità, soprattutto di grandi marchi editoriali, ma una delle gioie di frequentare piccole librerie e fiere del libro è proprio scoprire volumi mai visti prima.
Di solito, li mostro su Instagram, ma ho deciso di farne anche una rubrica sul blog.
Cominciamo con il titolo del mese: True Crime di Wilkie Collins.
I libri di Wilkie Collins sono ormai considerati classici e sono, a ragione, sempre più conosciuti. Quest'anno ricorre il bicentenario della sua nascita (Marylebone, 8 gennaio 1824) e ci sono diverse iniziative volte a diffondere i suoi romanzi velati di mistero, ma pochi sanno che non scrisse solo fiction. Si dedicò anche alla cronaca nera, come giornalista.
Elliot ha pubblicato un volume in cui raccoglie molti de suoi articoli, sui casi più noti, che ha trattato.
Quarta di copertina:
A metà dell’Ottocento, Wilkie Collins fu un pioniere del genere poliziesco, tanto che T.S. Eliot lo considerava l’inventore della “detective fiction”. Pochi sanno però che Collins, oltre all’ideazione di romanzi, si occupò magistralmente anche di true crime, scrivendo di cronaca nera per diversi giornali. Alcuni dei casi da lui affrontati sono riuniti in questa raccolta: “La vendetta di una regina”, racconto dell’omicidio del marchese Monaldeschi avvenuto nel 1657 su istigazione di Cristina, regina di Svezia; “Il calderone dell’olio”, l’intricata vicenda dei tre figli di Saturnin Siadoux, assassinato, e di un prete che tradì suo malgrado il segreto del confessionale; “Memorie di un figlio adottivo”, le avventure di Poulailler, il più audace rapinatore del XIX secolo; e infine la storia del processo contro Marie-Françoise-Victoire Salmon, ingiustamente accusata di avvelenamento. Un esempio di grande scrittura applicata al giornalismo che ha inaugurato un genere ancora oggi estremamente vivo.
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